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(Il testo è di Alateus, link a fondo pagina)

mercoledì 14 ottobre 2009

PREFAZIONE - Dimenticare Dio




PREFAZIONE - Dimenticare Dio
L'ateismo non è una "fede" e non si propone di fare opera di de-conversione, di de-cristianizzazione, di de-islamizzazione o di altro. Semplicemente l'ateismo ignora il concetto di dio e rifiuta tutte le falsità che sul suo conto, nel corso di millenni, sono state astutamente ed ingannevolmente diffuse da gruppi di astuti parassiti che, in suo nome, si sono attribuiti titoli quali: padre, iman, rabbi, guru ed altre vuote qualificazioni del genere.
L'ateismo è una forma di ragionamento razionale che si oppone, da millenni, alla truffa perpetrata dai "furbi" ai danni di chi non è in grado, o non vuole, ragionare.
L'unico dio, se così si può chiamare, è la vostra innata coscienza; è la vostra capacità di vivere in seno alla società alla quale appartenete, rispettando ed evitando di danneggiare il vostro prossimo.

Tutto qui!

L'incontrastabile ed assoluto potere della morte e la conseguente paura che essa genera in tutti gli esseri animati (istinto di conservazione) è stato la fonte di tutte le religioni.
L'idea insidiosamente indotta dai preti sulla esistenza e sull'immortalità dell'anima ha resistito e si è diffusa solo perchè sopiva, in parte, il timore (istintivo) della morte e soddisfaceva, artatamente, ad una illusione molto potente coltivata dalla presunzione stessa degli uomini: un desiderio assurdo di immortalità:
il desiderio di essere "ricordati".
Ricordati da chi e perchè?

Mettiamocelo bene in testa: solo pochi uomini che hanno lottato per il trionfo della scienza, del razionalismo e l'affermazione delle arti (Newton, Copernico, Galileo, Shakespeare, Lavoisier, Einstein, Mozart, ecc.) hanno conquistato il meritato diritto di essere ricordati. Solo loro ed ...alcuni altri brutti ceffi che si sono distinti negativamente per le loro opere devastanti e per i loro comportamenti che hanno oscurato le pagine della storia: da Attila a Gengis Khan, a Carlo Magno, a Hitler, Stalin, Costantino I ...ed altri gentiluomini di questa risma.

Dobbiamo abituarci a pensare che la morte non è niente per noi, perchè il bene ed il male risiedono nel senso e la morte è la privazione del senso. Perciò la giusta consapevolezza che la morte non è niente per noi ci rende apprezzabile la caducità della vita, non prolungandone il tempo all'infinito ma togliendoci il desiderio dell'immortalità. (Epicuro)

Come si può credere seriamente, tranquillamente ad un "aldilà" di cui non si conosce nulla?
I riti funerari, secondo Voltaire, sono solo dei gesti consolatori. Un modo di onorare il defunto e, nel contempo, di sbarazzarsi del suo ingombrante cadavere, secondo modalità, rituali e costose abitudini che i vostri vicini di casa e una "interessata, ricca industria funeraria" si aspettano da voi.

Domandatevi: perchè gli uomini dovrebbero avere un'anima e il vostro cane, o il vostro gatto, no!
Chi sono i furbi che l'hanno deciso per voi?

Si è persino cercato astutamente di "dimostrare" l'esistenza dell'anima, basandosi sul fatto che, qualche volta, una persona defunta possa apparire in sogno!!
Esiste una ben orchestrata confusione tra il concetto di anima e quello di una "pesante digestione notturna"!

Diciamolo ancora e più chiaramente: dio non esiste, non è mai esistito e non esisterà mai; non è luce, non è ispirazione, non è regola sacra; non esistono regole dettate ed allineate ad una sua presunta ed imposta condotta di vita e di comportamenti.

"La natura basta a sè stessa" e quindi non ha bisogno di queste regole assurde.

Dio è solo una favola; è il mostruoso caos intellettuale che i preti vi hanno scaricato addosso insidiando il vostro pensiero con capziose, quanto inutili domande: chi siamo, perchè siamo, da dove veniamo, perchè esiste il mondo ..., ben sapendo che nessun intelletto umano

(proprio perchè di questo mondo è parte)

può dare loro risposta e quindi facilmente riducibile in fertile terreno per il loro parassitismo.
Nella storia dell'umanità dio è solo un grande imbroglio, uno strumento di comodo, una nozione affiorata e maturata dagli imbroglioni in tempi relativamente recenti,

all'inizio del III millenio prima dell'era volgare.

In fondo dio è un grande ritardatario se vogliamo dare un peso all'incerto ed ingannevole concetto di tempo, legato al breve scorrere della vita umana, ma privo di significato se rivolto alla realtà dell'universo.

L'idea del dio unico (grammaticalmente: forma singolare di "dei") è nata da un naturale, quasi impercettibile, passaggio da primitive forme di magia spicciola, esorcizzante (coltivata da sciamani-stregoni) a forme più evolute, ma non meno bugiarde di pensiero, indotte dai furbi e poi riprese da "astuti ebrei" che sono disinvoltamente passati dagli Elohim (spiriti), ad El (demiurgo?), ad Eloi, ad Adonai per poi accomodarsi definitivamente e altrettanto disinvoltamente su Yhwh.
Provate dunque a chiedervi dov'era dio, prima del III millennio a.e.v.; prima che fosse inventato 5000 anni or sono!

Durante la sua esistenza l'uomo segue determinate regole che nascono dal fatto stesso di dover convivere con i proprii simili, di collaborare con loro facendo attenzione a non crearsi troppi problemi di convivenza. In fin dei conti l'uomo è un animale sociale che deve confrontarsi con il suo prossimo evitando particolari motivi di attrito; gli eventuali attriti vengono risolti mediante le leggi e le norme di comportamento che l'uomo stesso si è date, senza scomodare nessun dio. Già intorno al 1770 a.C., ci aveva pensato Hammurabi che, tenuto conto delle esigenze sociali dei suoi tempi, formulò il primo codice della storia dell'umanità.

Quando il fantomatico Mosè (o chi per lui) disse, nel primo comandamento:
"Non avrai altro dio al di fuori di me"
era perfettamente cosciente di gettare le basi per la più grandiosa truffa mai operata ai danni del genere umano del mondo occidentale.

Affermare: "non avrai altro dio al di fuori di me" è una regola che affonda le sue radici nella paura dei sempliciotti e, quindi, una legge fatta da scaltri individui, che sfruttano questa paura, e perciò non è attribuibile a nessuna particolare divinità.


Thomas Jefferson, a suo tempo, affermava: Parlare di esistenze immateriali significa parlare di nulla. Dire che l'anima umana, gli angeli, dio sono immateriali significa dire che non sono nulla e che non ci sono nè dio, nè gli angeli nè l'anima.

Constatazione che dovrebbe essere abbastanza ovvia, ma che non ha impedito, nel corso dei millenni, a capziosi parassiti, ammantati di falsa saggezza e di prosopopea, di elaborare quella enorme sciocchezza nota come teologia, non scienza, non disciplina e non filosofia che è servita a dare una base falsa ed inconsistente sulla quale perpetrare l'inganno a danno di poveretti succubi di ancestrali paure e della loro ignoranza.

Alcuni chierici, o pseudo filosofi, si sono affannati anche a dimostrare, con tortuosi giri di parole, l'esistenza dell'inesistente.
Dopo essersi inutilmente affaticati su argomentazioni speciose quali quella cosmologica, quella ontologica, quella teleologica o quella di natura morale e sulla nozione assai relativa e inconsistente di bene e di male, alla fine si sono resi conto della loro impotenza e hanno cercato di ribaltare il problema:
se è vero che l'esistenza di dio non è dimostrabile, allora è anche vero che non è dimostrabile la sua inesistenza.
Argomentazione di comodo; una trappola nella quale sono caduti parecchi studiosi scettici i quali non hanno tenuto conto che, razionalmente parlando, la dimostrazione compete a chi afferma qualcosa e non a chi la nega.
Già ai suoi tempi Euclide aveva messo in chiaro che "Ciò che è affermato senza prova, può essere negato senza prova".

La premessa, falsa, che dio esiste è la base fondamentale per l'esistenza di diverse forme di religione. Ma se questa premessa viene a mancare, che altro resta? Per fortuna, già dal XVIII secolo, il Barone d'Holbach, con la sua opera "Il Buon Senso" ha posto fine a queste assurde affermazioni. Ma bisogna purtroppo constatare che il buon senso è di pochi.

Ricordatevi sempre di Seneca: la religione è vera per la plebe, falsa per il saggio e redditizia per quelli che ne fanno un mestiere.

Perciò mangiate, bevete, fumate, fate all'amore nei limiti di un responsabile comportamento ma, soprattutto, non versate soldi alle chiese ingorde e parassite che chiedono continuamente il vostro supporto. A tutte le vostre azioni c'è un limite ragionevole che dovete razionalmente percepire, al di fuori della insidiosa morale del prete sfruttatore e, ormai troppo sovente, pedofilo.
Godetevi al meglio questa vita che la natura vi ha casualmente assegnato. Non dovete aspettarvi nulla dopo la morte; il vostro spirito vitale non andrà da nessuna parte esattamente come quello di un topo, di un cane, di un bue o di qualsiasi altro essere animato.

