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(Il testo è di Alateus, link a fondo pagina)

sabato 10 ottobre 2009

PARTE III - Il Mito di Gesù (capitolo 3)

279 - GESU' VIENE CONDOTTO ALLA CASA DI ANNA (Venerdi, 7 Aprile)
Anna era lo suocero di Giuseppe Caifa. Caifa, in quell'anno, era il sommo sacerdote di turno.
(Rif. 020)

280 - PIETRO SEGUE A DISTANZA
Pietro segue il corteo, a debita distanza, con un altro discepolo (Giovanni?)
(Rif. 005,010,015,020)

281 - PIETRO NEL CORTILE DI ANNA
Pietro entra nel cortile di Anna mediante l'aiuto dell'altro discepolo che conosceva bene la portinaia del palazzo.
(Rif. 020,065)

282 - INTERROGATORIO DI ANNA
Gesù risponde alle domande di Anna con tono polemico.
(Rif. 020)

283 - GESU' VIENE SCHIAFFEGGIATO
Una delle guardie schiaffeggia Gesù per il tono poco riguardoso tenuto nei confronti di Anna.
(Rif. 020)

284 - GESU' VIENE SCORTATO DA CAIFA
? . . . . ?
(Rif. 005,010,015,020,085)

Trasferimento inutile considerato che Anna e Caifa vivevano nella stessa casa.

285 - L'ATTESA ED IL RINNEGAMENTO DI PIETRO
In attesa, nel cortile di Caifa, Pietro rischia di essere scoperto e nega di essere un apostolo di Gesù.
Alla terza negazione un gallo canta, Gesù getta uno sguardo su Pietro e questo fugge pieno di vergogna.
(Rif. 005,010,015,020)

286 - L'ATTESA E GLI OLTRAGGI
In attesa di comparire davanti a Caifa, le guardie che custodiscono Gesù, lo deridono e lo percuotono.
(Rif. 015)

287 - RIUNIONE DEL SINEDRIO (Venerdi, 7 Aprile - appena giorno)
Si riuniscono i capi del popolo, i sacerdoti e i dottori in legge. Gesù viene condotto davanti al Sinedrio. Presiede Caifa vestito in pompa magna. Era detto anche Tribunale di Gazith, situato presso il muro ovest del Tempio, l'attuale muro del pianto.

(Rif. 015,378)

Questo processo era praticamente e formalmente impossibile. E' stato introdotto nei vangeli per gettare la colpa della morte di Gesù sugli ebrei "deicidi". La storia la scrivono i vincitori.

PROCESSI EBRAICI (LA STORIA)

Qualsiasi processo, per avere un minimo di credibilità, non può prescindere da certe regole procedurali e deve garantire un minimo di difesa per l'accusato.
Riprendiamo da W.Fricke (Rif. 370) alcuni punti essenziali in merito ai processi ebraici:

- I processi non potevano essere svolti in una abitazione privata ma nell'apposita area del Tempio, detta Beth Din.
- I processi non potevano essere svolti di notte.
- I processi non potevano essere svolti alla vigilia di una festività importante, come la Pasqua.
- La sentenza non poteva essere pronunciata sulla base di una sola confessione estorta.
- La sentenza di morte non poteva essere pronunciata se non erano trascorse almeno 24 ore dall'interrogatorio.
- Il capo d'accusa non costituiva necessariamente un reato di blasfemia.

L'espressione BAR-ABBA (figlio del padre, figlio di dio) era un appellativo molto comune, all'epoca; veniva sovente aggiunto al nome dell'interessato in segno di deferenza. D'altro canto, secondo la Torah, tutti gli ebrei sono figli di dio (Bar-Abba) ed anche Gesù era un ebreo.
Gli ebrei potevano eseguire liberamente sentenze di morte senza dover ricorrere ai romani per esserne autorizzati. Basta ricordare:
- le numerose sentenze dei diversi Erode a carico di ebrei
- l'uso corrente della lapidazione come punizione per le adultere
- la lapidazione di diversi apostoli tra i quali Giacomo Il Giusto
- l'uccisione di Giovanni Battista a Macheronte
- ed altri...
In occasione di particolari festeggiamenti romani (es. un nuovo imperatore), veniva a volte concessa una amnistia che però riguardava solo i reati minori.

288 - PARTECIPANTI DI SPICCO
Tra i partecipanti al Sinedrio si segnalano in particolare:

* Anna
* Caifa
* Semes
* Dathae
* Gamaliele
* Giuda
* Levi
* Neftalim
* Alessandro
* Giairo
* Siro.
(Rif. 080)

289 - CAPI DI ACCUSA
Le accuse formulate contro Gesù, sia presso il Sinedrio che presso Pilato, sarebbero state le seguenti:

* Aver bestemmiato per essersi dichiarato figlio di Dio (Bar-Abba)
(Rif. 005,010,015)
* Aver minacciato la distruzione del Tempio (e sua riedificazione in tre giorni)
(Rif. 005,010)
* Avere eseguito guarigioni di sabato
(Rif. 080)
* Aver rubato i libri sacri
(Rif. 085)
* Essere nato da adulterio
(Rif. 080)
* Essere stato la causa prima della strage degli innocenti dell'anno 748 a.u.c.
(Rif. 080)
* Essersi proclamato re dei Giudei.
(Rif. 080)


290 - FALSI TESTIMONI A CARICO
Durante l'udienza presso il Sinedrio vengono rintracciati ed ascoltati alcuni falsi testimoni. Solo Nicodemo tenta una debole difesa in favore di Gesù.
(Rif. 005,010)

291 - COMPORTAMENTO DI GESU' DAVANTI AL SINEDRIO
Alle domande che gli vengono poste Gesù non risponde oppure risponde in maniera evasiva.
(Rif. 005,010,015)

292 - LE VESTI STRACCIATE
Gesù alla fine dice, o lascia intendere, di essere figlio di Dio. Caifa la considera una enorme bestemmia e si straccia le vesti.
(Rif. 005,010)

293 - CONDANNA A MORTE
Il Sinedrio giudica Gesù meritevole di morte.
(Rif. 005,010)

Potrà sembrare una stranezza ma, secondo l'antica Legge Mosaica, quando un colpevole veniva condannato a morte all'unanimità, questi doveva essere immediatamente liberato, per sospetta faziosità del tribunale. Nel caso specifico di Gesù la condanna a morte era formalmente valida perchè mancavano almeno due voti all'unanimità: quello di Nicodemo e quello di Giuseppe d'Arimatea. D'altro canto, secondo la legge, una condanna a morte poteva essere pronunciata solo dopo 24 ore dall'interrogatorio.

294 - NESSUNA CONDANNA
Secondo Giovanni non c'è stato nessun processo ebraico e nessuna condanna a morte. Gesù, dopo un primo sommario interrogatorio da parte di Anna, è stato inviato a Caifa affinchè lo custodisca in attesa di comparire innanzi a Pilato.
(Rif. 020)

295 - NUOVI OLTRAGGI
Dopo la condanna del Sinedrio Gesù viene percosso, gli sputano in faccia e lo dileggiano. In seguito viene rinchiuso nelle cantine di casa Caifa.
(Rif. 005,010)

296 - UNA DELEGAZIONE DA PILATO
Tenuto consiglio, una delegazione del Sinedrio si reca da Pilato per rinnovare le accuse contro Gesù e chiedere l'esecuzione della condanna capitale. I componenti la delegazione sono gli stessi elencati in precedenza.
(Rif. 005,010,080)

La residenza abituale dei Procuratori romani era a Cesarea. Non è noto per quali motivi Pilato fosse presente a Gerusalemme e dove si trovasse: nel suo palazzo o alla Torre Antonia, sede del presidio romano.
La richiesta di esecuzione capitale fatta a Pilato viene giustificata asserendo che gli ebrei, sotto dominazione romana, non potevano eseguire una sentenza di morte (negazione dello Jus Gladiis).
Non è esatto; era solo vietato agli ebrei eseguire condanne a morte mediante la spada o la croce. Avevano invece la facoltà di procedere alla lapidazione, allo strangolamento ed alla decapitazione con la scure. (v. Giovanni Battista)

Un cortese collaboratore ci precisa:
Lo "jus gladii" si applicava alla sola Giudea ed entrò in vigore dopo la morte di Erode il Grande. Ne da testimonianza lo scrittore giudeo Giuseppe Flavio nelle "Antichità Giudaiche", Libro 20 - Cap. 9.
(G.S.)

297 - LE RICHIESTE A PILATO
La delegazione accusa Gesù di varie colpe tra le quali quella di essersi dichiarato re dei giudei. Viene chiesto a Pilato di dare corso all'esecuzione della condanna a morte.
(Rif. 005,010,015,020,085)

298 - LA MOGLIE DI PILATO
La moglie di Pilato, Claudia Procula, ha fatto un sogno premonitore. Avverte pertanto il marito di non immischiarsi in quella che viene ritenuta una bega tra giudei.
(Rif. 005,080)

299 - PILATO CERCA DI DESTREGGIARSI
Memore dell'ammonimento della moglie e non ravvisando particolari colpe a carico di Gesù, Pilato si dichiara incompetente ad esprimere un giudizio.
(Rif. 080)

300 - CONVOCAZIONE DI GESU'
Pressato dalle insistenze dei giudei, Pilato ordina ad un suo corriere/messo di condurre Gesù in sua presenza per interrogarlo.
(Rif. 080)

301 - IL MANTELLO DEL CORRIERE
Il corriere introduce Gesù facendolo camminare sul suo mantello steso a terra.
(Rif. 080)

302 - I GIUDEI PROTESTANO
I giudei protestano per l'atto di formale ossequio reso a Gesù con il mantello.
(Rif. 080)

303 - LE INSEGNE SI INCHINANO
Quando Gesù entra le insegne imperiali, rette da 12 portainsegne, si inchinano riverenti senza che i portainsegne se ne rendano conto.
(Rif. 080)

304 - ALTRA PROTESTA DEI GIUDEI
I giudei protestano vivamente contro i portainsegne per l'omaggio reso a Gesù.
(Rif. 080)

305 - SOSTITUZIONE DEI PORTAINSEGNE
I portainsegne si discolpano; Pilato vuole essere conciliante e chiede ai giudei di reggere essi stessi le insegne.
(Rif. 080)

306 - LE INSEGNE SI INCHINANO ANCORA
Gesù viene introdotto una seconda volta e le insegne si inchinano nuovamente malgrado gli sforzi dei giudei.
(Rif. 080)

307 - PRIMO INTERROGATORIO DI PILATO
Pilato interroga Gesù circa la sua pretesa di considerarsi re dei giudei e sulle altre accuse che il Sinedrio muove contro di lui. Risposte evasive di Gesù.
(Rif. 005,010,015,020,080)

308 - TESTIMONI A FAVORE
Durante l'interrogatorio di Pilato si presentano spontaneamente alcuni testimoni a favore di Gesù:

* Nicodemo
* un ex paralitico
* un ex cieco dalla nascita
* un ex storpio
* un ex lebbroso
* Bernice, ex emorroissa

Proteste e contestazioni a non finire da parte dei giudei.
(Rif. 080)

309 - PILATO NON RAVVISA COLPE
Pilato è sempre più perplesso e non riesce a capire di quali colpe possa essere accusato Gesù.
(Rif. 015,020,080)

310 - INVIO AD ERODE ANTIPA
Quando viene informato che Gesù è originario della Galilea, Pilato cerca di liberarsi del problema e lo manda da Erode Antipa, competente per giurisdizione.
(Rif. 015,080)


Alcuni autori sono dell'avviso che il personaggio inviato ad Erode non fosse quello interrogato da Pilato. Notare, sulla mappa di Gerusalemme, che i palazzi di Pilato e di Erode erano prospicienti.

311 - ERODE CURIOSO ED INTERESSATO
Erode desiderava da tempo conoscere Gesù ed assistere a qualcuno dei suoi prodigi.
(Rif. 080)

312 - LA TUNICA BIANCA
Gesù non e' propenso a compiere prodigi per il divertimento di Erode. Questo si spazientisce, lo fa rivestire con una tunica bianca e lo oltraggia con i suoi soldati.
Comportamento strano: la tunica bianca era la veste degli adepti esseni, simbolo di dignità sacerdotale.
(Rif. 015,080)

313 - RINVIO A PILATO
Gesù viene rinviato, nuovamente, al giudizio di Pilato.
(Rif. 015,080)

314 - SECONDO INTERROGATORIO DI PILATO
Su insistenza dei giudei Pilato interroga ancora Gesù.
(Rif. 015,080)


315 - NESSUNA COLPA
Malgrado tutto Pilato non riesce a giudicare Gesù colpevole, mentre i giudei continuano a chiedere la sua morte, minacciando una sommossa.
(Rif. 080)

316 - PILATO PROPONE UNA SCELTA
Secondo una tradizione (inventata dalla chiesa), Pilato aveva il potere di graziare, in occasione delle feste pasquali, un condannato a morte.
Un altro condannato, in attesa di esecuzione, era un certo Barabba, reo di ribellione ed omicidio. Richiesti di esprimere la loro preferenza i giudei chiedono a gran voce la liberazione di Barabba e la crocifissione di Gesù.
(Rif. 005,010,015,020,065)


INSERTO 15 - Barabba (Secondo il Mito)
Occorre anzitutto premettere che Barabba o Bar-Abba non è un nome ma un appellativo, un titolo e significa "figlio del Padre" e per estensione di significato "figlio di Dio". Visto come sono andate le cose, dalla Genesi in poi, possiamo considerarci tutti Barabba!
Dobbiamo quindi ritenere che Barabba sia un personaggio di pura invenzione degli autori evangelici.
Non viene indicato come un delinquente comune (un ladrone) bensì come un partigiano che si era battuto, a mano armata, contro gli oppressori romani. Sarebbe stato catturato ed imprigionato durante una sommossa scoppiata in Gerusalemme, che aveva causato una vittima. Barabba sarebbe quindi stato accusato e condannato a morte per questo omicidio e per sovversione.