Dopo il movimento illuminista del '700, dopo il comunismo, il liberalismo ed il positivismo scientifico dell' '800, s'è affermato, dall'inizio degli anni '60 del secolo scorso, il grandioso, anche se ancor confuso, movimento della "New Age", dando vita ad una estesa forma di controcultura che si è (finalmente!) opposta allo stagnante e melmoso immobilismo culturale imposto, da sempre, da una fradicia casta sacerdotale che ha preteso, per millenni, di porsi come unico tramite tra l'uomo ed il "divino". Soprattutto è stata ampiamente rigettata l'dea balzana del dio creatore dal nulla. Oggi l'uomo tende finalmente ad accorgersi che è stato lui a creare dio e non dio l'uomo (Feuerbach) ed a considerare se stesso e il suo intelletto come il solo e vero aspetto "divino" e "sacralizzare" la propria unica, inimitabile e insostituibile personalità.

E dobbiamo anche dire che Internet, pur con tutti i suoi difetti e le sue inevitabili storture, ha dato un significativo contributo nel far colloquiare gli uomini tra loro senza l'ingannevole e occhiuta interpretazione del prete. La corrosione delle cariatidi religiose del passato, operata da Internet, è imponente.

Ad ogni modo non è questa la sede per rinfocolare un dibattito di questa natura. Lo scritto che segue si propone solo di analizzare e criticare, nei limiti del possibile, uno dei prodotti più nefasti derivato da questi concetti:
la religione cristiana e tutte le sue infinite storture.
Questo non significa che le altre credenze (islam, ebraismo, ecc.) siano meno corrotte, perverse o criticabili del cristianesimo; indagare sulla loro natura è solo una questione di tempo, di studio e di disponibilità.

Ogni religione porta in sé i germi della propria dissoluzione; quante religioni del passato si sono dissolte nel nulla per questo salutare effetto di autodistruzione? Ed anche qui è solo questione di tempo.

In questi ultimi anni abiamo assistito alla nascita di nuove strane credenze come quella del dio "Cargo" (il dio Aeroplano) accaduto nell'isola di Tana (Oceano Pacifico), ma quello che oggi appare ancora più divertente e sintomatico è la nascita (almeno in Europa) di un nuovo culto:
quello del Dio Pallone
Non è uno scherzo! La chiesa ha già manifestato segni di insofferenza, (con Giovanni Paolo II) verso i (tiepidi) fedeli che disertano il Tempio a favore dello Stadio (sottraendo indirettamente quattrini alla chiesa). D'altro canto abbiamo chiare manifestazioni che questi nuovi adepti (i tifosi) si comportano con la stessa furia devastatrice, la stessa insofferenza che ha caratterizzato i primi giudeo-cristiani e poi la chiesa stessa nel corso dei secoli.
L'intrallazzo finanziario è comunque sempre lo stesso ed imponente; pare che l'iniqua ripartizionesi della rapina dell'otto per mille non basti ancora per spennare i polli.

Occorre però tenere nel debito conto che le attuali religioni, in generale, ed il cristianesimo in particolare, sono istituzioni ancora troppo radicate e ricche per poter pensare di eliminarle in un tempo relativamente breve.
Resta il fatto che l'ebraismo, il cristianesimo e l'islam saranno nel tempo destinati a dissolversi quasi contemporaneamente essendo, tutti e tre, basati sulle stesse assurde menzogne del "Libro".

Fino a quando esisterà gente, incapace di ragionare, che crederà in un qualche comodo Dio, anche Dio continuerà ad esistere.
Il bisogno di credere nel fantastico (qualsiasi cosa di tipo consolatorio, proposta con una certa enfasi) è una delle peggiori tare del genere umano che preclude, nella mente di molti, la capacità elementare di formulare un qualsiasi pensiero razionale

Le religioni, come il comune raffreddore, sono ormai diffuse in tutto il mondo. (D.Dennet)
Questo però non impedisce di curarci, di prendere l'aspirina, in attesa che qualche potente vaccino riesca a debellare definitivamente il vibrione della stupidità umana.

Dio è un prodotto dell'ignoranza che la scienza va lentamente ed inesorabilmente sgretolando; è un concetto molto redditizio per pochi ma che perpetua la servitù di molti.

Viviamo perciò serenamente dimenticandoci di dio!

martedì 13 ottobre 2009

PARTE I - Introduzione e Precisazioni Necessarie




Questo testo non è esente da errori ed inesattezze.
Nel corso dei secoli la chiesa ha talmente mentito, imbrogliato e distrutte le carte che risulta alquanto difficoltoso, a volte, separare la verità dal falso.
Qualsiasi suggerimento è pertanto gradito e bene accetto.

§ 1 - OGGETTO DEL LAVORO

Il contenuto di queste pagine è sostanzialmente una:
RACCOLTA IN ORDINE CRONOLOGICO
di fatti, eventi, accadimenti, circostanze, leggende, bugie e soprattutto sciocchezze che hanno costituito, 2000 anni or sono, la base sulla quale si sarebbe poi sviluppato il cristianesimo nelle sue molteplici sette.

Oggi, non sono in pochi a sostenere che Gesù Nazareno non sia mai realmente esistito ma che egli sia soltanto una figura mitica e carismatica estrapolata da:
* concetti politico-religiosi non sempre in accordo tra di loro
* esposti in maniera più o meno credibile
* scritti in luoghi e circostanze non sempre chiari (ambiente greco- romano?)
* scritti in tempi alquanto lontani dalla presunta morte del soggetto
* scritti su supporti originali definitivamente perduti
* scritti da autori di dubbia identità e credibilità.

Accantonando i molti dubbi
ed ipotizzando una
reale presenza terrena di questo Cristo

lo scopo del lavoro, almeno nella prima parte, è dunque quello di raccogliere e catalogare, in forma cronologica e nei limiti del possibile, tutte le notizie riguardanti fatti ed eventi relativi alla vita di Gesù Nazareno e di altri personaggi ad esso collegati.
Una precisazione si rende subito necessaria:
sono stati elencati fatti ed eventi ma non le implicazioni dottrinarie e teologiche che da esse possono derivare.

Un esempio per tutti: interessa a questo testo rilevare il fatto che, in determinate circostanze, Gesù possa aver pronunciato un discorso noto come "Discorso della Montagna o delle Beatitudini", mentre non interessa minimamente al testo vagliare o esprimere giudizi di natura dottrinaria, teologica o fideistica sul contenuto del discorso stesso.

Questo è solo una RACCOLTA di eventi, che si ritiene siano o possano essere accaduti, ed entro tali limiti vuole, possibilmente, restare.

§ 2 - LE FONTI

Qualsiasi fonte è accettabile se aiuta ad aggiungere qualcosa di più, o di nuovo, rispetto a ciò che si sa o si crede di sapere.
Grosso modo si possono distinguere, per la loro natura, due tipi di fonti:

   1. gli scritti di tutti coloro che, credenti, espongono i fatti in chiave dottrinaria, esaltandone questo ultimo aspetto a scapito, quasi sempre, della precisione e della verità;
   2. gli scritti degli storici e di tutti coloro che, non credenti, risalgono ai fatti per darne una valutazione storica, a volte anche ipotetica e del tutto agnostica.

Entrambe le fonti sono state prese in considerazione, nella misura in cui sono state in grado di arricchire il contenuto del testo.

Tra le fonti di tipo a), oltre agli inevitabili vangeli canonici, sono stati considerati anche quelli non canonici, tollerati, ignorati o, a volte, giudicati eretici dalla dottrina ortodossa. Tutto è utile e anche necessario per evitare di accettare, supinamente, determinate tesi, generalmente false, consolidate nel tempo.

Precisazioni sui V A N G E L I
(I fondamenti del mito e della leggenda)

Si rende subito necessario qualche importante chiarimento.
Fin dall'ottocento gli studiosi ed alcuni teologi hanno dimostrato in maniera convincente come i vangeli non siano resoconti attendibili di quanto realmente accadde 2000 anni fa. Furono tutti scritti molto tempo dopo la morte di Gesù e anche dopo le lettere di San Paolo, dove non è menzionato nessuno dei presunti episodi della vita del Cristo.
Quando furono scritti i vangeli, molti anni dopo la morte di Gesù, nessuno sapeva neanche dov'era nato. Ma in base ad una profezia dell'Antico Testamento (Mi 5,2) gli ebrei supponevano e si aspettavano che il messia (poi negato!) sarebbe nato a Betlemme.
(Rif. 800)
Gesù non ha mai scritto nulla. Nessuno dei suoi ipotetici testimoni oculari: apostoli, seguaci, ecc. ha lasciato una sola riga su questo enigmatico personaggio. I suoi apostoli pare fossero persone talmente semplici da essere quasi sicuramente analfabeti.

Al di fuori dei soliti vangeli, nessuno ha mai testimoniato per iscritto gli eventi relativi alla sua nascita, ai suoi miracoli, al processo, alla sua morte o quant'altro lo riguarda.
Trattandosi di persona che avrebbe sconvolto il mondo e scompigliato la società di allora, con centinaia o migliaia di seguaci, questo lascia quantomeno perplessi e pone seri dubbi sulla sua reale esistenza.

Ammettendo, solo per ipotesi, che Gesù sia esistito allora doveva essere noto solo ai suoi parenti e ad un ristretto, quanto discutibile, gruppo di beduini della Giudea.

Tutto ciò che si sa di lui è stato scritto qualche secolo dopo la sua presunta esistenza, facendo man bassa su tutti i miti allora esistenti e noti nell'ambito dell'Impero Romano (e non solo), con una fantasiosa costruzione a tavolino resa poi "ufficiale" e "credibile" dagli interventi autoritari di Costantino nel quadro del Concilio di Nicea.
Pertanto si può ritenere tutte le fonti che seguono artatamente false e prive di fondamento.


Ciò premesso, tutti i fatti, gli eventi, e quant'altro riportato come "Mito o Leggenda", pur essendo necessariamente inattendibili, sono stati ricavati dalle seguenti fonti che restano comunque le uniche disponibili per addentrarci nella favola:

   1. FONTI CANONICHE
          * Vangelo secondo Matteo
          * Vangelo secondo Marco
          * Vangelo secondo Luca
          * Vangelo secondo Giovanni
          * Atti degli apostoli di Luca
          * Lettere apostoliche di Paolo
          * Apocalisse di Giovanni

   2. VANGELI APOCRIFI
          * Proto vangelo di Giacomo
          * Vangelo dello pseudo Tommaso
          * Vangelo dello pseudo Matteo
          * Vangelo dell'infanzia arabo-siriaco
          * Vangelo dell'infanzia armeno
          * Libro sulla natività di Maria
          * Storia di Giuseppe il falegname
          * Vangelo degli ebioniti
          * Vangelo dei nazarei
          * Vangelo delle Toledoth (Vangelo degli ebrei)
          * Vangelo di Pietro (ritrovato nel 1886?)
          * Vangelo di Nicodemo
          * Vangelo di Maria (ritrovato nel 1896?)
          * Ciclo di Pilato (anafora, paradosis e morte)
          * Dichiarazione di Giuseppe d'Arimatea
          * La vendetta del Salvatore
          * Vangelo di Bartolomeo
          * Dormizione della S.Madre di Dio, di Giovanni il Teologo
          * Transito della Beata Vergine, dello pseudo Giuseppe d'Arimatea
          * Atti di Giovanni il Teologo
          * Atti di Tommaso
          * La Didachè (Dottrina dei 12 Apostoli)
          * Il Vangelo di Giuda

   3. VANGELI GNOSTICI DI NAG HAMMADI (Alto Egitto/1945 e.v.)
          * Vangelo di Tommaso (Didimo)
          * Vangelo di Filippo
          * Vangelo di verità (Valentino)
          * Apocalisse di Pietro
          * Libro segreto di Giovanni
          * L'origine del mondo

   4. VANGELI DUALISTICI
          * Libro di Giovanni Evangelista

ATTENDIBILITA' E COMMENTI
Per quanto concerne i vangeli in generale occorre ricordare:

   1. che si tratta di opere di fede, finalizzate alla diffusione di un credo, chiuse nel loro contesto e quasi sempre in disaccordo con gli eventi storici;
   2. di nessun vangelo, canonico od altro, esiste lo scritto originale; oggi disponiamo solo di copie di....copie, ecc. che durante i secoli hanno subito innumerevoli manipolazioni e modifiche per adattare i loro contenuti alle esigenze ad agli interessi del clero;
   3. i testi originali della maggior parte dei vangeli sarebbero stati scritti in ambiente greco/romano ed in lingua greca. Essi erano rivolti a fruitori non ebrei e per essere tollerati a Roma, e nei paesi sotto il suo dominio, dovevano eliminare qualsiasi riferimento circa l'attività politica svolta dal presunto Gesù. La massima preoccupazione degli autori è stata quella di addossare la colpa della condanna di Gesù agli ebrei anzichè a Roma, fomentando cosi un odio bestiale ed implacabile verso l'ebraismo "deicida", destinato a durare due millenni;
   4. per quello che oggi si conosce, o si può arguire, nessun vangelo è stato scritto prima della distruzione di Gerusalemme (70 e.v.); è molto probabile che i più antichi risalgano alla fine del II secolo, duecento anni dopo la nascita di Gesù;
   5. i vangeli, in generale, non sono d'accordo su nessuno dei fatti più importanti della vita di Gesù. Nessuno degli autori ha mai conosciuto Gesù ed ascoltato le parole che vengono trascritte con tanta enfasi; i vangeli sono stati redatti su voci, racconti e miti ripresi, in maggior parte, da altri culti.

Jerome Neyrey: la cosa più importante è che noi realisticamente non sappiamo chi abbia scritto i vangeli.
(Rif. 344)
Rudolf Bultman: i racconti dei vangeli sono tali che noi non possiamo sapere nulla su ciò che concerne la vita e la personalità di Gesù.
(Rif. 346)
Thomas Paine: quando i mitologisti della chiesa fondarono il loro sistema, essi raccolsero tutti gli scritti che poterono trovare e li rielaborarono a loro piacimento.
(Rif. 342)
C.Denni Mc Kinsey: Gesù è una figura mitica aderente alle tradizioni della mitologia pagana; chiunque voglia credere che Gesù visse e camminò come un essere umano lo fa a dispetto delle evidenze e non per causa loro.
(Rif. 348)
Voltaire: E' una questione grossa individuare i primi Evangeli. Quel che risulta [.....] è che nessuno dei primi padri della chiesa, fino ad Ireneo incluso, cita mai nessun passo dei quattro Evangeli che noi conosciamo.
(Rif. 410)
U. Ranke-Heinemann: I vangeli altro non sono che un tessuto di favole dannose e di "kitsch" di cattivo gusto.
(Rif. ***)

Infine ricordiamoci di J.P. Goebbels, ministro responsabile della propaganda nazista, che 2000 anni dopo soleva dire ai suoi collaboratori: Non importa quanto sia grande la bugia che volete raccontare. L'importante è che la raccontiate con ferma determinazione e soprattutto che la ripetiate infinite volte e con convinzione; alla lunga la gente finirà col crederci.

ALTRE NOTE INFORMATIVE SUI VANGELI

A - SUI VANGELI CANONICI
Oggi, dopo infiniti rimaneggiamenti e ridefinizioni del Canone, sono quelli riportati nella versione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana e pubblicati nella Bibbia.
(Rif. 130)

I quattro vangeli considerati canonici sarebbero stati scelti, inizialmente da Ireneo di Lione (metà del II secolo) in base a criteri alquanto singolari:

    * dovevano essere quattro come i quattro punti cardinali (le 4 regioni del mondo)
    * dovevano essere quattro come i quattro venti principali
    * dovevano essere quattro come le prime quattro creature viventi e cioè:
          o il leone (Marco),
          o il vitello (Luca),
          o l'unicorno (Matteo)
          o l'aquila (Giovanni).

Oppure, secondo un'altra versione, quattro come gli esseri animati:

    * il leone (Marco),
    * il toro (Luca),
    * l'uomo (Matteo)
    * l'aquila (Giovanni).

E' il cosidetto vangelo quadriforme secondo la stessa definizione di Ireneo di Lione.
Con il suo libro "Contro gli Eretici" Ireneo si scaglia violentemente contro gli ebrei accusandoli dell'assassinio del loro Signore; queste accuse verranno poi riprese da Costantino mediante pesanti atti di discriminazione giuridici e razziali.

Si tramanda anche che, durante il concilio di Nicea, tutti i vangeli allora conosciuti (canonici ed apocrifi) siano stati messi alla rinfusa su di un altare. L'intervento dello spirito santo fece cadere a terra i vangeli "non autentici" risparmiando naturalmente quelli canonici a noi noti.
(Rif. 410)

E' certo che gli evangelisti non furono apostoli di Gesù; primo perchè sono sovente in dissonanza (se non disaccordo) tra di loro; secondo perchè avrebbero dovuto raggiungere una età alquanto inconsueta per quei tempi. Ad esempio: Giovanni avrebbe dovuto vivere sino a 110 anni, Matteo almeno 70 anni.
Cosa poco probabile visto che, a quei tempi, la vita media era di circa 30 anni.
In questi ultimi anni è stata avanzata una nuova ipotesi: secondo l'Università di Tubinga, i vangeli di Matteo, Marco e Luca sarebbero derivati da un precedente documento detto "Q" (dal tedesco: quelle = fonte) del quale però poco si sa. Qualcuno ipotizza trattarsi di un proto-vangelo, utilizzato dalla Nuova Chiesa di Gerusalemme, per memorizzare fatti ed eventi riguardanti questo singolare messia (cosidetti Loghia).


In particolare:

- Vangelo di Marco sarebbe stato scritto a Roma dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme. E' ritenuto il più antico dei tre vangeli sinottici.
Altri sostengono sia stato scritto in oriente (Siria?) forse in lingua aramaica.
- Vangelo di Matteo decisamente derivato da quello di Marco mentre dovrebbe essere il contrario se è vero che Matteo (Levi) era l'apostolo di Gesù.
- Vangelo di Luca su questo evangelista sono state fatte molte ipotesi:

    * era un gentile,
    * era un ebreo ellenizzato,
    * era una donna,
    * era un medico siriano, convertito da Paolo in Antiochia.

Si ipotizza anche che Luca abbia derivato il suo vangelo da quello gnostico attribuito a Marcione. Luca è stato anche l'autore degli Atti degli Apostoli.