Stando così le cose, da un punto di vista politico, Barabba era molto più colpevole di Gesù Nazareno, che si era limitato a dichiararsi "figlio di Dio (Barabba) e ad autoproclamarsi "re dei Giudei". Come era dunque possibile uno scambio del genere riportato nei vangeli?
Oltre a tutto il resto anche Barabba si chiamava Gesù, quindi ci troviamo di fronte a due individui, processati quasi contemporaneamente, per la stessa colpa di insubordinazione nei confronti dell'impero. Uno si chiamava Gesù Barabba (detto il Nazareno) e l'altro Gesù Barabba (detto il Lestos).
Nelle edizioni antiche, del Vangelo di Matteo, (Rif. 150) si legge testualmente:

Avevamo in quel tempo un prigioniero famoso, Gesù Barabba, il quale era stato messo in carcere in occasione di una sommossa scoppiata in città e di un omicidio.

Nelle edizioni moderne (Rif. 005,130) invece si legge:

in quel tempo c'era un prigioniero distinto di nome Barabba....

L'aggiustamento è notevole quanto ingenuo. Bruciare le biblioteche (come quella di Alessandria) in genere non serve a nulla: appaga solo i cretini che lo fanno, ma certe memorie comunque restano!
Allora quale dei due Barabba l'avrebbe scampata? Il Corano (Rif. 135) afferma che Gesù Nazareno non è stato crocifisso.

Anche altri autori sostengono la tesi che a finire sulla croce sia stato Gesù Barabba (il Lestos) mentre Gesù Barabba (il Nazareno), ottenuta la libertà, avrebbe continuato a predicare per altri 11 anni, ed al dodicesimo si sarebbe trasfigurato, nel corso di un grandioso evento, durante il quale avrebbe rivelato ai suoi discepoli alcune fondamentali verità (?).
(Rif. 126,175,390,995)

NOTA - Secondo il diritto romano e nell'ambito delle sue funzioni di procuratore, Pilato non aveva nessun potere di grazia. Se avesse applicato questa supposta tradizione si sarebbe reso responsabile di un grave errore, o quanto meno di un abuso di potere, nei confronti dei suoi diretti superiori. E poi, se di scelta si trattava, c'erano anche i due ladroni, Gesta e Disma, da far entrare in concorso.
A parte ciò Pilato era ben consapevole di dover reprimere, con estrema durezza, qualsiasi tentativo insurrezionale e condannare qualsiasi sedicente liberatore, o messia. Non avrebbe mai condizionato i suoi poteri ad un referendum popolare. Da questo mitico episodio del ballottaggio si è sviluppato un odio assurdo contro gli ebrei accusati di "deicidio". Solo nel 1962 Giovanni XXIII (bontà sua!) discolperà gli ebrei da questa accusa.

Alcune recenti tesi sostengono che Pilato non ha dovuto fare nessuna scelta. Agendo molto pragmaticamente, e nell'ambito delle sue competenze, avrebbe semplicemente:

1. liberato Gesù Nazareno perchè le accuse a suo carico erano inconsistenti;
2. condannato a morte Barabba per sedizione ed omicidio.

Se e' andata così la grande figura del figlio di dio che si sacrifica per redimere l'umanità crolla come un castello di carte.

317 - PILATO SE NE LAVA LE MANI
Pilato si lava pubblicamente le mani dichiarandosi, con questo gesto simbolico, non responsabile della morte di Gesù che egli continua a ritenere innocente.
(Rif. 005,080)


Il Pilato che si lava le mani è una immagine retorica molto bella e suggestiva ma ha un grosso difetto: Pilato era tutt'altro che uno sprovveduto!

318 - LA SENTENZA: QUELLA DI PILATO
La sentenza di Pilato prevede, secondo la legge, che Gesù venga flagellato prima di essere crocifisso (flagellazione con 49 colpi di flagrum).
(Rif. 080)

INSERTO 16 - Sentenza di Pilato (Secondo il Mito)
Questo documento, datato 1580(e.v.), è conservato a Simanca (E), presso l'Archivio Generale-Segreteria di Stato- L847/F1.
La versione riportata è ripresa dal volume di M. Craveri - I Vangeli Apocrifi.
(Rif. 330)
Sulla attendibilità storica del documento il giudizio è lasciato a chi legge; in buona sostanza sembra un'altra tessera del mosaico di bugie, costruito, nel corso di due millenni, a sostegno di determinate tesi sulla vita di Gesù.

Sentenzia che diede Pilato contra Cristo nostro Signore -
Copia de la sentenzia che diede Pilato contra cristo nostro signore ritrovata nela cita de Laquila inoabruzo, de lanno 1580 in Certte antiquita di marmori dove si trovorno doi Cassete, una di ferro, nela quale vi era una carta bregamina et selcrito in littre ebreia Che se in terpetato deliu fraschritto tenore:
Lanno 17º de tiberio Cesare Enperador romano et di tutto il mondo monarcha in vittisimo et nelle olimpiade 121 et nelle Chiade 24 et nella Creiacione del Mondo secondo il numero e compartimento deli ebrei quattro volte 1147 dela propaggine del romano Inperio lanno 73 et de la liberacione dela servitu de la Babilonia lanno 430 et dela restitutucione del saqro inperio lanno 497 sotto li conzoli del pontechie Romano lucio pisano et marzio silaurico pro cunzoli delo in vocio valerio palestino plubico governadore de giudeia quinto flavio sotto il riggimento et governo dela Cita Jerosalem presidente gratissimo pocio pilato reggente dela bassa galilea herodiade anti patrircha et pontifice del sommo sacerdocio anna et caifas: alesmael mastro del tempio Rabaham ambel: irachino Centurione de conzoli et de la Cita di Jerosale quinto Cornelio Sublemio et sesto ponpilio Ruffo nel mese de Marzo sotto il di 25.
Yo Ponzio pilato qui presidente de linpero romano dentro al palazo de larchiresidenza giudico connanno sentenzio a la mortte Jesu chiamato Christo Nazareno de la turba de patria galilea homo sedicioso dela legge Mosaica Contra lo magnio inperador tiberio Cesare ditermeno et pronunzio per questo che la morte sua sia nella Coroce con chiodi a hosanza di rei per che qui Congregatosi molti homini richi et poveri non ha cessato di conmovere tumulto per tutta la galilea facendosi figliolo de iddio Rre de israel con minaciar la roina di Jerosalem e del saqro inperio con dinegare lo tributo a Cesare doversi, et averio ancora auto ardire de intrare con palme e triunfo e conpaquiato da la turba como Rre dentro de la Cita di ierosalem nel sacro tempio, onde comando al mio Centurione quinto Cornelio conduca publicamente por la Cita di ierosalem esso iesu Christo ligato e flaggelato di porpora vestito e coronato di pondente spine, con la propia Croce ne li omeri accio sia esenpio a tutti li mali fattori e con lui voglio siano condotti doi ladroni homicidi et uscirano per la porta giancarola ora detta antoniana conduca seco giesu al plubico monte di scelirati chiamato Calvario dove crucifisso e morto il corpo resti su la Croce come spettacolo di tutti li malvaggi et su la Croce sia posto il titolo in tre linguaggi ebreo greco et latino Ebreo iesu aloi chisidin - Greco iesus nazareno - Latino iesus nazarenus Rex iudeoro.
Comandamo ancora che nesciuno de qual si voglia stato sosia ardischa temerariamente inpedire tal giusticia per noi comandata administrata et esiguita con ogni rigore secondo li decreti e legge del Romani come ebrei sotto pena de Rebelione alinpero Romano.
Testimoni di questa nostra sentenzia li dodeci tribui de Israel: Ravan-Daniel - Rabani II - Joan - Barbosisabet - Preticlani.
Per il sommo sacerdocio Raban - Judas - Boncasato.
Per li farisei Rolian - Simon - Daniel.
Raban - Mordogin - Boncortassitis.
Per linperio et presidente di roma: lucio sextilio amostro Silio.
Notari di questa publica Criminali per li libri: Nastan - Restena.

319 - LA SENTENZA: QUELLA DI ERODE
Stando al Vangelo di Pietro parrebbe che la sentenza sia stata emessa da Erode Antipa e che la stessa sia stata eseguita dalle sue guardie.
(Rif. 075)

320 - I GIUDEI CORROMPONO I FLAGELLANTI
I giudei corrompono quattro soldati (o tre?) affinchè la flagellazione venga eseguita con particolare violenza e crudeltà.
(Rif. 065)

321 - LA FLAGELLAZIONE
Gesù viene denudato, legato ad una colonna e flagellato da tre soldati (o quattro), muniti di fruste a molte code e pesi terminali.
(Rif. 005,010,020)


322 - LA PARODIA
Dopo la flagellazione, i soldati organizzano una specie di parodia di incoronazione del sedicente re dei giudei:

* rivestono Gesù con un manto di porpora, simbolo di dignità regale
(Rif. 005,010,020,075)
* gli pongono in capo una corona di spine (o un cestello di rovi intrecciati come simulacro di mitra regale), fissata con un laccio
(Rif. 005,010,020,075,080)
* gli mettono nella mano destra una canna come simulacro di scettro regale
(Rif. 005,080)
* si abbandonano ad una serie di beffe e di oltraggi.
(Rif. 005,010,020,075)

Che mattacchioni questi romani! Sarebbe stato più naturale che la parodia l'avessero inscenata i giudei: loro avevano parecchi motivi per farlo.

323 - PILATO NON DESISTE
Dopo i trattamenti inflitti, Pilato esibisce Gesù (ecce homo), alquanto malridotto, agli ebrei pensando che la punizione già subita fosse sufficiente a soddisfare la loro sete di vendetta. Niente da fare. Gli ebrei insistono a gran voce per la crocifissione. (schelappo!!!)
(Rif. 020,080)

324 - ANCORA UN COLLOQUIO
Pilato parla ancora con Gesù sperando, in qualche modo, di trovare una via di salvezza. Gesù non lo aiuta molto e viene quindi condannato a morte.
(Rif. 020)

325 - PARTENZA PER IL GOLGOTA (ore 11.30)
Gesù viene spogliato dalla veste di porpora e rivestito con i suoi panni.
Caricato della croce, si avvia verso il Golgota, seguito da altri due condannati e scortato dai soldati romani. Percorso in salita di circa 1000 metri. Aprivano il corteo alcuni sinedristi, seguiti da Gesù, dai due ladroni e da quattro soldati romani.
(Rif.005,010,015,080)

Il Golgota era detto anche il "Cranio" perchè si supponeva che in quel luogo fosse stato sepolto il cranio di Adamo. Si trattava di una vecchia cava abbandonata dalla quale emergeva un piccolo rilievo roccioso di circa 4 metri di altezza.
(Rif. 378)

326 - LA VERONICA
Una donna, Veronica (forse sorella dell'ex emorroissa Bernice), asciuga il volto trafelato di Gesù, con uno scialle (vera eicon). I tratti del volto rimangono impressi sul tessuto come in un ritratto. (Immagine acheropita ?)
Si tramanda che questo scialle sia stato poi donato a re Abgar, sovrano di Edessa, dal 13 al 50(e.v.)
(Rif. 090)

327 - PRECETTAZIONE DEL CIRENEO
Durante il percorso i soldati fermano un contadino, Simone il Cireneo (con i suoi due figli Alessandro e Rufo) e li obbligano a caricarsi della croce di Gesù.
(Rif. 005,010,015,080)

Le cadute durante il percorso, che fanno parte del rituale della "via crucis", non sono mai avvenute. Fanno parte di una "pia" sceneggiata introdotta dal clero qualche secolo dopo.

328 - LA CHIAMATA DI MARIA
Giovanni, uno dei discepoli di Gesù, che aveva assistito agli eventi descritti, corre a chiamare Maria che era rimasta del tutto ignara.
(Rif. 080)

329 - MARIA ACCORRE
Maria accorre accompagnata da Marta, Maria Maddalena, Salomè ed altre donne.
(Rif. 080)

330 - LAMENTAZIONE DI MARIA
Maria si lamenta e piange sulla sorte del figlio. I giudei cercano di allontanarla.
(Rif. 080)

331 - ARRIVO AL CALVARIO
Il corteo arriva al luogo previsto per le esecuzioni, una cava abbandonata fuori le mura.
(Rif. 080)

332 - LA SPOGLIAZIONE
Gesù viene privato dei suoi indumenti. Solo una fascia, probabilmente offerta da uno dei presenti, gli cinge le reni. (Panno di pudicizia / subligacum)
(Rif. 080)

333 - LA BEVANDA
Viene offerta a Gesù una bevanda a base di vino e mirra (vino e fiele) ma egli la rifiuta.
(Rif. 005,010)

Era una specie di narcotico, un tranquillante o un anestetico affinchè il condannato non si agitasse troppo durante l'affissione alla croce.