- Vangelo di Giovanni non sinottico, va decisamente contro corrente e descrive un Gesù del tutto particolare rispetto agli altri tre vangeli.
Le differenze rispetto agli altri tre risultano sostanziali:

    * diversità nella identificazione degli apostoli
    * la resurrezione di Lazzaro è soltanto sua
    * Gesù NON è stato processato e condannato a morte dagli ebrei.

Se è vero che era l'apostolo di Gesù (Giovanni figlio di Zebedeo) allora era un pescatore ebreo analfabeta che avrebbe scritto questo vangelo all'eta' di 100 anni circa. In precedenza avrebbe scritto l'Apocalisse.
Circola l'ipotesi che l'autore di questo vangelo e dell'Apocalisse sia stato un certo Cerinto, un discepolo gnostico, che avrebbe sfruttato il nome di Giovanni per attribuire una certa credibilità(?) ai suoi scritti.
Per quanto riguarda l'Apocalisse è evidente che i motivi sono tratti da precedenti apocalissi contenuti nel Vecchio Testamento e redatti da Daniele, Enoch, Baruc, Esdra ed Elia; altre analogie si incontrano anche nei testi scritti in persiano antico della religione dei zoroastriani.

Una ipotesi recente è quella di P.Benvenuto (Rif. 444), il quale sostiene che i compilatori dei vangeli canonici si siano basati su precedenti documenti (pseudo vangeli?) quali:

   1. Vangelo dei dodici (Gerusalemme): una raccolta di materiale evangelico a cura della Nuova Chiesa di Gerusalemme, in ebraico e antecedente l'anno 36 e.v. (forse: la Didache' ??)
   2. Vangelo ellenista (Antiochia): traduzione in greco della raccolta a).
   3. Vangelo paolino (Efeso/Filippi): traduzione in greco del materiale a) corredato con concetti espressi da Paolo. Portato ad Efeso da Sila.
   4. Vangelo dei timorati di dio (Cesarea): traduzione in greco del materiale a) con aggiunta di passi catechistici, a cura di Filippo. E quindi:
          * Marco, a Roma, avrebbe derivato il suo vangelo da b+c.
          * Matteo, ad Antiochia, dopo la caduta di Gerusalemme, avrebbe derivato il suo vangelo da b+d.
          * Luca, in Grecia, intorno al 62 e.v., avrebbe derivato il suo vangelo da c.
          * Giovanni, ad Efeso, intorno al 90-100 e.v., avrebbe compilato il suo vangelo in maniera autonoma.

Una ulteriore ipotesi (da comprovare) sostiene che la prima forma scritta dei vangeli sia derivata da una fonte primitiva detta Ur-Markus.

In particolare, per quanto riguarda il "Vangelo dei dodici" (a) occorre precisare:

    * sino ad oggi nessuno ne ha rilevata l'esistenza certa
    * se anche esisteva e se i vangeli sinottici fossero derivati da questo documento, allora bisognerebbe ammettere che la Nuova Chiesa di Gerusalemme abbia, a suo tempo, recepito le idee di Paolo, contrariamente a quanto si può arguire dagli Atti di Luca.

Per quanto poi concerne La Didachè (greco = insegnamento, dottrina, dottrina dei dodici apostoli), si tratta di un documento, redatto in greco, ritrovato a Costantinopoli nel 1056 e rimasto sepolto sino al 1873 nell'archivio della Chiesa Metropolita di Gerusalemme. Non si conosce l'autore di questo documento, probabilmente scritto in Siria; l'ipotesi più probabile è che sia di scuola e di origine ebraica.
Riportato alla luce nel 1873 dal metropolita Filoteo Bryennios, venne indicato come un "manuale primitivo di diritto canonico", di istruzioni liturgiche e di catechesi. Qualcuno lo ritiene di origine antichissima e suppone sia stato la fonte di ispirazione dei tre vangeli sinottici.
D'altro canto la chiesa non l'ha mai incluso nel Canone e cerca, quanto meno, di minimizzarne l'esistenza anche se un brano dello stesso è riportato negli attuali breviari (Liturgia delle Ore).

- Atti degli Apostoli testo attribuito a Luca, narra quanto accaduto nel periodo che va dalla morte di Gesù alla misteriosa scomparsa di Paolo. La chiesa ritiene sia stato composto verso la fine del primo secolo.

B - SUI VANGELI APOCRIFI
Sono oltre trenta lavori che hanno visto la luce in un arco di tempo molto ampio, dal II secolo al XIX secolo. L'ultimo scoperto è il vangelo di Pietro ritrovato nel 1886 e.v. Alcuni di questi vangeli sono talmente fantasiosi e fiabeschi che vien fatto di chiedere a quali categorie di credenti fossero indirizzati.
La loro prima stesura è comunque molto incerta. E' probabile siano stati scritti originariamente in greco e poi più volte tradotti e ritradotti in copto, siriaco, ecc; non è neanche chiaro da dove siano derivate le versioni in italiano oggi disponibili.
Trattarne diffusamente esula dai limiti di questo testo perciò, per maggiori informazioni, si rimanda a M. Craveri: I Vangeli Apocrifi.
(Rif. 330)

C - SUI VANGELI GNOSTICI
Sono stati scoperti di recente (1945 in Egitto, a Nag Hammadi). Si tratta di 52 testi copti (tra cui alcuni vangeli inediti) sepolti 1500 anni or sono in una giara di terracotta. Si ritiene che alcuni di questi testi, probabilmente copiati da originali greci, possano risalire al II secolo.
Probabilmente, dopo l'ordine di Atanasio, vescovo di Alessandria, di distruggere tutti i testi ritenuti apocrifi, qualche monaco del monastero di Nag Hammadi, disubbidendo al vescovo tolse dagli scaffali i 52 libri, li sigillò dentro una giara e li seppellì.



Sono stati tradotti inizialmente da Gilles Quispel e portati a conoscenza del pubblico nella meta degli anni 50.



Le fonti di tipo b) FONTI STORICHE sono in realtà abbastanza scarne e poco illuminanti. Gli storici, almeno nei primi secoli del dopo Gesù, pare abbiano completamente ignorato l'esistenza e l'attività del nostro soggetto. Gli altri, moderni, lavorano su ipotesi, sovente logiche e ragionevoli, quali oggi si possono formulare, alla luce delle recenti scoperte archeologiche.

PRECISAZIONI SULLE FONTI STORICHE

A - STORICI EBRAICI -
In generale gli storici ebraici, contemporanei di Gesù o di generazione immediatamente seguente, ignorano completamente la sua esistenza e le sue vicende. I casi sono due:
- la chiesa, nel corso dei secoli, ha sistematicamente revisionato i loro scritti e le successive traduzioni, in quanto contenenti notizie non positive e contrarie ai dogmi teologici della chiesa stessa;
- oppure si deve ammettere che il personaggio non era poi tanto rilevante da finire sugli annali storici o, addirittura, era inesistente.
Tra questi autori ricordiamo:


    * PHILO JUDAEUS (Filone Alessandrino), nato nel 734 a.u.c.(20 a.C.) e morto nell'803 a.u.c.(50 e.v.), era a tutti gli effetti un contemporaneo di Gesù, vissuto nei dintorni di Gerusalemme.
      Ha scritto note dettagliate sugli eventi accaduti in Palestina in quegli anni; di Gesù neanche una parola.
    * GIUSTO DA TIBERIADE (opere scomparse rammentate da Pothius, patriarca di Costantinopoli)
    * GIUSEPPE FLAVIO nato a Gerusalemme presumibilmente nel 791 a.u.c.(38 e.v.) e morto a Roma nell'853 a.u.c.(100 e.v.).
      E' una delle fonti più citate anche se non mancano dubbi sulla genuina autenticità dei suoi scritti. Dei testi originali di questo autore praticamente non esiste più nulla. Circola una ipotesi, o il sospetto, che i suoi scritti sulla guerra giudaica siano stati manomessi e falsati dalla chiesa e poi rimessi in circolazione sotto il nome di Esegippo.

      Si dice anche che, recentemente, sia stata scoperta una versione della sua opera "Guerra Giudaica" in lingua slava, risalente a vari secoli or sono, che pare sia fortunatamente sfuggita alle manipolazioni del clero. La notizia non è comunque comprovata.

      Il personaggio è peraltro singolare. Riporiamo quì, fuori testo, una breve biografia di questo storico.

INSERTO 01 - Giuseppe Flavio

Originariamente Yosef ben Matityahu ha-Kohen. Ebreo, appartenente ad una famiglia di sacerdoti, aderente al movimento esseno, per qualche tempo governatore della Galilea e del Golan, nel 66 (e.v.) diventa un capo dei ribelli e si batte con accanimento contro i romani a Jotapata. Messo alle strette si rifugia in una grotta con 40 compagni e qui viene deciso il suicidio collettivo per evitare di cadere in mano al nemico. Al termine di un reciproco ammazzamento restano in piedi Giuseppe ed un compagno d'armi, i quali due, realisticamente, si chiedono se valga la pena continuare. Decidono così di consegnarsi ai romani, che pare abbiano apprezzato il gesto, considerata la brillante carriera e la vita comoda che la sorte riserverà a Giuseppe.

Trasferito a Roma, si fa notare per intelligenza e preparazione, tanto che viene adottato da Vespasiano, assumendo il nome della famiglia Flavia. Viene nominato storico di corte con appannaggio e casa in Roma. Resta comunque attaccato alla religione ebraica e ad essa educa i suoi figli.

In realtà, dopo l'adozione nella famiglia Flavia, cerca di far dimenticare i suoi trascorsi di integralista giudaico, assumendo posizioni pesantemente critiche nei confronti del movimento in questione.

Ha scritto (in aramaico e in greco) due opere corpose: Guerra Giudaica (7 libri) e Antichità Giudaiche (20 libri). Il breve cenno (abbastanza accattivante) che scrive su Gesù, nel volume XVIII di Antichità Giudaiche, sa di falso, inserito ad arte a posteriori. Considerata la sua posizione a Roma, se lo avesse veramente scritto, avrebbe quanto meno..... perso il posto.

Parecchi eruditi si sono mostrati sorpresi di non trovare nello storico ebreo Giosefo [Giuseppe] nessuna traccia di Gesù il Cristo; poichè tutti gli studiosi seri ammettono oggi che quel breve passo che ne fa menzione nella sua "Storia", è interpolato. Eppure il padre di questo storico avrebbe dovuto essere fra i testimoni di tutti i miracoli di Gesù. Giosefo era di famiglia sacerdotale, parente della regina Mariamne, moglie di Erode: egli si diffonde in particolari minuti su tutti gli atti di quel principe; tuttavia non dice una parola nè della vita nè della morte di Gesù; e, mentre non dissimula nessuna delle crudeltà di Erode, non parla della famosa strage di tutti i bambini da lui ordinata, in conseguenza della notizia che era nato un re dei Giudei. Il calendario greco cristiano ci parla di quattordicimila bambini sgozzati in tale occasione; e sarebbe, di tutte le azioni di tutti i tiranni del mondo, la più mostruosa che non trova esempio nella storia.

Eppure il più serio scrittore che mai abbiano avuto gli Ebrei, il solo stimato anche dai Romani e dai Greci, non fa menzione di questo avvenimento tanto singolare quanto spaventoso. Non parla neppure di quella nuova stella che comparve ad Oriente dopo la nascita del Salvatore: fenomeno impressionante che non doveva sfuggire ad uno storico così bene informato; e così tace di quelle tenebre che coprirono tutta la terra, in pieno giorno, e per la durata di tre ore, quando il Salvatore morì, di tutti quei sepolcri che in quel momento si aprirono e della folla dei giusti che risuscitarono.
(Rif. 410)
Questo è ciò che comunemente si pensa di Giuseppe Flavio.

La realtà però sembra essere ben altra. Intuita l'inutilità degli sforzi per abbattere l'agguerrito esercito romano decide di abbandonare i suoi compagni e di vendersi all'impero in cambio dell'impunità ed altri concreti compensi; la nomea di opportunista e di traditore, che i giudei gli attribuiranno, lo perseguiterà per tutta la vita.
Saltato quindi sul carro del vincitore e agli ordini di Tito, metterà a disposizione di quest'ultimo la sua esperienza e le sue conoscenze su fatti, strategie e comportamenti del movimento ribelle, collaborando alla sua sistematica distruzione ed alla caduta di Gerusalemme.
Trasferito a Roma, con un bagaglio di numerosi testi sfuggiti alla distruzione, con l'adozione/premio della famiglia Flavia, acquisisce tutti i diritti di cittadino romano (che lo protegge da eventuali tardive vendette) e darà corso alla compilazione delle opere che lo renderanno famoso, sull'attendibilità delle quali torneremo in seguito.

B - STORICI LATINI -
Anche gli storici latini non rammentano Gesù e le sue vicende. Solo alcuni citano, quasi per caso, i termini Cristo e cristiani. Ad esempio:


    * SVETONIO - 69/140(e.v.) - nella sua opera biografica sugli imperatori romani, scrivendo di Claudio dice: ....l'imperatore Claudio scacciò da Roma i giudei che istigati da Cresto (Cristo), erano continuamente in lotta.
      A proposito di Nerone scrive ancora: ....furono puniti i cristiani, un gruppo di persone dedite ad una superstizione nuova e malefica....
    * TACITO - 55/120(e.v.) - parlando di Nerone cosi si esprime: ....mise avanti come rei dell'incendio gente odiata per i suoi mali costumi, che il volgo chiama cristiani, e infine inflisse loro i più raffinati supplizi. Quel nome essi derivarono da Cristo, che sotto il regno di Tiberio fu mandato a morte dal procuratore Ponzio Pilato.

Lo ignorano pure:

    * PLUTARCO
    * SENECA
    * MARZIALE
    * CASSIO DIONE
    * PLINIO IL VECCHIO
    * PLINIO IL GIOVANE
    * e un'altra trentina di scrittori tra i più noti

Come si può constatare tutti questi storici ignorano l'esistenza ed il nome di Gesù; solo un paio di volte viene rammentato il titolo messianico Cristo (l'unto) e non certo in senso positivo; gli vengono attribuite caratteristiche assai poco spirituali, considerandolo fonte di disordini e di velleitarismo politico.
(Rif. 180,185,760,995)

Eppure il mitico Gesù avrebbe dovuto, con le sue gesta e i suoi miracoli, creare un notevole scalpore ed essere, di conseguenza, annotato negli annali storici del mondo allora noto.

§ 3 - IL CALENDARIO

Il calendario è una nota dolente. Catalogare cronologicamente eventi di natura storica presuppone l'esistenza di un metodo di scansione del tempo (calendario) non opinabile.
Purtroppo non è così; nel nostro mondo occidentale è invalso l'uso, indiscusso, del calendario gregoriano, che è assai meno preciso di quanto si possa immaginare. Quale valore si può attribuire ad a.C. e d.C. quando l'anno 1 di riferimento è messo in dubbio?
In questo testo si e' comunque scelto di fare riferimento al calendario gregoriano (e.v. = era volgare) integrandolo, a volte e quando necessario, con quello romano (a.u.c. = ab urbe condita).
Nell'inserto che segue, sono riportati alcuni indispensabili chiarimenti sui calendari, evitando però qualsiasi riferimento al fenomeno della Precessione degli Equinozi, scarsamente significativo data la brevità del periodo storico preso in esame (circa 7000 anni).


INSERTO 02 - Note sui calendari

- CALENDARIO ROMANO (Calendario di Numa)
E' basato su di una notazione cronologica e considera come anno iniziale 1 (non zero) il:
753 a.u.c., cioè l'anno della fondazione di Roma (ab urbe condita).
Il calendario di Numa (12 mesi e 355 giorni per anno) era derivato da quello iniziale di Romolo che considerava solo 10 mesi e 304 giorni per anno.
Per convenzione le cronologie assumono come inizio anno il Primo Gennaio e non il 21 Aprile, data della presunta fondazione di Roma.

- CALENDARIO GIULIANO
Il calendario, istituito da Giulio Cesare, è andato a regime nel 45-46 a.e.v. (ante era volgare) ed è attualmente in ritardo di 13 giorni rispetto al calendario gregoriano. Anche questo calendario considera come inizio anno il Primo Gennaio.
Secondo i suggerimenti del matematico alessandrino Sosigene, venne introdotto l'anno bisestile. Ogni 4 anni, tra il 23 e il 24 febbraio, viene inserito un giorno detto "Bis Sextus".

- CALENDARIO GREGORIANO

Studiato a Roma dall'astronomo Clavio, istituito da Gregorio XIII ed imposto, in tutti gli stati cattolici, a partire dal 15 Ottobre 1582 e.v. sopprimendo 10 giorni dal precedente calendario giuliano (dal 5 al 14 Ottobre compresi).
Considera come anno 1 (non zero) il presunto anno di nascita di Gesù (754 a.u.c.), come era stato erroneamente determinato nel 540 e.v., dall'abate russo ed astronomo Dionigi Il Piccolo (Dionysius Exiguus) ed in seguito adottato dal monaco Beda, nel 725 a.u.c., come anno iniziale dell'era cristiana.

L'errore è evidente; se, secondo Matteo, Gesù è nato durante il regno di Erode il Grande, visto che questi è morto nel 750 a.u.c., allora Gesù è certamente nato prima di questo evento. Ma quanto prima? Questo testo ritiene che possa essere nato nel 747 a.u.c.; è solo una ipotesi, condivisa da altri, che ci permette di conciliare l'evento con altri fatti storici concomitanti.

Questo calendario fu imposto con la forza (e con il massacro di centinaia di persone) in quei paesi cattolici dove la chiesa era particolarmente forte. La chiesa giustificò i massacri sostenendo si trattasse di sprovveduti facinorosi i quali temevano di essere stati defraudati di 10 giorni di vita (!). I motivi erano ben altri; in questa occasione nobiltà e clero (voraci ed ingordi come sempre), pretesero il pagamento delle loro rendite parassitarie per l'intero mese di ottobre, mentre coloro che tali rendite dovevano procurare dovettero provvedere con il 30 per cento di giornate lavorative in meno.

Le rivolte che seguirono furono dovute al fatto che la maggior parte dei lavoratori erano pagati a giornata mentre i proprietari di immobili riscuotevano le rendite mensilmente.
(Hans Rancke-University of Copenhagen).

Il calendario gregoriano si diffuse in Europa molto lentamente; nel primo ventennio del 1900 molti paesi europei utilizzavano ancora il calendario giuliano.