334 - CROCIFISSIONE (Venerdi, 7 Aprile - ore 12)
Gesù viene affisso al patibulum. Le modalità di esecuzione variano secondo gli autori. Comunque si ritiene che sia stato inchiodato ai palmi.
(Rif. 005,010,015,020,075,080,085)


INSERTO 17 - La Croce (Secondo la Storia)
La croce, intesa come segno, è un simbolo solare antico quanto l'uomo che lo disegnava sulle pareti delle grotte preistoriche e come lo si trova presso tutte le culture, primitive e civilizzate, cristiane e no, per rappresentare di solito il sole e la vita.
(Rif. 490)

La croce è diventata il macabro simbolo della fede cristiana a partire dal III secolo e viene oggi rappresentata nella forma stereotipa che tutti conoscono: la croce latina. In realtà non era così; la croce non aveva la forma di una "...croce" ma di uno degli strumenti riportati in figura, quindi una I, una Y, una T,
oppure poteva consistere in un traversino sorretto da due pali terminanti a forcella. Il braccio orizzontale era detto Patibulum, quelli verticali Stipes.
Anche San Francesco, un santo molto scomodo per la chiesa, era convinto che la croce del cristo fosse a forma di T.
Di solito alcuni stipes erano tenuti pronti, solidamente conficcati nel terreno ove normalmente avvenivano le esecuzioni. Il condannato, avviato al luogo di esecuzione, portava con se solo il patibulum orizzontale (20-25 Kg.); questo (se si ammette l'uso dei chiodi nella crocifissione) per un motivo pratico molto semplice: in carcere, secondo l'apertura di braccia del condannato, venivano predisposti nel patibulum i due fori destinati a ricevere i chiodi che trapassavano i palmi. Data la natura grossolana dei chiodi, forgiati a mano, di forma trapezoidale e sezione quadra, senza l'accorgimento descritto, sarebbe stato molto difficoltoso farli penetrare nel legno. A parte il fatto che la chiodatura era raramente applicata e si preferiva di gran lunga la legatura con spezzoni di funi rudimentali.

Il condannato, intontito da una mistura di vino e mirra, disteso a terra, veniva dapprima legato al patibulum per le braccia e per i polsi e poi (eventualmente) inchiodato; due robusti esecutori sollevavano il tutto ed incastravano il patibulum nello o negli stipes.
L'operazione successiva, se il patibulum era troppo alto ed il condannato non poggiava i piedi per terra, era quella di disporre un apposito supporto (un sasso, un traversino) alla base dello (dei) supporti verticali. L'inchiodatura dei piedi non veniva quasi mai praticata perchè di difficile esecuzione ed oltre tutto si cercava di limitare la perdita di sangue al minimo, certo non per delicatezza, ma per prolungare al massimo la permanenza sulla croce, prima della morte.
Era essenziale che i piedi del condannato poggiassero per terra al fine di prolungarne al massimo l'agonia; gli stipes erano quindi abbastanza bassi tanto che quelli che assistevano all'esecuzione arrivavano con il capo al petto o al viso del condannato con il quale potevano facilmente parlare.

La crocifissione era una pena destinata unicamente a chi si ribellava contro l'autorità imperiale ed agli schiavi. Era sempre eseguita in pubblico in modo da servire come esempio; un cartiglio appeso al collo della vittima portava la motivazione della condanna. I romani la consideravano una punizione vergognosa ed infamante.

L'agonia sulla croce poteva durare, in casi particolari, anche 2-3 giorni; la morte era dovuta a collasso conseguente ad anossia causata dalla lunga immobilizzazione (tetano dei crocifissi). In casi particolari si fratturavano le gambe della vittima per impedire, durante la notte, che parenti ed amici lo liberassero e ne favorissero la fuga. Questo supplemento di sofferenza poteva abbreviare l'agonia in quanto il condannato per respirare tendeva a sollevarsi puntando sui piedi.
La morte poteva essere molto più rapida nei rarissimi casi di chiodatura ai polsi (nello spazio di Destot, in mezzo alle ossa del metacarpo). In questo caso il chiodo lede il nervo mediano ed il fortissimo dolore provoca lo svenimento del condannato ed una accelerazione del processo di anossia.
Se Gesù fosse stato inchiodato ai polsi allora molti degli eventi che seguono non potrebbero essere giustificati.

Comunque Giovanni dichiara esplicitamente che Gesù è stato inchiodato ai palmi.
(Rif. 020)

Le prime immagini della croce, scoperte dagli archeologi, erano in realtà graffiti di origine anticristiana, mentre l'arte delle catacombe usava solo simboli astratti per la raffigurazione del Cristo. La croce veniva considerata come un osceno strumento di tortura, un ricordo di abietta umiliazione e di morte.
Solo al tempo di Costantino si cominciò a mostrarla come un simbolo trionfante di vittoria del bene sul male. Ci vollero quasi altri mille anni prima che gli artisti medioevali osassero rappresentare il Cristo morto appeso alla croce.

La crocifissione viene ancora oggi eseguita nelle isole Filippine. Tutti gli anni, nel periodo pasquale, la televisione ci propone orripilanti documentari sull'argomento.
E' consuetudine che in alcune di queste isole, (in particolare nel villaggio di Gua Gua, isola di Pampanga, la preferita dai turisti) durante la Pasqua, un certo numero di sprovveduti bigotti, imbottiti di alcool e di droghe, si facciano legare ed, a volte, inchiodare su una croce, sulla quale restano esposti per qualche ora. Ai loro piedi gruppi di fanatici pregano, si commuovono, organizzano pic-nic e si ubriacano quanto basta.
Passata la fiesta i crocifissi vengono deposti, medicati e rianimati con energici trattamenti.

Tra le tante sciocchezze si cerca di far credere che la croce sia stata costruita:

* con il legno dell'albero del peccato originale
* con il legno di un ulivo cresciuto sulla tomba di Adamo
(Rif. ***)

335 - ELEVAZIONE
Durante l'elevazione ci si accorge che la buca scavata nel terreno (?) non e' sufficiente e la croce pencola pericolosamente. Alcuni "volenterosi" modificano la buca.
(Rif. 995)

336 - IL CARTIGLIO
Per ordine di Pilato, sopra la croce viene affisso un cartiglio recante la pseudo motivazione della sentenza in tre lingue:
"Gesù Nazareno re dei giudei".
(Rif. 005,010,015,020,075,080)

337 - PROTESTE PER IL CARTIGLIO
I giudei non ritengono appropriata la dicitura del cartiglio e protestano presso Pilato. La protesta non viene accolta.
(Rif. 020,080)

338 - I DUE LADRONI
Nel contempo anche i due ladroni vengono messi in croce ai fianchi di Gesù.
(Rif. 005,010)


La croce era la pena per chi si ribellava all'autorità di Roma. Quindi questi due condannati non erano "ladroni" ma, probabilmente, partigiani zeloti; altrimenti sarebbero stati uccisi in altro modo: spada o strangolamento.

339 - LE TENEBRE
A partire dalle ore 12 e sino alle ore 15, il sole si oscura e le tenebre avvolgono la terra. Nicodemo riferisce a Pilato, alquanto preoccupato, che si tratta di una eclissi di sole.
(Rif. 005,010,015,075,080,085)

Nicodemo ha detto una sciocchezza. La Pasqua è una festa mobile che cade sempre con la luna piena, diametralmente opposta al sole. Non poteva quindi trattarsi di una eclissi.
Ammesso, solo per discutere, che si sia trattato di una eclissi di sole, tenuto conto delle velocità relative della terra e della luna rispetto al sole stesso, l'oscuramento non poteva durare più di quattro-sette minuti.

340 - SPARTIZIONE E SORTEGGIO
I soldati romani si spartiscono i vestiti di Gesù. La tunica, tessuta in un unico pezzo, viene sorteggiata.
(Rif. 005,010,015,020,075,080)

Tanto per precisare, i soldati romani, oltre a quelle di Gesù, si spartiscono anche le vesti dei due ladroni. Non era un atto di brutale ladrocinio; i soldati erano autorizzati a farlo da un'apposita legge (Lex Pannicularia).
Era una specie di indennizzo o di sovrassoldo per l'adempimento della funzione poco piacevole di carnefici.
La Lex Pannicularia è applicata anche ai nostri giorni: i boia moderni ricevono un adeguato indennizzo per ogni esecuzione di sentenza capitale. Nei secoli passati, agli inquisiti per eresia, venivano carpiti tutti i beni, mobili ed immobili e divisi in parti adeguate tra:

* inquisitore
* scribi
* delatori
* testimoni di comodo
* esecutori
* quota pontificale.

In realtà, i soldati romani cosa si sono divisi? Secondo gli usi i Giudei vestivano una tunica a pelle ed un mantello, entrambi di lana. In particolare, non si sa con precisione se Gesù portasse sandali e a chi sia toccata la tunica.
(Rif. 378)

341 - OLTRAGGI DELLA FOLLA E DEI SOLDATI
La folla che assite all'esecuzione beffeggia e deride Gesù. I soldati lo percuotono con colpi di canna sulla testa.
(Rif. 005,010,015,080)

342 - LA DERISIONE DEI DUE LADRONI
Anche i due ladroni, crocifissi ai suoi fianchi, lo deridono per la sua impotenza e la sua incapacità di sottrarsi al suplizio.
(Rif. 005,010)
Alla fine però il ladrone alla sua destra, Disma, ha un ripensamento e si pente della sua condotta e dei suoi peccati.
(Rif. 075)

343 - LE DONNE
Assistono alla crocifissione:

* Maria V., Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, Salomè
(Rif. 005,010)
* Maria V., Maria Maddalena, Maria di Cleofa
(Rif. 020)


344 - AFFIDAMENTO DI MARIA
Gesù, dalla croce, affida Maria alle cure dell' apostolo Giovanni.
(Rif. 020,080)

345 - ALLONTANAMENTO DELLE DONNE
I giudei, infastiditi dai lamenti di Maria, l'allontanano dalla croce, con le altre donne e con Giovanni.
(Rif. 080)

346 - IL LADRONE ALLA SINISTRA (Gesta/Dumaco)
Questo ladrone non si dà pace ed inveisce contro Gesù. Dopo la morte si trasformerà in un orrendo mostro.
(Rif. 080,085)

347 - IL LADRONE ALLA DESTRA (Disma/Demas/Tito)
Il ladrone di destra, pentito dei suoi peccati, riceve da Gesù:

* la promessa di un posto in paradiso
* l'incarico di recarsi, appena morto, dai cherubini e dalle dominazioni, che custodiscono il paradiso, per portare un suo messaggio
* la facoltà di dimorare in paradiso, non solo come anima ma conservando anche il suo corpo, reso incorruttibile.

Qualche ora dopo, al momento della deposizione, il corpo di Demas risulterà scomparso.
(Rif. 015,080,085)

348 - GLI ULTIMI MOMENTI
Gesù manifesta il desiderio di bere e gli viene offerta una spugna imbevuta di aceto.
(Rif. 005,010,015,020,075,080)

349 - LA MORTE (Venerdi, 7 Aprile - ore 15)
Gesù lancia alcune ultime invocazioni e poi muore.

* Secondo Marco: un forte grido: Eloì, Eloì, lemà sabactani?
* Secondo Matteo: un alto grido: Elì, Elì, lemà sabactani?
* Secondo Luca: Padre nelle tue mani consegno il mio spirito.
* Secondo Giovanni: Tutto è compiuto.
(Rif. 005,010,015,020,075,080,085)

Se la frase esatta riportata è: "Eloì, Eloì, lemà sabactani?" allora si può arguire che Gesù parlasse normalmente in aramaico.