- CALENDARIO EBRAICO
E' un calendario lunare (anno di 354 giorni) allineato al calendario solare mediante un ciclo di compensazione (ciclo di Metone) di 19 anni. Il mese può essere di 29-30 giorni. L'anno 1 (non zero) corrisponde all'anno della creazione del mondo(?) 3760 a.e.v.

Corrispondenza mesi
Nisan (Abib)          Marzo-Aprile
Ijjar (Ziv)                Aprile-Maggio
Sivan       Maggio-Giugno
Tammuz  Giugno-Luglio
Ab           Luglio-Agosto
Elul         Agosto-Settembre
Tisri (Etanim)         Settembre-Ottobre
Marchesvan (Bul)   Ottobre-Novembre
Kisleu     Novembre-Dicembre
Tebet       Dicembre-Gennaio
Sebat       Gennaio-Febbraio
Adar        Febbraio-Marzo


- CALENDARIO DI QUMRAN (Calendario Esseno)
Aveva una durata di 365 giorni evidenziati su una meridiana scoperta a Qumran.

- CALENDARIO ASTRONOMICO
E' il più corretto in senso assoluto ed il meno pratico per le cronologie storiche. Infatti tiene conto dell'anno zero, inserito tra l'uno a.e.v. e l'uno e.v..
Inizia dall' 1 Gennaio del 4713 a.e.v. enumerando tutti i giorni seguenti senza tenere conto dei mesi e degli anni.

ALTRE PRECISAZIONI
- Un anno solare ha la durata di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 6 secondi. A questo proposito il calendario gregoriano eccede, ogni anno di 24 secondi sull'anno tropico; fra 3500 anni occorrerà eliminare un giorno.
- Un anno lunare (ciclo di 12 lunazioni) ha la durata di 354 giorni, 6 ore, 48 minuti e 48 secondi.
- Il terzo millenio è iniziato nel 1993 e.v. se si considera che Gesù è nato nel 7 a.e.v. oppure, tenuta ferma l'ipotesi di Dionigi, inizierà il Primo Gennaio 2001 e.v. e non il Primo Gennaio del 2000 e.v.; questa è stata una licenza festaiola e commerciale alla quale la chiesa ha dovuto "abbozzare" per non perdere la faccia.

- Secondo il rev. J. Lightfoot, Dio ha dato inizio alla creazione del mondo Mercoledi 23 Ottobre dell'anno 4004 (a.e.v.), alle ore 9.00 antimeridiane. Se i calcoli del reverendo sono esatti, dio si sarebbe riposato il Martedi della settimana seguente in barba ai precetti sul riposo al Venerdi, al Sabato o alla Domenica.
- Secondo l'arcivescovo inglese J. Ussher di Armagh-(La Creazione dell'uomo), la terra sarebbe stata creata esattamente Sabato, 22 Ottobre del 4004 (a.e.v.), alle ore 6 pomeridiane
- Secondo Beda la creazione è avvenuta nell'anno 3592 (a.e.v.)
- Secondo Eusebio la creazione è avvenuta nell'anno 5198 (a.e.v.)
- La ricorrenza del Natale è stata fissata al 25 Dicembre all'inizio del IV secolo su sollecitazione di Costantino il Grande e per eliminare la festa pagana dei saturnali.
- L'anno gregoriano 2000 e.v. corrisponde a:

anno romano (Numa)             2753
anno giuliano          2046
anno copto              1716
anno bizantino        7509
anno ebraico (Biblico)            5760
anno greco (Seleucide)           2312
anno islamico (Egira)             1420
anno Nabonassar    2749
anno indiano (Saka)               1922
anno induista          5102
anno buddista (Nirvana)         2543
anno giapponese     2660
anno cinese             4637
anno olimpico         2776
anno astronomico (circa)        6714

- Ma quanto è vecchio questo mondo? Con riferimento all'anno 2000 e.v., eccovi alcune "dotte" valutazioni:
Eusebio                   anni 7198
Genebrard               anni 6900
Husser                    anni 6004
Lightfoot                 anni 6004
Pico della Mir.        anni 5958
Scaligero                 anni 5948
Metone                   anni 5761
Beda                       anni 5592

CORRISPONDENZE TRA CALENDARIO ROMANO E GREGORIANO
(Per gli eventi più significativi)
a.u.c.
e.v.
MITO
STORIA
656
-98
Nascita di Giuseppe
.
691
-63
Nascita di Gioacchino
.
692
-62
.
Roma conquista la Palestina
695
-59
Nascita di Anna
.
705
-49
.
Erode Antipatro prefetto di Giudea
710
-44
.
Uccisione di Giulio Cesare
711
-43
.
Erode il Grande tetrarca della Giudea
715
-39
.
Erode il Grande re della Palestina
719
-35
.
Inizio costruz. Torre Antonia
731
-23
Nascita di Maria
.
734
-20
.
Inizio ricostruzione Tempio
746
-8
Unione di Giuseppe e Maria
.
747
-7
Presunta nascita di Gesù
.
750
-4
.
Morte di Erode il Grande
759
6
.
Erode Antipa al potere
760
7
.
Censimento fiscale
767
14
Morte di Giuseppe
.
779
26
.
Ponzio Pilato prefetto di Giudea
780
27
Inizio attività di Gesù
.
783
30
Morte di Gesù
.
784
31
Inizio attività apostoli
.
789
36
.
Ponzio Pilato lascia la Giudea
802
49
Morte di Maria
.
815
62
Morte di Giacomo
.
817
64
Morte di Paolo
Incendio di Roma
818
65
Morte di Pietro
.
819
66
.
Moti di ribellione in Palestina
820
67
.
Distruzione di Gamla
823
70
.
Distruzione di Gerusalemme
826
73
.
Caduta di Masada
869
116
.
Moti di ribellione in Palestina
886
133
.
Sconfitta di Bar-Kosba
888
135
.
Fine delle rivolte in Palestina



§ 4 - LE DATE RELATIVE A GESU'

Sulle date di nascita e di morte di Gesù Nazareno ci sono decine di "dotte opinioni", allo stesso tempo tutte valide e tutte criticabili che, indirettamente, avvalorano la tesi che si tratti di un personaggio mitico e quindi difficilmente databile.
Quello che ci mette seriamente in imbarazzo è Luca, il quale afferma che Maria ha avuto l'Annunciazione sotto Erode il Grande (morto il 4 a.e.v.) ed ha partorito durante il censimento di Quirino (anno 6-7 e.v.)(!)
In effetti stabilire la data di nascita di Gesù è praticamente impossibile.

- NASCITA DI GESU' (secondo il mito)

L'unico documento che potrebbe dare delle indicazioni utili è il Vangelo secondo Luca il quale però, come sostenuto, malgrado le affermazioni rassicuranti dell'autore, sbaglia in maniera veramente eclatante.
A complicare le cose ci si mette poi anche Dionigi il Piccolo il quale, aggiungendo errore ad errore, ci porta completamente fuori strada.

A conti fatti, sulla base della tabella che segue, ricavata da Luca, dalla data del concepimento (annunciazione) a quella del parto, sarebbero trascorsi 11/12 anni. Se per il fedele questo potrebbe non essere un problema, è innegabile però il discredito che viene gettato sulla storicità della figura di Gesù.


EVENTO
    

EVENTO
RIFER. STORICO
1 - PROEMIO (Luca)
.....Tuttavia, anch'io, dopo aver indagato accuratamente ogni cosa fin dall'origine, mi sono deciso a scrivere con ordine, egregio Teofilo, affinchè tu abbia esatta conoscenza di quelle cose intorno alle quali sei stato catechizzato.
. . . . . . . . . .

Da quello che segue non si direbbe abbia indagato molto.
- ANNUNZIO DELLA NASCITA DI GIOVANNI BATTISTA
Al tempo di Erode, re della Giudea, .......Dopo quei giorni Elisabetta concepì ma si tenne nascosta.......
. . . . . . . . . .

Erode, (il Grande) re della Giudea, è nato nel 74(a.e.v.) e morto nel 4(a.e.v.) all'età di 70 anni.
- ANNUNZIO DELLA NASCITA DI GESU'
Al sesto mese Dio mandò l'angelo Gabriele in una città della Galilea chiamata Nazaret, ad una vergine sposa di un uomo di nome Giuseppe, della casa di Davide ......
. . . . . . . . . .

Dopo sei mesi dall'annuncio ad Elisabetta. Infatti Gesù sarebbe nato tre mesi dopo Giovanni Battista. Quanto a Nazaret era un indirizzo difficilmente reperibile, visto che a quei tempi non esisteva.
2 - NASCITA DI GESU'
In quei giorni uscì un editto di Cesare Augusto che ordinava il censimento di tutta la terra. Questo censimento fu fatto da Quirino che era governatore della Siria........
.......Mentre si trovavano là, [Betlemme] giunse per lei [Maria] il tempo di partorire.......
. . . . . . . . . .

Il censimento della Palestina è stato ordinato ed eseguito negli anni 6/7(e.v.)
3 - LA PREDICAZIONE DI GIOVANNI BATTISTA
Era l'anno quindicesimo del regno di Tiberio Cesare; Ponzio Pilato governava la Giudea, Erode era tetrarca della Galilea e suo fratello Filippo dell'Idumea e della Traconitide;.........

Questo riferimento corrisponde all'anno 27/28(e.v.) circa. E' uno dei riferimenti base su cui Dionigi il Piccolo si è servito per calcolare, sbagliando, l'anno di nascita di Gesù.
           