350 - DUBBI SULLA MORTE DI GESU'
Non tutti concordano con i vangeli. Ad esempio:

* I musulmani non credono che Gesù sia morto sulla croce ma che sia stato liberato (Sura 4:157)
.... e per aver detto: "Abbiamo ucciso il Cristo, Gesu figlio di Maria, messaggero di Dio", mentre ne lo uccisero, ne lo crocifissero, bensì qualcuno fu reso ai loro occhi, simile a Lui....che, per certo, essi non lo uccisero.
Secondo alcune versioni del Corano, Gesù si sarebbe fatto sostituire sulla croce da una terza persona. Doveva essere un tipo molto volenteroso! Alcuni sostengono si trattasse di Simone il Cireneo.
* Gli Ahmadis, membri di una setta islamica, basandosi sulla quarta Sura del Corano e su altre fonti, ritengono che Gesù non sia morto in croce. Deposto ancora vivo e guarito con un unguento miracoloso (il marhan-i-Isa), si sarebbe recato a predicare il vangelo tra le tribù perdute d'Israele, in Afghanistan e nel Kashmir dove sarebbe poi morto alla venerabile eta' di 120 anni.
(Rif. 135,995)

# Qui si innesterebbe un'altra ipotesi, che in questi anni appare insistentemente nella letteratura corrente: Gesù, sfuggito in qualche modo alla crocifissione, si sarebbe rifugiato in Oriente dove avrebbe continuato la sua predicazione. Ovviamente questa ipotesi è tutta da verificare. Papia sostiene che Gesù continuò la sua missione e morì in età avanzata.
# S. Ireneo nel trecento sosteneva che Gesù era morto a 50 anni.
# Secondo il Vangelo degli Ebrei Gesù avrebbe iniziato la predicazione a 46 anni e sarebbe morto a 49 anni. Da più autori è stato poi rilevato l'esiguo numero di ore (15 ore!) intercorse tra la cattura di Gesù e la sua morte. Trascurando molti fatti non salienti, rimane da comprimere in 12 ore lo svolgersi dei seguenti eventi:

1. cattura al Getsemani..(ore 00.00)
2. trasferimento alla casa di Anna
3. interrogatorio di Anna
4. trasferimento alla casa di Caifa
5. attesa che si riunisca il Sinedrio
6. svolgimento del processo presso il Sinedrio
7. formazione della delegazione che si reca da Pilato
8. trasferimento di Gesù davanti a Pilato
9. primo interrogatorio di Pilato
10. trasferimento di Gesù presso Erode Antipa
11. interrogatorio di Erode Antipa
12. trasferimento di Gesù davanti a Pilato
13. secondo interrogatorio di Pilato
14. ballottaggio con Barabba
15. flagellazione e parodia
16. trasferimento dal Pretorio al Golgota
17. affissione alla croce ed elevazione..(ore 12.00)

In qualsiasi modo si consideri la cosa, tutto questo ci dà l'impressione di un film che scorra ad una elevata ed anormale velocità . Avrebbe senso se si fosse trattato di una esecuzione sommaria (tipo corte marziale), nel qual caso sarebbero significativi solo i punti 1,12,15,16 e 17.
E poi anche la morte dopo solo tre ore lascia alquanto perplessi.


351 - EVENTI STRAORDINARI
Alla morte di Gesù si sarebbero verificati i seguenti fatti straordinari:

* la lacerazione della cortina del santuario del Tempio
(Rif. 005,010,015,080)
* lo scoperchiamento di numerose tombe e relativi cadaveri (circa 12000!) vaganti per le vie della città
(Rif. 005,080)
* il crollo di una grande architrave del Tempio
(Rif. 065)
* migliaia di ebrei che improvvisamente si convertono (circa 8000)
(Rif. 065)
* un grande terremoto che scuote la terra
(Rif. 085)
* il crollo del santuario e del pinaccolo del Tempio
(Rif. 085)
* tremano le colonne del cielo e l'aria è sconvolta
(Rif. 103)
* i giorni, le ore e le notti perdono la loro regolarità
(Rif. 103)
* le fiamme dell'inferno si estinguono
(Rif. 103)
* la Geenna diventa fredda
(Rif. 103)
* gli angeli dell'inferno si disperdono
(Rif. 103)
* la Morte perde ogni potere.
(Rif. 103)

La cortina del santuario del Tempio (detta anche velo) separava la zona proibita del Tempio (santo dei santi) dalla parte riservata all'accesso pubblico.

352 - DISCESA DI GESU' NELL'ADE (Tartaro, Amenti, Inferno).
Appena morto, ed ancora in croce, Gesù scende nell'Ade.
Due gemelli, Leuco e Carino, risuscitati come riferito al punto precedente ed interrogati dal Sinedrio, forniscono un dettagliato resoconto scritto di come si sono svolti i fatti.
Sintetizzando il loro racconto:

1. concitata discussione tra Satana ed Inferno che paventano l'arrivo di Gesù e quindi predispongono la chiusura delle porte di accesso all'ade;
2. le porte non resistono e Gesù entra trionfalmente nell'Ade;
3. Gesù cattura Satana, lo lega e lo consegna ad Inferno perchè lo custodisca;
4. incontro con Adamo e con suo figlio Set che giacciono nell'ade da 5500 anni;
5. incontro con patriarchi, profeti, antenati, ecc.;
6. Gesù pianta la sua croce nel centro dell'ade;
7. Gesù conduce Adamo e tutti gli altri personaggi menzionati al punto e) in paradiso e li affida alle cure dell'arcangelo Gabriele.
(Rif. 080,100)

Per quanto precisi e puntigliosi nella loro relazione, Leuco e Carino hanno dimenticato un particolare importante che, per nostra fortuna, ci viene ricordato da Tommaso.
Dopo il punto g) i personaggi interessati vengono fatti "morire" una seconda volta per poter concedere loro l'impagabile privilegio di risuscitare la domenica seguente contemporaneamente a Gesu.
(Rif. 115)

353 - LA VERSIONE DI BARTOLOMEO
Bartolomeo invece sostiene che Gesù, sceso nell'Amenti:

* ne spezzò le catene
* estinse il fuoco
* tolse via tutti, lasciandolo deserto
* legò con cura il "vergognoso", tutti i ministri di Satana ed il malefico Melkir
* liberò Adamo
* mandò libero ogni uomo
* curò le ferite inferte dal maligno alle creature.
(Rif. 103)

Visto che abbiamo incontrato Adamo (anche se quì è solo una digressione), riportiamo, dal Vangelo di Filippo, una particolare versione della Genesi.
.83 - Adamo è stato fatto da due vergini: lo spirito e la terra vergine. Per questo motivo, Cristo è stato generato da una vergine: per riparare alla caduta che è avvenuta alle origini.
.84 - Ci sono due alberi in mezzo al Paradiso: uno produce animali, l'altro produce uomini. Adamo ha mangiato dell'albero che produce animali ed è diventato animale ed ha generato animali. Per questo (i figli) di Adamo venerano dei che hanno forma di (animali). L'albero (di cui Adamo ha mangiato) i frutti è l'albero della (conoscenza. Per questo i peccati sono divenuti) numerosi. Se egli avesse mangiato (dell'altro albero), i frutti (dell'albero della vita), che produce uomini, (gli dei venererebbero) l'uomo.
(Rif. 120,330)
Un grave sbaglio, non c'è che dire!

354 - MORTE DI GIUDA - Prima versione.
Visto come sono andate le cose, Giuda si pente del suo tradimento e cerca di restituire i trenta sicli ai sacerdoti.
I sacerdoti rifiutano di riprendere il denaro ed allora egli lo getta nel tempio e fugge a casa.
Colloquio con la moglie con la quale paventa ciò che potrebbe accadere alla prevista risurrezione di Gesù. La moglie prende la cosa con leggerezza e dichiara di non credere possibile la risurrezione.
Improvvisamente un gallo, che stava arrostendo in un tegame, stende le ali e canta tre volte; a questo punto Giuda si spaventa a morte e si impicca.
(Rif. 005,080)

355 - MORTE DI GIUDA - Seconda versione.
Giuda pentito getta le monete d'argento ai sacerdoti e corre ad impiccarsi.
I sacerdoti utilizzeranno il denaro per comprare un appezzamento di terreno, il "campo del vasaio" da destinarsi alla sepoltura degli stranieri.
Il terreno verrà ribattezzato "campo del sangue".
(Rif. 005)

Difficile stabilire, anche con una certa approssimazione, quanto abbia ricevuto Giuda per il suo tradimento. Nei diversi testi si parla indifferentemente di "sicli" o di "denari". E' una credenza popolare, molto diffusa e tollerata dalla chiesa, che Gesù sia stato venduto per 30 Denari. In relazione a quanto riporato nell'Inserto 14, questo non poteva essere il prezzo di un tradimento ma una semplice ...mancia, un prezzo offensivo anche per l'amor proprio di un qualsiasi traditore.

356 - MORTE DI GIUDA - Terza versione.
Con i soldi del tradimento Giuda si compra un campo. "Precipita" nel campo stesso, si spacca in due e sparge intorno le sue viscere.
Il campo assumerà il nome di Akeldama ossia campo del sangue.
(Rif. 140)

357 - MORTE DI GIUDA - Quarta versione.
Giuda viene ucciso, qualche giorno dopo, da seguaci di Gesù (forse da Pietro) e le sue viscere vengono sparse in giro come monito per tutti i traditori.
(Rif. 995)

358 - IL PERMESSO DI SEPOLTURA
Maria prega Giuseppe d'Arimatea (fariseo e membro del Sinedrio) di ottenere da Pilato il permesso per un rapida sepoltura di Gesù, nella tomba di nuova costruzione, offerta dallo stesso Giuseppe.
La tomba è ubicata presso il Calvario, nel giardino di Sloam. Giuseppe d'Arimatea chiede a Nicodemo di accompagnarlo da Pilato ma questi, timoroso, si rifiuta di seguirlo.
Pilato, alla richiesta di Giuseppe d'Arimatea, manifesta qualche perplessità ma alla fine concede il debito permesso.
(Rif. 010,015,020,080)

Secondo Pietro, il permesso di sepoltura sarebbe stato richiesto a Pilato ed anche ad Erode, prima ancora che Gesù fosse crocifisso.
(Rif. 075)

Su Giuseppe d'Arimatea la chiesa ha sempre steso un velo di mistero.
Su questo personaggio circolano diverse ipotesi:

* era il padre "naturale" di Gesù (secondo la tesi sostenuta da Georg Cantor c.1890)
* era uno zio di Gesù (zio paterno o materno?)
* era uno zio di Maria Vergine
* era un fratello di Gesù
* era un membro del Sinedrio
* era un grande amico di Ponzio Pilato
* era un ricco mercante di stagno.
(Rif. 995)

Dove si trovasse poi la città/villaggio/località di Arimatea ci sono alcuni dubbi.

Quanto al permesso di sepoltura e a tutto quel che segue, siamo di fronte ad una colossale bugia. Secondo la legge romana allora vigente
i crocifissi non avevano diritto alla sepoltura
I loro corpi erano abbandonati sul patibolo, per parecchi giorni, alla mercè di avvoltoi, corvi, ecc. che ne spolpavano la carcassa. Quello che restava veniva in seguito bruciato e le ceneri accuratamente disperse. Del suppliziato non doveva restare nulla. D'altro canto, nei secoli seguenti, la stessa norma fu applicata dalla chiesa nei confronti di coloro che erano condannati al rogo.

359 - FRATTURA DELLE GAMBE E COLPO DI LANCIA
I giudei chiedono a Pilato di affrettare la morte dei condannati al fine di poter rimuovere l'indecoroso spettacolo prima della festività del sabato. Pilato ordina pertanto che vengano loro spezzate le gambe. L'ordine viene eseguito sui due ladroni; quanto a Gesù un soldato (Longino) ne accerta la morte con un colpo di lancia nel costato.
(Rif. 020,080)


La morte in croce era caratterizzata da una agonia molto lunga. L'esitazione di Pilato nel concedere il permesso di sepoltura era dovuta al breve periodo di permanenza di Gesù sul patibolo.

La frattura delle gambe poteva anche affrettare la morte del condannato; certamente ne aumentava le sofferenze.
L'operazione veniva eseguita, a titolo cautelativo, onde impedire che, di notte, parenti ed amici deponessero il condannato ancora vivo e ne favorissero la fuga.
Longino (soldato o centurione?) è stato in seguito proclamato santo martire. Ricorrenza: 15 Marzo (Mantova-Brunswick).
(Rif. 440)

Periodicamente viene proposto sugli schermi televisivi un filmato (DER GRAAL), molto lungo ed altrettanto noioso e farneticante, dove gli autori tedeschi piangono lacrime di coccodrillo sui fasti e nefasti del passato regime nazista e, tra le altre cose, si vedono alcune immagini della presunta lancia di Longino.
Questa "reliquia", affiorata dalle brume della storia una decina di secoli or sono, sarebbe passata per le mani di numerose famiglie di nobili bricconi teutonici per poi approdare nella Cancelleria del Terzo Reich dove pare che il cattolicissimo Adolfo Hitler la tenesse in gran conto. Lo affermano gli autori del filmato ma è tutto da dimostrare!!
(Rif. 995)

360 - MATERIALI PER LA SEPOLTURA
Giuseppe d'Arimatea, unitamente a Nicodemo, provvede all'acquisto di quanto necessario per la sepoltura e cioè:

* cento libbre di mirra e aloe (Nicodemo)
* una pietra sepolcrale nuova (Giuseppe d'Arimatea)
* un lenzuolo (sindone) (Giuseppe d'Arimatea)
(Rif. 020,080)

Cento libbre di mirra e aloe corrispondono a circa 33 chilogrammi e dovevano costare un patrimonio.
E' una quantità sufficiente per comporre la salma di un elefante.
Se erano tutti convinti che Gesù sarebbe risorto a che cosa serviva tanta roba?
I magi, che passavano per essere munifici e generosi, si erano limitati ad una offerta di sole tre libbre (un chilogrammo) di mirra. Quanto al sudario poteva essere una pezza lunga m. 4.36 e larga m. 1.10, tessuta a spina di pesce su un telaio a quattro pedali, di fattura probabilmente siriaca.
(Rif. 378)

361 - MARIA MADDALENA SI RIBELLA
Durante la preparazione del corpo per la sepoltura, Maria Maddalena piange e manifesta il suo sdegno, minacciando di recarsi a Roma dall'imperatore per chiedere una tardiva giustizia.
(Rif. 080)

Difficilmente avrebbe potuto farlo. Non essendo cittadina romana non aveva alcun diritto di appellarsi a Cesare. E poi Tiberio non risiedeva a Roma ma a Capri (Villa Iovis).

362 - LA PREPARAZIONE DELLA SALMA

* Gesù è stato deposto nella tomba semplicemente avvolto in un lenzuolo funebre (sindone).
(Rif. 005,010,015)
* Secondo Giovanni, Gesù è stato deposto nella tomba avvolto con bende intrise di aromi.
(Rif. 020)

Se Giovanni ha ragione allora la Sindone è un falso conclamato.


363 - LA SEPOLTURA (Venerdi, 7 Aprile - in prima serata)
Gesù viene deposto nel sepolcro. Secondo Luca "era la vigilia di Pasqua e già cominciava a sorgere il sabato".
Secondo le usanze di allora il sabato iniziava verso le ore 18 del venerdi quando la tromba del Tempio, suonata da un sacerdote, imponeva la sospensione di ogni attività.

Provvedono e/o presenziano alla sepoltura, oltre a Giuseppe d'Arimatea:

* Maria Maddalena e Maria madre di Giacomo e di Giovanni
(Rif. 005)
* Maria Maddalena e Maria di Joset
(Rif. 010)
* "le donne venute dalla Galilea"
(Rif. 015)
* Nicodemo
(Rif. 020)
* Nicodemo, Maria V., Maria Maddalena, Salomè ed "altre donne"
(Rif. 080)

Si dice che, durante la deposizione e le operazioni di sepoltura, Giuseppe d'Arimatea abbia raccolto alcune gocce del sangue di Gesù nella coppa usata per l'ultima cena. Dopo la distruzione di Gerusalemme, Giuseppe d'Arimatea emigrerà in Inghilterra portando con sè la coppa, probabilmente una tazza di onice. Da questo episodio hanno origine le varie leggende sorte intorno al Graal.

La prima leggenda nota è Il racconto del Graal di Chrétien de Troyes, apparsa intorno al 1180 e poi ripresa e sviluppata sotto forma di romanzo (racconto cavalleresco), da Robert de Boron, Il libro del Graal, agli inizi del 1200. Quest'ultimo è, in definitiva, un testo "esoterico" di matrice celtica dove elementi di natura religiosa (Trinità, Spirito Santo, ecc.) si fondono liberamente con concetti magici e favolistici che vanno da Re Artù, al Mago Merlino, alla Fata Morgana, a Perceval ed altri.

Quello che lascia perplessi è come poteva Gesù essere ancora sanguinare se era morto da qualche ora.
A parte questo, considerata la breve permanenza in croce di Gesù e la fretta di Giuseppe d'Arimatea nel volerlo deporre, è stato ipotizzato un vero e proprio giallo (tradotto alcuni anni or sono in un film L'inchiesta): Giuseppe d'Arimatea avrebbe deposto Gesù ancora vivo e, con la complicità di Longino, avrebbe simulato la sepoltura mentre Gesù veniva nascostamente affidato a terzi che avevano l'incarico di rimetterlo in sesto.

Leggende e fantasie a parte, oggi pare che una specie di Graal sia conservato presso la cattedrale di Valencia. L'8 novembre 1982 il papa Giovanni Paolo II ha reso i dovuti onori a questa presunta reliquia.
(Rif. 995)

364 - RICHIESTA DI SORVEGLIANZA (Sabato, 8 Aprile - mattino)
I Giudei temono che gli apostoli possano trafugare il corpo di Gesù per poi sostenere che è risorto; viene pertanto chiesto a Pilato di far sorvegliare la tomba. Pilato incarica per la sorveglianza:

* Petronio (?) ed un centurione con alcuni soldati, dotati di tenda
(Rif. 075)
* un corpo di guardia di 50 soldati
(Rif. 080)
* un corpo di guardia di 550 (!) soldati (l'intera guarnigione di Gerusalemme?)
(Rif. 090,378)
* un corpo di guardia.
(Rif. 005)

365 - SETTE SIGILLI
I soldati incaricati della sorveglianza sigillano l'ingresso della tomba con sette sigilli.
(Rif. 075,080)

366 - ARRESTO DI GIUSEPPE D'ARIMATEA (Sabato, 8 Aprile - sera)
Conosciuta la parte svolta da Giuseppe d'Arimatea nella sepoltura di Gesù, Anna e Caifa lo fanno imprigionare in attesa di condannarlo a morte. Giuseppe d'Arimatea viene rinchiuso in una cella di massima sicurezza dalla quale è impossibile fuggire. Essendo Giuseppe un membro del Sinedrio, il suo comportamento viene considerato come un vero e proprio tradimento.
(Rif. 080,085)

367 - PERMANENZA NEL SEPOLCRO
Stando a quello che ci racconta Bartolomeo, la breve permanenza di Gesù nel sepolcro non è stata molto tranquilla.
Dopo il decesso di Gesù, la Morte si reca nell'Amenti (inferno) per prendere possesso della sua anima. Non riuscendo a trovarla, si introduce nel sepolcro con i suoi sei figli (Gaio, Trifone, Orfiat, Ftimon, Sotomi, Comfion) e interroga più volte il corpo di Gesù che le risponde con un ghigno.
Mentre la Morte insisteva con le sue domande, il corpo di Gesù venne trasportato in cielo sul carro dei cherubini, con un grande seguito di angeli, vegliardi e dominazioni. A questo punto la Morte non sa più che fare e manda la Pestilenza nell'Amenti per dar l'allarme, ma essa giunge tardi.
(Rif. 103)

368 - RISURREZIONE (Domenica, 9 Aprile - mattino)
Su come sia avvenuta la risurrezione e l'uscita di Gesù dalla tomba esistono le versioni più disparate e fantasiose.
I vari autori riferiscono di terremoti, voci celesti, guardie tramortite, apparizioni angeliche, ecc.
Comunque sia andata, resta il fatto che domenica mattina, sul presto, la tomba risulta vuota.
(Rif. 005,010,015,020,075,080)


Un punto dovrebbe essere chiarito; al di là di ciò che la chiesa ha sempre voluto farci intendere, e se la matematica non è un'opinione, Gesù non è resuscitato dopo tre giorni o al terzo giorno. La sua permanenza nel sepolcro è stata di circa 36 ore.

369 - CORRUZIONE DEI SOLDATI
Avuta notizia della scomparsa di Gesù, i sacerdoti versano una grossa somma di denaro ai soldati perchè spargano la voce che il corpo è stato trafugato, con un colpo di mano, dai suoi discepoli.
(Rif. 080)

370 - LIBERAZIONE DI GIUSEPPE D'ARIMATEA
Gesù, insieme al buon ladrone Disma, libera Giuseppe d'Arimatea dal carcere, sollevando, per i quattro lati, l'edificio della prigione. Lo riporta a casa ordinandogli di rimanervi per 40 giorni.
(Rif. 080,085)

371 - GESU' ARRIVA IN CIELO
Allorchè Gesù giunge in cielo, il Padre gli pone in capo una "corona di gloria e di benedizione" di tale splendore da illuminare tutta la terra.
Il Padre invita alla cerimonia anche Adamo ed Eva che vengono festeggiati da tutti. Risulterebbero assenti Caino, Abele e Seth.
(Rif. 103)

372 - PRIMA APPARIZIONE DI GESU' RISORTO (Domenica, 9 Aprile-mattina)
Uscito dal sepolcro, Gesù si solleva in aria e vola sul Calvario dove incontra Maria Vergine, la consola e poi sparisce.
(Rif. 995)

373 - GESU' RISORTO APPARE ALLE BUONE DONNE (Domenica, 9 Aprile-matt.)
Gesù appare ad un gruppo di donne che, di buon mattino, si recavano al sepolcro per meglio comporre la sua salma. Gesù annuncia loro che si recherà in Galilea.
Le donne erano:

* Maria Maddalena e Maria madre di Giovanni
(Rif. 005,010,020)
* Maria Maddalena, Maria di Salomè, Maria di Cleofa e Giovanna moglie di Chuza
(Rif. 995)
* Maria Maddalena, Giovanna moglie di Chuza, Maria di Giacomo ed altre donne
(Rif. 015)
* Maria Vergine, Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo, Salomè, Maria e la sorella Marta, Susanna, Berenice e Lea (la vedova di Nain).
(Rif. 103)

Arrivate al sepolcro incontrarono un certo Filogene che parlò loro della resurrezione.


374 - CONSTATAZIONE DI PIETRO E GIOVANNI
Gli apostoli Pietro e Giovanni, avvertiti da Maria Maddalena, corrono al sepolcro per constatare la scomparsa di Gesù. Essi vedono soltanto "alcune bende sparse per terra".

Quindi, secondo (Giovanni 20,2-5), la "sindone" e' un reperto inventato.
(Rif. 015,020)

Pietro e Giovanni incontrano presso il sepolcro un gruppo di angeli che confermano la resurrezione di Gesù.
(Rif. 995)

375 - APPARIZIONE A MARIA MADDALENA
Gesù appare a Maria Maddalena ma le impedisce di toccarlo. (noli me tangere!)
(Rif. 010,020)


Nei primi secoli del cristianesimo, ai tempi di Origene, alcuni sostenevano che la resurrezione e l'apparizione a Maria Maddalena fossero frutto della folle fantasia di quest'ultima, impazzita per la morte del compagno.

375.1 - VERSO EMMAUS
Dirigendosi verso Emmaus, Gesù si accompagna con due discepoli (Zaco e Cleofa) che, inizialmente, non lo riconoscono. Quando lo riconoscono i due si precipitano a Gerusalemme per informare gli apostoli.
(Rif. 010,015)

376 - APPARIZIONE AGLI APOSTOLI (Domenica, 9 Aprile - sera)
Gesù appare agli apostoli, che si tenevano prudentemente nascosti e cena con loro.
Gli autori non concordano sul numero dei presenti:

* 11 secondo Marco e Luca
* 10 secondo Giovanni (manca Tommaso)
* 10 secondo il Vang. dei Nazarei (manca Giacomo)
(Rif. 010,015,020,065)



377 - L'ASSENZA DI TOMMASO
L'assenza di Tommaso, nel corso della precedente apparizione, era dovuta al fatto che questi si era recato al suo paese, essendogli morto il figlio Siofane.
Tommaso si affretta a resuscitare il figlio, nel nome di Gesù e pertanto l'arcangelo Michele provvede a restituirne l'anima.
Tommaso coglie l'occasione per farsi raccontare dal figlio come vanno le cose "dall'altra parte".
(Rif. 103)

378 - OTTO GIORNI DOPO
Gesù riappare agli apostoli otto giorni dopo. In questa occasione Tommaso si toglie i dubbi toccando le piaghe di Gesù.
(Rif. 020)

379 - ULTIMA PESCA MIRACOLOSA
Gesù si incontra sul lago di Tiberiade con Pietro, Tommaso, Natanaele, i figli di Zebedeo ed altri due.
Inizialmente non viene riconosciuto. Invita Pietro, deluso da una magra pesca, a gettare nuovamente le reti. Vengono pescati 153 grossi pesci.
(Rif. 020)

380 - APPARIZIONE SUL MONTE
Gesù raduna gli apostoli e i discepoli, sul monte Mamilch (Amalech). In questa occasione viene visto anche da:

* Finees sacerdote
* Adas rabbino
* Aggeo levita

I tre si affrettano a riferire la cosa a Gerusalemme.
(Rif. 005,080)

381 - LA VISTA DELL'ADE
Sollecitato dagli apostoli, Gesù li conduce in località Cherudek. Qui la terra si spalanca e gli apostoli possono vedere gli orrori dell'ade. Deliquio generale.
(Rif. 100)

382 - LA VISTA DEL DIAVOLO
L'apostolo Bartolomeo chiede a Gesù di poter vedere Satana. Gesù ordina all'arcangelo Michele di suonare la sua tromba ed ecco che il demonio appare, avvinto da catene di fuoco e tenuto a bada da 660 angeli. Secondo l'autore le misure del demonio sono:

* altezza: 1600 cubiti (880 metri)
* larghezza: 40 cubiti (22 metri)
* apertura alare: 80 cubiti per ala (le due ali 160 cubiti pari a 88 metri)

Il Demonio racconta a Bartolomeo una "patetica e nostalgica" storia della sua trasformazione da angelo del Signore ad angelo del Male.
(Rif. 100)

Se Bartolomeo ha preso le misure esatte, il diavolo dovrebbe avere la forma e l'aspetto di un lungo biscione dotato di due misere alucce. Una creatura straordinariamente longilinea.