I riferimenti attribuiti a Luca sono tratti da:
LA BIBBIA - Nuova versione dai testi originali
Edizioni Paoline S.r.l., 1987
Imprimatur: Frascati, 12-11-1982
Sac. Carlo Meconi, Vic. Gen.

Dovendo comunque iniziare da qualche parte, sono state scelte, per questo lavoro, due date fondamentali:

- DATA DI NASCITA: la notte tra il 13 ed il 14 Novembre del 7 (a.e.v.) / 747(a.u.c.)

- DATA DI MORTE: ore 15 del 7 Aprile del 30 (e.v.) / 783(a.u.c.)


e non c'è nulla che possa far ritenere queste date peggiori o migliori di tante altre che vengono continuamente proposte. La data di nascita ha comunque il pregio, se così si può dire, di avvicinarsi molto alle ipotesi formulate, in proposito e in questi ultimi anni, dalla chiesa, presumibilmente basate sulle deduzioni a suo tempo fatte da Giovanni Keplero.
(Rif. 130,131)
Inoltre, queste due date si accordano, abbastanza bene, con quelle di concomitanti eventi storici, databili con un certo grado di sicurezza. Questo, comunque, non vuol dire che siano esatte: come si può dire quando è nato un individuo che probabilmente non è ...mai nato!


Ad ogni modo, ammettendone l'esistenza, il Gesù sarebbe vissuto su questa terra per 36 anni.


Altro motivo di imbarazzo è la reale durata della predicazione del Cristo:

    * per Giovanni si tratta di un anno
    * per Marco e Matteo due anni
    * per Luca almeno tre (tre pasque?)

Un illuminato teologo, Monsignor Bosquet di Vanves, ha calcolato che Gesù, nel corso delle sue peregrinazioni in Palestina, abbia percorso una distanza di 2740 chilometri e 58 centimetri. Tutta la nostra riconoscenza a Mons. Bosquet anche se quello che ci preoccupa un poco sono i 58 centimetri.

In fondo, però, la cosa non ha molta importanza; quello che realmente importa è di non dimenticare i fatti e gli eventi che si tramanda siano accaduti.


§ 5 - I PRESUNTI GENITORI DI GESU'


SEPHER TOLDOS JESCHUT (Una Ipotesi)
Per completezza di informazione riprendiamo il brano che segue dal Dizionario Filosofico di Voltaire, alla voce Messia. Il brano risente molto del noto e viscerale atteggiamento antisemita dell'Autore; resta comunque il fatto che si tratta di un antico e poco noto documento (vero o falso che sia) che questo testo, considerate le premesse iniziali, non può esimersi dal riportare.

Fra tutte le opere dettate da questo loro accecamento, [degli ebrei] nessuna è così odiosa e stravagante come l'antico libro intitolato: Sepher Toldos Jeschut, rimesso alla luce da Wagenseil, nel II tomo della sua opera intitolata: Tela Ignea, ecc.
In questo libello si può leggere una storia mostruosa della vita del nostro Salvatore, forgiata con tutta la passione e la malafede possibili. Così, per esempio, vi si trova che un certo Panther o Pandera, abitante di Betlemme, essendosi innamorato di una giovine donna sposata a Jochanan, ebbe da questo commercio impuro un figlio che fu chiamato Jesua o Jesu. Poi il padre di questo bambino fu obbligato a fuggire, e si ritirò a Babilonia. Il piccolo Jesu da parte sua fu mandato a scuola; ma, aggiunge l'autore, ebbe l'insolenza di star a testa alta e scoperta davanti ai sacrificatori, invece di presentarsi davanti a loro a testa bassa e col viso coperto come era costume: atto che destò grande riprovazione, e attirò l'attenzione sulla sua nascita spuria, esponendolo così all'ignominia.
Questo Sepher Toldos Jeschut era conosciuto fin dal secondo secolo: Celso lo cita dandogli fede, e Origene lo confuta nel suo IX capitolo.
Un altro libro anch'esso intitolato Toldos Jeschut, pubblicato l'anno 1705 dallo Huldrich, segue più da presso l'Evangelo dell'infanzia, ma formicola di anacronismi e di grossolani errori. Fra l'altro fa nascere e morire Gesù sotto il regno di Erode il Grande, e vuole che davanti a questo principe sia stata mossa la causa dell'adulterio di Panther e di Maria madre di Gesù. L'autore, che prende il nome di Jonathan e si dice contemporaneo di Gesù e abitante di Gerusalemme, dice che Erode consultò a questo proposito i senatori di una città della terra di Cesarea.
(Rif. 410)


E' probabile che questa interpretazione sia stata tratta dal libro "Contro i Cristani" di Celso (II-III sec.) il quale recita:

.....tu t'inventasti la nascita da una vergine: in realtà tu sei originario da un villaggio della Giudea e figlio di una donna di quel villaggio, che viveva in povertà filando a giornata. Inoltre costei, convinta di adulterio, fu cacciata dallo sposo, falegname di mestiere. Ripudiata dal marito e vergognosamente randagia, essa ti generò quale figlio furtivo. ........Tua madre dunque fu scacciata dal falegname che l'aveva chiesta in moglie, perchè convinta di adulterio e fu resa incinta da un soldato di nome Pantera.

Alcuni autori ritengono di aver individuato questo misterioso Pantera in:
Tiberio Giulio Abdeo, detto Panthera, centurione dell'esercito romano, presente in Palestina prima del 9 (e.v.).
Sarebbe morto a 62 anni e sepolto nei pressi di Bingerbruck (Germania) dove è stato trovato un monumento funebre a lui dedicato.
(Rif. 855, 330)

Un'altra interpretazione molto fantasiosa (forse troppo!) sostiene che Maria sia stata sedotta niente meno che da Tiberio (futuro imperatore) che da giovane si trovava in Giudea. Questo giustificherebbe le ambizioni di Gesù ad essere proclamato re dei giudei.


Una nuova versione dei fatti viene fornita da Luigi Cascioli, prelevata dal Vangelo delle Toledoth (Vangelo degli Ebrei).
(Rif. 760)

Ai tempi del secondo santuario, essendo imperatore Tiberio, e ai tempi di Erode II d'Israele, responsabile di azioni malvagie, come è raccontato nello Josippon, in quei tempi c'era un uomo della stirpe di David, chiamato Giuseppe, che aveva una moglie di nome Maria; egli era timoroso di Dio ed era discepolo del Rabbino Schimon ben Shatach. Abitava vicino a lui un malvagio, di nome Jochannan, trasgressore delle leggi ed adultero. Maria era una donna di bell'aspetto, ed il malvagio Jochannan aveva posto gli occhi su di lei, voleva possederla. Così seguiva sempre la donna ma in modo che lei non si accorgesse di nulla.
Il fatto avvenne nel mese di Nissan, alla fine della Pasqua, nel giorno di Sabato, a mezzanotte.
Poichè Giuseppe doveva recarsi al tempio per le cerimonie, questo malvagio si alzò di nottetempo e si appiattò vicino alla porta della casa. Quando Giuseppe uscì, Jochannan entrò in silenzio e giacque con Maria, mentre lei gridava, pensando che fosse il marito:
- Mio signore, mio signore, perchè ti accoppii con me? Non lo sai che ho le mestruazioni e sono impura? Allontanati da me, e non fare questa orribile azione, non suscitare l'ira divina. -
Ma il nalvagio giacque con lei e lei rimase incinta di lui. Jochannan se ne andò via ma poco dopo ritornò per ripetere la stessa azione. Maria si ribellò ancora e, sempre convinta che fosse il marito, gli ripetè:
- Non ti è bastato offendere Dio una volta? Ora ritorni ancora? -
Il malvagio, dopo averla posseduta una seconda volta, se ne andò via dalla casa. La donna era addolorata e piangeva, e si colpiva forte il volto per il peccato commesso.
All'alba Giuseppe ritornò a casa e trovò la moglie che piangeva e si lamentava. Le chiese cosa avesse e lei gli rispose:
- Guai a noi e guai a mia madre che mi ha generato, e guai a te che hai commesso una così grave trasgressione, sapendo che ero mestruata sei venuto da me due volte questa notte senza timore di Dio! Cosa sarà di te il giorno del giudizio? -
Giuseppe così le rispose:
- Sei matta, forse hai fatto un sogno e hai pensato che fossi io! -
Ma Giuseppe aveva capito che il responsabile era il suo vicino ma non disse nulla alla moglie. Lo stesso giorno andò dal rabbino Shimon ben Shatach suo maestro il quale, dopo averlo ascoltato, gli disse:
- So che non hai testimoni, per cui la sola cosa che puoi fare per controllare se il figlio che nascerà sarà di Jochannan il malvagio, è di segnarti il giorno. -
Giuseppe, però, pensando che se fosse rimasto a Gerusalemme gli sarebbe venuta grande vergogna e disprezzo per ciò che era avvenuto a sua moglie, la quale sarebbe rimasta incinta non certo di lui che tutti sapevano non aver mai avuto contatti con lei, decise di partire per trasferirsi in Babilonia lasciando la moglie nella sua casa.
Dopo nove mesi avvenne che Maria partorì un figlio a cui dette il nome di Giosuè che era il nome di suo zio, fratello di sua madre. Lo circoncisero a otto giorni.
Maria non avendo mai saputo ciò che era veramente successo, rimase nella convinzione che Giosuè fosse il figlio di suo marito Giuseppe anche se tutti sapevano la verità perchè Jochannan il malvagio lo aveva raccontato alla gente del paese. Tutti parlavano di questo fatto, mentre lei non ne sapeva nulla.
Quando il ragazzo crebbe lo mise in una scuola per studiare la Torah e quel bastardo era intelligente tanto che in un giorno imparava ciò che agli altri non bastava un anno. Per questo che da quel giorno i rabbini dissero:
- I bastardi sono intelligenti ma lo sono di più se figli di una mestruata. -
Giuseppe, marito di Maria, stava in Babilonia lontano da Gerusalemme due mesi di viaggio. Mai chiese di lei nè fece sapere ad alcuno la sua questione e colà rimase per tutta la vita.
Un giorno, durante una lite con i compagni, Giosuè venne a sapere da questi che era un bastardo figlio di una mestruata. Ritornato a casa raccontò tutto alla madre, la quale, dopo essersi accertata che il fatto fosse vero, rimase così sconvolta che gli tolse il nome Giosuè, suo zio, e lo chiamò Gesù.