383 - STATISTICHE
Interrogato da Bartolomeo Gesù fornisce i seguenti dati "statistici":

* decessi giornalieri in tutto il mondo: 3000
* nascite giornaliere in tutto il mondo: 3001
* anime di deceduti giornalieri, ritenute "giuste": 153
* anime accolte immediatamente in paradiso: 3 su 153
(Rif. 100)

384 - ULTIMA APPARIZIONE
Dopo 40 giorni dalla resurrezione Gesù appare agli apostoli, di buon mattino, e fà colazione con loro. Dopo colazione salgono sul Monte degli Ulivi dove Gesù impartisce loro le ultime raccomandazioni per la loro futura missione apostolica. Erano presenti a questa riunione anche Lazzaro, la moglie di Pilato ed il soldato Longino.
Gesù parla agli apostoli in una lingua incomprensibile e, solo in un secondo tempo, resa palese.
(Rif. 103, 995)

Quello che lascia un po' perplessi è il bisogno di Gesù di fare colazione, dopo morto.

385 - ASCENSIONE DI GESU'
Gesù sale in cielo, dopo 40 giorni dalla sua risurrezione, a bordo di una compiacente nube luminosa.
Prima di inalzarsi lascia una impronta del suo piede su di una pietra.
(Rif. 010,015,080,995)


Lo hanno fatto anche molte altre pseudo divinità prima di lui! Ed è un peccato che questa divina zampata non sia mai stata ritrovata.

Quello che proprio non si comprende (ovviamente per mancanza di fede) è il motivo per cui Gesù non abbia ostentato la sua resurrezione di fronte a tutto il mondo.
Ormai morto e resuscitato e quindi immune dalle offese terrene dei suoi nemici (giudei, romani), perchè non ha comprovato le verità da lui sempre predicate di fronte a tutto il creato?
Se lo avesse fatto, tacitando per sempre gli increduli e gli uomini di poca fede, ora tutto il mondo sarebbe cristiano e scritti come quello che state leggendo non avrebbero ragione d'essere. Tutti si sarebbero arresi di fronte al suo divino splendore.
Invece ha fatto solo qualche fuggevole apparizione ad alcuni poveri citrulli, ad alcune povere sprovvedute, mentre una universale ostensione della sua divinità avrebbe potuto conquistare il mondo.
Una delle tante irrazionalità della religione spiegate come misteri della fede!!

386 - RELAZIONE DI PILATO A TIBERIO
Pilato riferisce per iscritto, a Tiberio, gli eventi e le circostanze che lo avrebbero costretto a condannare Gesù, malgrado i suoi dubbi sulla colpevolezza dello stesso.
(Rif. 090)

Comunicazione del tutto improbabile. Pilato non poteva rivolgersi direttamente a Tiberio scavalcando il suo diretto superiore Vitellio, Governatore della Siria.

387 - LETTERA DI PILATO AD ERODE
Pilato si lamenta con Erode Antipa e lo ritiene in qualche modo responsabile di averlo indotto a condannare Gesù. Gli riferisce anche che sua moglie Procula ed il legionario Longino hanno potuto vedere ed ascoltare Gesù mentre predicava, dopo essere risorto.
(Rif. 090)

388 - LETTERA DI ERODE A PILATO
Erode Antipa è in un mare di guai e li riferisce puntigliosamente a Pilato:
- ha perso una figlia piccola, Erodiade, in circostanze davvero strane; mentre giocava la bimba è caduta nelle acque di un fiume. La madre l'ha afferrata per il capo ma la testa della bambina si è staccata e le è rimasta tra le mani, mentre il corpo è stato trascinato via dalla corrente;
- il figlio Lesbonace è ormai in fin di vita per una misteriosa malattia;
- egli stesso, Erode, è immobilizzato dalla idropisia ed afflitto da vermi che gli escono dalla bocca;
- inoltre la sfortunata madre della piccola Erodiade ha perso anche l'occhio sinistro.
Infine Erode dichiara di non fidarsi più dei sacerdoti leviti e prega Pilato di volersi personalmente occupare dei suoi prossimi funerali.
(Rif. 090)

389 - SOSTITUZIONE DI GIUDA
Gli apostoli reitegrano il loro numero (12), sostituendo Giuda con un nuovo apostolo designato con sorteggio. Il nuovo apostolo è Mattia.
(Rif. 140)

390 - SPIRITO SANTO E GLOSSOLALIA
Gli apostoli si riuniscono e lo spirito santo scende su di loro sotto forma di fiammella. Dopo l'evento gli apostoli si mettono a parlare in tutte le lingue allora conosciute senza averle mai studiate.
La folla che assiste all'evento e li ascolta li ritiene ubriachi.
(Rif. 140)

Pare che questo fenomeno si manifesti anche oggi, durante le riunioni di una particolare setta cristiana (Pentecostale). In sede di preghiera collettiva, lo spirito santo scende su alcuni fedeli e questi iniziano a pregare in lingue totalmente sconosciute.
Almeno, questo è ciò che sostengono i settari.

Di diverso avviso è Dario Fo (Nobel per la letteratura) che nel suo testo "Mistero Buffo" indaga e mette in chiaro la tecnica del "grammelot": un parlare apparentemente coerente ma privo di senso, in uso presso i giullari medievali.

391 - PRIMO DISCORSO DI PIETRO
Pietro assicura i giudei che gli apostoli non sono sbronzi e tiene alla folla un lungo e convincente discorso.
Alla fine del discorso 3000 giudei si convertono e si fanno battezzare.
(Rif. 140)

392 - GUARIGIONE DELLO STORPIO
Presso la "Porta Bella" del Tempio Pietro guarisce un uomo di 40 anni, storpio dalla nascita.
(Rif. 140)

393 - SECONDO DISCORSO DI PIETRO - ARRESTO
La guarigione precedente richiama nel Tempio una grande folla e Pietro, con Giovanni, coglie l'occasione per un altro lungo discorso.
I sacerdoti intervengono ed ordinano l'arresto dei due.
(Rif. 140)

394 - GIUDIZIO IN SINEDRIO
Pietro e Giovanni, tradotti davanti al Sinedrio ed accusati di predicare in nome di Gesù, si difendono al meglio.
Alla fine vengono minacciati di ritorsioni in caso di altre predicazioni e rilasciati.
(Rif. 140)

RIORGANIZZAZIONE
Dopo la morte di Gesù e superato un periodo di comprensibile sbandamento, il gruppo esseno-zelota degli "apostoli" si riorganizza e ricomincia ad operare. Si viene a costituire una comunità settaria, politico-religiosa, di stampo nazionalista (la Nuova Chiesa di Gerusalemme) che ha, come scopo primario, quello di destabilizzare la casta sacerdotale al potere e sostituirsi ad essa.
Oggi organizzazioni di questo tipo vengono chiamate PARTITI.
La Nuova Chiesa di Gerusalemme è la prima comunità mista, di matrice giudaico-cristiana che cerca di mettere d'accordo la legge mosaica con la emergente, ma ancora confusa, dottrina nazionalista cristiana.
I membri di questa comunità/setta vengono indicati come Zelanti della Legge, di assoluta ortodossia ebraica. Si assiste ad uno strano scontro ideologico: la classe sacerdotale al potere e gli zelanti predicano, in fondo, le stesse cose; l'unica differenza è il pulpito dal quale predicano, o vorrebbero predicare.
Per la Nuova Chiesa di Gerusalemme sostituirsi alla classe sacerdotale al potere non è solo una missione moralizzatrice; si tratta anche di controllare il notevole flusso di denaro che confluisce annualmente nelle casse del Tempio.
Il capo della comunità sarà per qualche tempo Pietro, sostituito poi da Giacomo Il Giusto ed infine da Giovanni il Minore (le cosidette "colonne"), sempre in contrasto tra di loro, prima, e con Paolo dopo. Questo naturalmente se si ammette, con molto distacco, l'esistenza storica di questi strani personaggi o, almeno di loro sostituti.
Dopo la distruzione di Gerusalemme e la conseguente diaspora (135 e.v.) questo movimento si estinguerà polverizzandosi in numerose sette che il Concilio di Nicea dichiarerà, poi, eretiche. (Rif. 140,172,185)

ANNO 31 (e.v.) - 784 (a.u.c.)

395 - CHE FINE HA FATTO PILATO?
Le versioni in argomento sono molteplici e talmente fantasiose da rendere impossibile una classificazione cronologica degli eventi.
L'anno scelto, il 784 a.u.c., è solo indicativo e vale come qualsiasi altro.

396 - LA FINE DI PILATO - Prima versione.

* Tiberio, ricevuta la lettera di Pilato, si infuria e manda un emissario (Raab/Rachaab), con 2000 soldati di scorta, per arrestarlo.
* Tiberio riceve ed ascolta con comprensione Maria Maddalena, venuta a Roma per protestare contro la crocifissione di Gesù.
* L'emissario ha ordini categorici di:
1. passare a fil di spada tutta la popolazione dei Giudei
2. portare in catene a Roma, oltre Pilato, anche:
o Archelao (figlio di Erode Il Grande?)
o Filippo (figlio di Erode Il Grande?)
o Caifa ed Anna
o e tutti i "capi giudei"
* L'emissario fa uccidere tutta la popolazione maschile dei giudei e fa violentare ed ingravidare tutte le donne dando così origine ad una nuova satanica razza.
* Durante il ritorno a Roma, presso Creta, Caifa muore; si cerca di seppellirlo ma la terra lo rifiuta e lo risputa fuori.

* A Roma:

* Anna viene avvolto in una pelle di bue ed essicato al sole;
* Archelao e Filippo vengono impalati;
* I capi giudei vengono passati a fil di spada;
* Pilato viene rinchiuso in un antro munito di una sola fessura;

Tiberio, mentre è a caccia, scocca una freccia contro una gazzella. Manca però il bersaglio e la freccia vagante entra nella fessura dell'antro e uccide Pilato.
(Rif. 090)

397 - LA FINE DI PILATO - Seconda versione.

* Tiberio ordina che Pilato venga condotto in catene a Roma.
* Tiberio interroga Pilato in senato; appena il nome di Gesù viene pronunciato tutti gli idoli che adornavano l'edificio cadono in frantumi.
* Tiberio ordina a Liciano, governatore della "provincia orientale", di sterminare la maggior parte dei giudei e rendere schiavi i superstiti.
* Tiberio ordina ad un suo ufficiale, Albio, di decapitare Pilato.
* Sul luogo dell'esecuzione, mentre Pilato si raccomanda l'anima agli dei, una voce dal cielo lo rassicura e gli promette che sarà accolto tra i beati.
* Un angelo raccoglie il capo mozzato di Pilato; la moglie Procula, che aveva assistito all'esecuzione, muore anche lei di paura. Vengono seppelliti insieme.
(Rif. 090)


398 - LA FINE DI PILATO - Terza versione.

* Tiberio è molto ammalato. Avendo sentito degli straordinari miracoli di Gesù manda un suo incaricato, Volusiano, in Palestina affinchè accompagni Gesù a Roma.
* Volusiano arriva a Gerusalemme troppo tardi, ad esecuzione avvenuta.
* Volusiano incontra, per caso, una donna di nome Veronica la quale afferma di possedere una tela miracolosa sulla quale Gesù aveva impresso i tratti del suo volto.
* Volusiano ritorna a Roma con Veronica e la tela. Appena Tiberio guarda il ritratto di Gesù guarisce da tutti i suoi mali.
* Pilato giunge a Roma in stato di arresto.
* Condannato a morte, Pilato si suicida con un coltello.
* Il corpo di Pilato viene legato ad un masso e gettato nel Tevere. Eventi straordinari e paurosi, provocati da spiriti maligni, inducono i romani a ripescare il corpo di Pilato per sistemarlo altrove.
* Il corpo di Pilato viene portato a "Vienne" e gettato nel "Rodano". Anche qui si verificano gli stessi eventi paurosi del punto precedente.
* Il corpo di Pilato viene seppellito nel territorio di Losanna (Monte di Pilato??) ma anche qui gli spiriti del male continuano ad infastidire gli abitanti.
* Infine il corpo di Pilato viene sprofondato in un lago circondato da alte montagne. (Laghetto di Pilato, sui monti Sibillini??)
(Rif. 090)


399 - LA FINE DI PILATO - Altre versioni.
Le versioni precedenti non esauriscono certo l'argomento della fine di Pilato. A parte ciò che riportano alcuni vangeli apocrifi, nel corso dei secoli, parecchi scrittori trattarono questo soggetto dando origine a tutta una serie di manoscritti assai fantasiosi e privi di qualsiasi accettabile riferimento storico:

* Morte di Pilato che condannò Gesù
* Anafora
* Paradosi
* La guarigione di Tiberio
* La vendetta del Salvatore
* . . .

Lo scopo ultimo di questa strana letteratura era, in buona sostanza, quello di scagionare i romani ed addossare agli ebrei la colpa della condanna di Gesù.
(Rif. 465)

400 - COMUNIONE DI BENI
Intanto gli apostoli si organizzano e si danno da fare. Gli aderenti alle prime comunità, fondate da Pietro, praticavano la comunione dei beni. I possidenti vendevano case e terreni e depositavano il ricavato ai piedi degli apostoli.
L'usanza della comunione dei beni era tipica della setta essena di Qumran.
(Rif. 140)

401 - ANANIA E SAFFIRA
Anania e Saffira, coniugi, aderenti alla nuova comunità di Gerusalemme retta da Pietro, vendono un podere per deporne il ricavato ai piedi degli apostoli. Prudentemente però mettono nascostamente da parte una quota del ricavato.
Pietro se ne accorge e li fa immediatamente morire.
(Rif. 140)
La setta nota come "Nuova Chiesa di Gerusalemme" era in realtà una propaggine del movimento insurrezionalista esseno-zelota. Il conferimento di tutti i propri beni alla setta era un obbligo tassativo per tutti coloro che volevano far parte del movimento.
A parte gli introiti, questo garantiva il movimento da eventuali ripensamenti degli aderenti e dalla loro defezione.
Resta il fatto che questo potrebbe essere il primo esempio di quell'atteggiamento predatorio che caratterizzerà il cristianesimo nei secoli a venire.
Se avete tempo e voglia varrebbe la pena di informarsi su fatti e misfatti di "pie" consorterie quali i gesuiti, i francescani e, buon utimi, quelli dell'Opus Dei.

402 - MIRACOLI IN MASSA
Gli apostoli si riunivano normalmente nel portico di Salomone ed in tali occasioni venivano a contatto con innumerevoli ammalati ed indemoniati che erano prontamente guariti.
(Rif. 140)

403 - ARRESTO ED EVASIONE
Naturalmente sacerdoti e sadducei non vedendo di buon occhio quanto sopra, decidono di far arrestare i 12 apostoli.
Di notte un angelo apre le porte del carcere e libera i prigionieri.
(Rif. 140)

Boh! Che fastidio ne poteva derivare ai giudei se qualcuno di loro "guariva"? Probabilmente più che di guarigioni si trattava di discorsi eversivi.
404 - IL GIUDIZIO DEL SINEDRIO
Constatata la fuga, i 12 vengono prontamente rintracciati nel Tempio, dove erano tornati a predicare come se nulla fosse.
Condotti nel Sinedrio vengono nuovamente invitati a smettere di predicare in nome di Gesù, sottolineando l'invito con una congrua dose di bastonate.
Dopo la bastonatura vengono rilasciati.

Pare che l'ufficio della difesa, in questo singolare processo, sia stato assunto da un certo Gamaliele, strano personaggio di comodo che la chiesa ogni tanto tira in ballo.
(Rif. 140)

405 - LA SCELTA DEI SETTE
Gli apostoli decidono di delegare una parte dei loro impegni quotidiani a sette nuovi incaricati (diaconi) e scelgono:
Stefano, Filippo, Procoro, Nicamore, Timone, Parmenas e Nicola.
(Rif. 140)

ANNO 33 (e.v.) - 786 (a.u.c.)

406 - GIRO DI VITE
La predicazione degli apostoli preoccupa sempre di più le autorità di Gerusalemme che decidono di porre un freno alla cosa, con tutta una serie di provvedimenti persecutori ed arresti.
In questo periodo Saulo (Paolo) si fa notare come uno dei più zelanti persecutori della nuova dottrina. Molti discepoli ed apostoli cominciano a lasciare Gerusalemme per diffondere il loro credo in aree più sicure della Palestina e altrove.
(Rif. 140)

407 - SIMONE MAGO
Simone Mago praticava le sue arti magiche in Samaria. Nell'intento di aggiungere ai propri poteri anche quelli conferiti agli apostoli dallo spirito santo, si fa battezzare da Filippo e poi tenta di convincere Pietro e Giovanni a trasmettergli detti poteri, in cambio di denaro. Categorico rifiuto degli apostoli.
(Rif. 140)


INSERTO 18 - Simone Mago (Tra Mito e Storia)
A Simone Mago viene attribuito il non invidiabile primato di avere inaugurato il malcostume della "simonia", destinato a perdurare nei secoli, in seno alla chiesa.
In realtà Simone Mago è sempre stato inviso ai predicatori di culti monoteisti in quanto, nella sua filosofia, negava decisamente il concetto di "immortalità dell'anima".
Luca, nei suoi Atti (8,9-25) lo indica come cultore dello gnosticismo.

Anche se alcuni autori sono propensi a ritenere Simone Mago come un personaggio reale, mancano nondimeno precisi riferimenti storici sulla sua esistenza in vita e sulle sue opere. E' quindi probabile si tratti di un personaggio inventato da Marcello, senatore ai tempi di Nerone Imperatore (54-67 d.C.), e poi ripreso tardivamente da Luca negli Atti degli Apostoli (c. 180 d.C.).
Dalle fonti citate si desume sia nato in Samaria nei primi anni dell'era volgare e morto a Roma nel 64-65 e.v.
Col termine Mago non si deve intendere un facitore di prodigi ma bensì un appartenente alla classe sacerdotale (Magi) del culto di Zoroastro.
In questa sua veste avrebbe contribuito alla formazione della concezione dualistica di Dio (un dio del bene coesistente ed eternamente opposto alla figura di un dio del male) e sarebbe l'ispiratore, con altri, dei primi vangeli dualistici e della setta manichea.
La sua attività di sacerdote e medico/guaritore si svolge, per i primi anni, in Samaria, dove sarebbe stato battezzato dall'apostolo Filippo, aderendo in parte ai concetti messianici della Nuova Chiesa di Gerusalemme.

Trasferitosi successivamente a Roma, ospite nella casa del senatore Marcello, diviene consigliere "spirituale" dell'Imperatore Nerone, che pare tenesse in gran conto i suoi insegnamenti di carattere filosofico e gnostico.
Catturato da un gruppo di giudeo/cristiani, facenti capo a Pietro ed a Paolo, anche essi a Roma in quel periodo (cosa impossibile!), viene scaraventato giù da una torre ma se la cava, fracassandosi malamente una gamba che, in seguito gli verrà amputata, con una operazione mal riuscita che lo condurrà alla morte.
Nerone, molto addolorato, ordina solenni onoranze funebri ed individua in Pietro il responsabile del misfatto; per questo delitto Pietro sarebbe stato condannato ad essere crocifisso a testa in giù.
(Rif. 140,146,390,995)
408 - BATTESIMO DELL'EUNUCO
Sulla strada di Gaza, Filippo incontra un etiope, eunuco ed alto funzionario della regina d'Etiopia.
Filippo induce l'etiope al battesimo e poi scompare.
(Rif. 140)

ANNO 35 (e.v.) - 788 (a.u.c.)

Riferimento Storico:
LA RIVOLTA DEI SAMARITANI
Un presunto messia (uno dei tanti) eccita gli animi della gente di Samaria, già scismatica nei confronti dell'autorita' sacerdotale del Tempio, ed organizza un grande raduno presso il santuario del Monte Garizim, con la scusa di mostrare ai fedeli alcune reliquie appartenute a Mosè.
Ponzio Pilato, messo sull'avviso e temendo che la riunione fosse fomentata da intendimenti di ribellione contro l'Impero, ordina l'intervento della cavalleria della Quinta Legione Macedonica che fa strage della folla giunta al monte.
Molto elevato, anche se incerto, il numero delle vittime; si narra di 10000 morti (cifra del tutto irreale).

ANNO 36 (e.v.) - 789 (a.u.c.)

Riferimenti Storici:
RIMOZIONE DI PONZIO PILATO
A seguito degli eventi accaduti sul Monte Garizim una delegazione di Samaritani si reca dal Governatore della Siria Vitellio per chiedere giustizia contro l'eccidio ordinato da Pilato. Ritenuto responsabile di un eccesso non giustificato, Ponzio Pilato viene rimosso dal suo incarico e inviato a Roma per essere giudicato. Dopo la sentenza viene confinato a Vienne (Gallia) dove finirà i suoi giorni.
Secondo lo storico della chiesa Eusebio si sarebbe suicidato.

LAPIDAZIONE DI STEFANO
Stefano sarebbe stato il capo di una comunità di ebrei ellenisti, rientrati in patria ed aderenti alla Nuova Chiesa di Gerusalemme. Durante le sue predicazioni Stefano attacca pesantemente i sacerdoti del Tempio accusandoli, tra le altre cose, di essere "idolatri".
La reazione non tarda: Stefano viene arrestato e lapidato e la comunità di ebrei ellenisti, che a lui faceva capo, viene espulsa dal paese.
Gesù, secondo Stefano, era l'ultimo, in ordine di tempo, dei profeti annoverati dalla Bibbia.
(Rif. 995)

409 - ARRESTO E LAPIDAZIONE DI STEFANO
Stefano si fa notare per i suoi prodigi e per i miracoli compiuti tra il popolo. Arrestato, viene sottoposto a giudizio in Sinedrio; durante il giudizio si lascia andare ad un lungo discorso in propria difesa che irrita ancor più i sacerdoti e quindi del tutto controproducente. Viene pertanto condannato alla lapidazione, anche con l'approvazione di Saulo (Paolo), allora non ancora convertito.
Durante la lapidazione Stefano "si addormenta e passa così dal sonno naturale a quello eterno, sotto una grandinata di sassi".
(Rif. 140)

410 - CONVERSIONE DI SAULO (Una prima versione)
Saulo parte da Gerusalemme, verso Damasco, con l'incarico di arrestare il maggior numero possibile di seguaci di Gesù.
Presso Damasco una luce sfolgorante lo acceca e lo fa stramazzare al suolo, mentre una voce celeste lo invita a cessare le persecuzioni contro i cristiani.
Viene condotto cieco a Damasco dagli uomini della sua scorta.
(Rif. 140)


Saulo era alle dipendenze del sommo sacerdote di Gerusalemme e quest'ultimo non aveva nessun potere di ordinare arresti in territorio siriano. Quindi non si tratterebbe di Damasco in Siria ma di Damasco sul Mar Morto. In realtà Damasco sarebbe sinonimo di Khirbet Qumran, anche se si è sempre cercato di mascherare questo particolare.
(Rif. 710)

411 - BATTESIMO DI SAULO
A Damasco Saulo viene visitato da un certo Anania, inviato dal Signore, che gli restituisce la vista e lo battezza. In questa occasione Saulo assume il nuovo nome di Paolo.
(Rif. 140)

412 - LA FUGA DI PAOLO
Paolo comincia subito a predicare, in Damasco, con la stessa foga sino ad allora dedicata alla persecusione dei seguaci di Gesù. La cosa lascia a bocca aperta i giudei di Damasco che, dopo qualche giorno, decidono di farlo fuori.
Viene salvato, nottetempo, da alcuni discepoli che lo calano all'esterno delle mura cittadine dentro ad una "sporta".
(Rif. 140)

413 - PIETRO A LIDDA
Pietro, a Lidda (piana di Saron), guarisce un uomo di nome Enea, paralitico da 8 anni.
(Rif. 140)

414 - PIETRO A GIAFFA
A Giaffa, Pietro risuscita una vedova di nome Tabita (= Gazzella). Alcuni sostengono invece trattarsi della cucitrice Dorcas.
(Rif. 140)

415 - PIETRO E LA TOVAGLIA
A Giaffa Pietro è ospite di Simone, conciatore di pelli. Mentre, un po' affamato, attende che gli preparino del cibo, cade in "estasi" e vede, per tre volte, una grande tovaglia che va su e giù per il cielo. La tovaglia contiene animali di ogni sorta; una voce celeste invita Pietro ad uccidere ed a mangiare ciò che vuole ma egli si rifiuta.
(Rif. 140)

416 - PIETRO E CORNELIO
A Cesarea Pietro battezza Cornelio, un centurione romano. Si tratta del primo pagano (non giudeo e non circonciso) ad essere convertito alla nuova fede.
Pesanti critiche a Pietro, da parte dei discepoli circoncisi, per aver concesso la "grazia", riservata ai soli giudei, ad un indegno pagano.
(Rif. 140)

417 - SAULO A QUMRAN (DAMASCO) (Un'altra versione)
Saulo, malgrado i suoi precedenti di persecutore del movimento esseno-giudeo-cristiano, decide di entrare a far parte di questa comunità e si reca all'insediamento di Qumran. Durante il viaggio cade da cavallo; è probabile fosse epilettico.
Accettato, con qualche perplessità, nella comunità, si sottopone al previsto periodo di noviziato di tre anni.
(Rif. 995)

ANNO 38 (e.v.) - 791 (a.u.c.)

Riferimento Storico:
ERODE AGRIPPA
Erode Agrippa viene nominato da Caligola tetrarca delle regioni ad est del lago di Tiberiade (Golan).

ANNO 39 (e.v.) - 792 (a.u.c.)

418 - PAOLO A GERUSALEMME
Paolo, tornato a Gerusalemme, cerca di aggregarsi ai discepoli di Gesù (Nuova Chiesa di Gerusalemme) i quali lo accolgono con grande diffidenza, considerati i suoi precedenti.
Infine riesce a farsi accettare tramite la mediazione di Barnaba. Inizia a predicare e si crea un sacco di nemici che decidono di ucciderlo.
Alcuni discepoli lo salvano trasferendolo a Cesarea e poi a Tarso.
(Rif. 140)

ANNO 40 (e.v.) - 793 (a.u.c.)

Riferimento Storico:
ERODE ANTIPA
Erode Antipa viene destituito da Caligola ed esiliato nei Pirenei.

ANNO 41 (e.v.) - 794 (a.u.c.)

Riferimenti Storici:
ERODE AGRIPPA I
Erode Giulio Agrippa I viene nominato re della Palestina.