§ 6 - DEMOGRAFIA E NUMERI

Acune cifre strabilianti ed assai poco realistiche che, ogni tanto ci vengono prospettate dagli storici dell'antichità, possono avere due possibili giustificazioni:

    * la difficoltà di comunicare, di accedere ad informazioni di prima mano ed una visione, necessariamente parziale, del mondo in cui vivevano, può averli indotti in errore, tanto da alterare determinati valori sino all'inverosimile;
    * oppure la necessità di compiacere i loro mecenati, dei quali descrivevano le gesta, esaltando le loro imprese a volte con cifre decisamente esagerate.

Pertanto, prima di procedere nella lettura delle cronologie riportate in questo testo, occorre prendere visione di quanto contenuto nel seguente Inserto 03; aiuterà a ridimensionare ed a rendere più comprensibili ed accettabili determinati eventi.


INSERTO 03 - Note Demografiche (secondo recenti studi)
Secondo le ultime conoscenze scientifiche:

    * l'universo avrebbe cominciato ad espandersi dai 14-15 miliardi di anni fa (Big-Bang);
    * la vita sarebbe apparsa sulla terra da circa 4 miliardi di anni;
    * l'apparizione dell'uomo (homo sapiens) risalirebbe ad oltre 160 mila anni or sono;
    * da allora sarebbero vissuti sulla terra oltre 100 miliardi di individui definibili come umani (umanoidi).

La seguente tabella, compilata sulla base di autorevoli fonti (Rif. 200,202,203,205, 208,210,215), mette subito in evidenza alcuni valori essenziali per la corretta valutazione degli eventi, almeno in chiave demografica, accaduti ai tempi di Gesù.
(Le cifre in parentesi sono stimate e/o calcolate).

ANNO
e.v.

POPOLAZ.MONDIALE
(Milioni)

DETTAGLI
(Milioni)

- 10000
(?)
Primi tentativi di agricoltura
- 8000
(10)
Primi insediamenti agricoli permanenti
- 5000
(100)
Messa a coltura della Valle del Nilo
- 4000
(125)
Messa a coltura della Valle dell'Indo
- 2500
(175)
Prime applicazioni dell'uso dei metalli
- 1000
(190)
.
- 600
(200)
.
- 300
(220)
Di cui: Cina=50
1
(250)
Inizio dell'Era Volgare
Di cui:
Europa=35 di cui: Italia=4
India=45
Cina=58 (Primo censimento cinese)
Impero Romano=26

200
(255)
Di cui:
Europa=38
Vicino Oriente=18
Impero Romano=35 / 50(?)

400
(260)
Di cui: Europa=32
600
(300)
Di cui: Europa=30
800
(330)
Di cui:
Europa=35

1000
(365)
Di cui:
Europa=40 di cui: Italia=5

1200
(400)
.
1300
(420)
Di cui:
Europa=70 di cui: Italia=12

1400
(435)
.
1500
(450)
Di cui: Europa=85
1600
(470)
Di cui:
Europa=89 di cui: Italia=13

1650
500
.
1700
(650)
Di cui: Europa=125
1760
(780)
Di cui: Europa=140
(Cristiani=50)

1800
(820)
Di cui:
Europa=146 di cui Italia=18

1830
1000
.
1900
(1700)
Di cui:
Europa=295 di cui Italia=33

1950
2500
.
1976
4000
.
1989
5240
.
2000
6000
Di cui:
Europa=510 di cui Italia 57

2010
(6890)
Di cui:
Terzo Mondo=5670

2020
(7500)
.
2025
(8000)
Di cui:
Terzo Mondo=6800



Occorre sempre tenere presente che, all'inizio dell'Era Volgare, la vita media di un individuo è stata stimata in 30 anni.


(Secondo Deevey Edward - The Human Population - vi è invece ragione di ritenere che fra l'8000 e il 4000 (a.e.v.), come conseguenza della rivoluzione agricola, l'umanità sia aumentata di circa 16 volte.)

Tenuto conto della tabella, si possono fare alcune osservazioni sulla Palestina, anche se mancano molti elementi per un calcolo preciso:

   1. - nell'anno 754(a.u.c.), anno 1(e.v.), la popolazione dei territori conquistati e facenti parte dell'Impero Romano era di circa 26 milioni di individui;
   2. - la superficie dei territori conquistati poteva essere di circa 6 milioni di Kmq;
   3. - la Palestina entro i suoi confini, come allora definiti, aveva una superficie di circa 20.000 Kmq, una parte estremamente modesta dell'impero;
   4. - parte del territorio palestinese era di natura desertica e, quindi, più adatto alla pastorizia che a consistenti insediamenti agricoli; si può perciò supporre una densità di popolazione, per Kmq, molto modesta.
   5. - tutto il territorio palestinese era stato conquistato, ed era tenuto sotto dominazione, con un impiego di truppe decisamente ridotto. Infatti l'esercito di occupazione era composto da 3 coorti di legionari, pari a 1800 uomini, più altri 1200 militi facenti parte della cavalleria o appartenenti a gruppi ausiliari composti da soldati greci, siriani e arabi.
      (Rif. 130)

Vagliando tutti gli elementi disponibili e tenuto conto di una miriade di fattori, qui non elencati, si può, molto grossolanamente, stimare una popolazione palestinese residente compresa tra 160.000 e 240.000 persone. L'incertezza è grande ma qualche conferma, indiretta, ci può venire dall'esame di un altro aspetto: superficie e popolazione di Gerusalemme.

La città, a quell'epoca, affidandoci alle mappe contenute in Rif. 130, poteva avere, entro le mura, una superficie di 1.500.000 mq. in proiezione orizzontale. A questo occorre togliere 135.000 mq. per lo spazio occupato dal Tempio ed almeno altri 200.000 mq. per spazi destinati ad edifici pubblici, palazzi residenziali, fortificazioni ecc.; restano perciò 1.165.000 mq. destinati a vie di comunicazione cittadine e case di abitazione, senza dimenticare che la città non è in piano (si eleva sino a 750 metri s.l.m.) e, quindi, la superficie non è perfettamente godibile. Anche se conti precisi non se ne possono fare, si può però ragionevolmente pensare che l'area entro le mura e gli agglomerati fuori porta potessero ospitare dai 30.000 ai 35.000 abitanti.
R. Laurentin (Rif. 378) ritiene che gli abitanti di Gerusalemme potesse essere circa 25000.
Durante particolari festività religiose era probabile che tale popolazione raddoppiasse.

Un riferimento improprio ma orientativo: nel 424 (a.e.v.) Alessandro il Grande parte, per raggiungere l'India, con un esercito di soli "23000 uomini".
(Rif. 250)

Alle soglie del terzo millenio i cristiani nel mondo sono circa un miliardo. Di questi circa 600 milioni appartengono alla setta cattolica; gli altri appartengono alle altre numerose sette quali: protestanti, ortodossi, pentecostali, anglicani, ecc. Nella sola America del nord sono state contate oltre 500 distinte forme di cristianesimo.

§ 7 - LE POSSIBILI CHIAVI DI LETTURA

A questo punto è inutile continuare ad ignorare il fatto che l'argomento trattato (anche il modo di esporlo e gli inevitabili commenti) potrebbe essere recepito, da taluni lettori, come dissacrante, irriverente ed anticlericale.
Trattandosi di una esposizione atea e razionale delle cose, anticlericale lo è per forza di cose!
Anche se il recepire o meno certi messaggi, dipende molto dalla conoscenza, dalla formazione e dal substrato culturale di chi legge.

Al di là di qualsiasi spunto polemico, si può affermare che esistono due possibili chiavi di lettura per il contenuto di questo testo.
La prima può essere quella suggerita, indirettamente, da S.Ignazio di Loyola (1491-1556 e.v.) che, ai suoi tempi, affermava:


- Noi dobbiamo essere pronti a credere che ciò che vediamo è bianco,
quando invece è nero, se la gerarchia della chiesa ha deciso così.


L'altra chiave la suggerisce Voltaire il quale, malgrado tutto ciò che si è detto di lui, non era affatto ateo ma un deista convinto:

- Il dubbio è scomodo ma solo gli imbecilli non ne hanno.