CLAUDIO IMPERATORE
Claudio I diventa imperatore.

ANNO 42 (e.v.) - 795 (a.u.c.)

419 - ARRESTO E FUGA DI PIETRO
Erode Giulio Agrippa I fa arrestare Pietro e lo chiude in carcere, legato con due catene, in mezzo a due soldati.
Di notte arriva un angelo che scioglie le catene e lo conduce fuori città, attraverso una porta di ferro che si "apre da sola".
Recatosi a casa di Maria, madre di "Giovanni detto Marco"(?), stenta a farsi riconoscere.
Scoperta la fuga Erode fa ammazzare i carcerieri.
(Rif. 140)

ANNO 43 (e.v.) - 796 (a.u.c.)

420 - MISSIONE DI BARNABA E PAOLO
Mentre si trovano presso la comunità di Antiochia (Siria), lo spirito santo indica i due personaggi come prescelti per future importanti missioni.
(Tra gli adepti della comunità di Antiochia si annovera anche un certo Mehaem, compagno di scuola di "Erode il tetrarca")
(Rif. 140)

421 - PIETRO A ROMA (???)
Dopo la fuga dal carcere di Gerusalemme, Pietro giunge a Roma dove continua le sue predicazioni presso la comunità ebraica.
(Rif. 995)

422 - GIACOMO IL GIUSTO
Dopo la fuga di Pietro da Gerusalemme, la comunità esseno-zelota (Nuova Chiesa di Gerusalemme) viene diretta e governata da Giacomo il Giusto (il Pio, il Saddiq, il Minore).
(Rif. 140)
Secondo alcune ipotesi mai dimostrate Giacomo sarebbe stato figlio di Yoseph e pertanto fratello di Jeshu.

Una descrizione di Giacomo secondo Eusebio di Cesarea.
Vestiva una tunica di lino, non bevve mai alcool, non mangiò mai carne, non si tagliò mai i capelli, non si rase mai, non fece mai un bagno. Aveva le ginocchia dure come quelle di un cammello per il tanto che stava inginocchiato a pregare.
L'abito di lino bianco era quello usato dai sacerdoti del Tempio. Giacomo si era attribuito le funzioni sacerdotali?

ANNO 44 (e.v.) - 797 (a.u.c.)

Riferimenti Storico:
MORTE DI AGRIPPA I
Muore Erode Giulio Agrippa I, re della Palestina

ARRESTO DI PIETRO
Secondo Giuseppe Flavio, il Procuratore romano Cuspio Fado ordina l'arresto e l'esecuzione di PIETRO (Simone) e del fratello GIACOMO, figli di Giuda il Galileo, accusati di sedizione contro l'Impero.
Per quanto concerne il nominato "Giacomo" ci sono alcune incerte opinioni sulla sua identità; molti studiosi sostengono trattarsi di Giacomo il Maggiore.
(Rif. 180)

Il viaggio di Pietro a Roma e tutto ciò che ne consegue è solo un falso inserito, nel 1429, da Poggio Bracciolini, segretario di Papa Martino V.
(Rif. 760)

(L'anno non è certo: vedere anche analoga notizia riportata per l'anno 46 (e.v.) - 799 (a.u.c.))

423 - MORTE DI AGRIPPA I
Discutendo con alcuni emissari delle città di Tiro e Sidone, per risolvere certi dissidi, Erode Giulio Agrippa I viene colpito da un angelo e muore divorato dai vermi.
(Rif. 140)

ANNO 45 (e.v.) - 798 (a.u.c.)

424 - MATTEO RACCOGLIE DATI ?
Matteo avrebbe cominciato a redigere, in aramaico (?), una prima raccolta parziale di avvenimenti e di predicazioni di Gesù.
(Rif. 130)

425 - PRIMO VIAGGIO DI PAOLO - CIPRO
Paolo, Barnaba e Giovanni (come aiutante), giungono a Cipro.
Mentre intrattengono il procuratore romano Sergio Paolo, interviene un mago, tale Elimas Bar-Iesus, che cerca di distogliere il procuratore dalle chiacchiere di Paolo. Paolo si arrabbia ed acceca il mago; il procuratore, esterfatto si affretta a convertirsi.
(Convertirsi a cosa?)
(Rif. 140)

426 - PRIMO VIAGGIO DI PAOLO - ANTIOCHIA DI PISIDIA
Giovanni manifesta forti dissensi sulla natura delle predicazioni, abbandona i compagni e torna a Gerusalemme. Paolo e Barnaba proseguono il viaggio sino ad Antiochia di Pisidia.
Paolo tiene un paio di prediche ma subito dopo i due missionari vengono cacciati dalla città.
(Rif. 140)

427 - PRIMO VIAGGIO DI PAOLO - ICONIO
Paolo e Barnaba giungono ad Iconio dove si trattengono a predicare per lungo tempo, finchè sono costretti alla fuga per evitare la lapidazione.
(Rif. 140)

ANNO 46 (e.v.) - 799 (a.u.c.)

Riferimento Storico:
CONDANNA DI PIETRO (SIMONE)
Il procuratore TIBERIO ALESSANDRO fa giustiziare PIETRO (Simone) e il fratello GIACOMO (il Maggiore?), figli di GIUDA IL GALILEO e presunti parenti di Gesù (secondo l'ipotesi storica).
(Rif. 180, 760)

(Molti autori ritengono più probabile, per questo evento, l'anno 44 (e.v.) - 797 (a.u.c.). Ciò che è certo è che Pietro non ha mai predicato a Roma.)

Secondo S. Isidoro da Siviglia, Giacomo (il Maggiore) sarebbe morto nel nord della Spagna, a Campostella, e sulla sua tomba sarebbe stato poi eretto il famoso santuario (bottega!) di Santiago de Compostela: Parola di ...S. Isidoro.
Come questo fantomatico Giacomo sia approdato nel nord della Spagna resta un ...sacro mistero. (In realtà non si sa nemmeno di quale Giacomo si stia parlando).

428 - PRIMO VIAGGIO DI PAOLO - LISTRA
Paolo e Barnaba giungono a Listra. Qui Paolo guarisce uno zoppo dalla nascita sollevando l'entusiasmo popolare.
Qualche tempo dopo alcuni Giudei aizzano la folla e Paolo viene lapidato e trascinato fuori città quasi morto.
(Rif. 140)

ANNO 48 (e.v.) - 801 (a.u.c.)

429 - PRIMO VIAGGIO DI PAOLO - CONCLUSIONE
Dopo aver toccato Derbe ed altre lunghe peregrinazioni, anche in luoghi precedentemente visitati, Paolo e Barnaba giungono ad Antiochia (Siria) dove si trattengono con i discepoli di questa città per lungo tempo.
(Rif. 140)

ANNO 49 (e.v.) - 802 (a.u.c.)

Riferimenti Storici:
ESPULSIONE DEGLI EBREI
L'imperatore Claudio I emana un editto che ordina l'espulsione di tutti gli ebrei da Roma.

NOMINA DI ERODE AGRIPPA II
Claudio I nomina re Erode Agrippa II senza conferirgli particolari poteri. E' una figura di sovrano del tutto simbolica.

430 - ANTEFATTO
Quando Gesù era ancora in vita, Maria gli aveva chiesto la grazia di essere avvisata, almeno tre giorni prima di morire, per potersi adeguatamente preparare al trapasso.
(Rif. 110)

431 - L'ANNUNCIO
Mentre sta pregando presso il sepolcro di Gesù l'arcangelo Gabriele appare a Maria, le dona un ramo di palma e le annuncia la sua prossima morte.
(Rif. 105,110)

432 - LA PREPARAZIONE
Nella casa di Betlemme, assistita da tre giovinette: Sefora, Abigea e Zaele, Maria si prepara all'evento e convoca presso di se parenti ed amici.
(Rif. 105,110)

Stabilire dove abitasse Maria, negli ultimi anni della sua vita, è un'impresa ardua. Supponiamo Betlemme, ospite dei suoi nipoti, figli delle sorelle Anna ed Emerina. Visto come la chiesa ha imbrogliato le carte, questa è solo un'ipotesi di comodo.
Quanto ad Abigea, Sefora e Zaele, più che giovinette, dovevano ormai essere delle attempate zitellone. Per contro Susanna e Rebecca avrebbero dovuto essere defunte da tempo.

433 - ARRIVA GIOVANNI
Giovanni evangelista, al quale Gesù, dalla croce, aveva affidato Maria, si trovava in quei giorni ad Efeso. Lo spirito santo provvede a trasportarlo a Betlemme su di una nuvola.
(Rif. 105,110)

434 - ARRIVANO GLI ALTRI APOSTOLI
Tutti gli altri apostoli ancora viventi, sparsi in varie parti del mondo per predicare, vengono teletrasportati a Betlemme, adagiati su delle nubi. Quelli già morti (Andrea, Filippo, Luca, Simone il cananeo e Taddeo) vengono risuscitati e raggiungono anch'essi la casa di Maria. Presente anche Paolo; assente Tommaso.
(Rif. 105,110)

435 - EVENTI STRAORDINARI
Stuoli di angeli, serafini e santi primigenii raggiungono la casa di Maria. Il sole e la luna si posizionano sulla casa stessa.
(Rif. 105)

436 - MIRACOLI
Una grande folla stupita accorre da Gerusalemme e molti ammalati, ciechi, storpi, sordi e lebbrosi guariscono all'istante toccando i muri esterni della casa.
(Rif. 105)

437 - I SACERDOTI REAGISCONO
Venuti a conoscenza dei fatti i sacerdoti giudei mandano a Betlemme un gruppo di uomini incaricati di arrestare Maria e gli apostoli.
La spedizione fallisce perchè, dopo un miglio di strada, il gruppo viene paralizzato / accecato da un intervento divino.
(Rif. 105,110)

438 - TRASFERIMENTO A GERUSALEMME
Temendo il peggio e per evitare l'intervento del governatore romano, sollecitato dai sacerdoti, lo spirito santo trasporta su di una nube Maria e gli apostoli e li deposita in una casa segreta di Gerusalemme.
(Rif. 105)

439 - MARATONA DI CANTO
Raggiunta la nuova sistemazione gli apostoli si pongono in piedi, intorno a Maria, e cantano ininterrottamente inni e salmi, per cinque giorni di seguito.
(Rif. 105)

Una cantata a 12 voci, per cinque giorni consecutivi, non è certo il modo migliore per passare inosservati.

440 - IL FUOCO
Dopo 5 giorni si sparge la voce della loro presenza ed una folla di giudei, istigata dai sacerdoti, cerca di incendiare la casa.
Però una grande fiamma esce dall'abitazione e brucia vivi un grande numero di malintenzionati.
(Rif. 105)

441 - ARRIVA GESU
Gesù arriva (di domenica) accompagnato da una moltitudine di angeli e cherubini. Convenevoli, preghiere ed ultime benedizioni.
(Rif. 105,110)

442 - MORTE DI MARIA
Maria muore all'età presunta di anni 71. Dopo la morte la casa si riempie di luce e di profumo e la terra trema.
(Rif. 105,110)

443 - IL TRASPORTO
Gli apostoli provvedono al trasporto della salma al sepolcro. Gli autori non concordano sul percorso e sulla destinazione:

* dal monte Sion alla valle di Giosafat, secondo Giuseppe d'Arimatea
* da ?....? al Getsemani, secondo Giovanni Teologo.
(Rif. 105,110)

444 - UN EBREO IMPRUDENTE
Durante il trasporto un ebreo di nome Jefonia (oppure Ruben) si avventa sul feretro. Un angelo interviene e gli taglia le due mani con una spada di fuoco.
Pianti, pentimento, perdono e le mani tornano al loro incauto proprietario.
(Rif. 105,110)

445 - ASCENSIONE DI MARIA
Dopo aver deposto il corpo nel sepolcro si manifesta una grande luce ed il corpo di Maria viene traslato in cielo dagli angeli.
Per alcuni: Maria e' stata deposta nel sepolcro di sabato ed è ascesa in cielo la domenica mattina seguente.
(Rif. 105,110)

Dopo quello di Demas, di Gesù e di Enoch (e forse di Elia) il corpo di Maria è il quarto a risiedere fisicamente nello spazio senza che nessuno abbia mai stabilito dove sono realmente allocati.
E' un dubbio che ha sempre tormentato i fedeli e non solo loro; a suo tempo anche il cardinale Bellarmino si era arrovellato su questo importante problema giungendo poi alla conclusione che, forse i nostri "amici" erano stati allocati sotto le "stelle fisse".
Gli astronauti dovrebbero comunque fare attenzione.
Questo se non si vuole tenere conto dell'ascensione-assunzione leggendaria di Romolo, che però Tito Livio dichiarava esplicitamente essere una fola.
(Rif. 995)
Il culto di Maria venne istituito all'inizio del 1500(e.v.) ed è stata una delle iniziative della controriforma.
Nel 1850, dopo quasi 1500 anni, l'ineffabile ed infallibile papa Pio XII, decide di dare una sistemata definitiva al corpo fluttuante di Maria Vergine e, con apposito dogma la dichiara "Assunta in Cielo".
Difficile capire la sottile differenza tra ascensione ed assunzione; e poi dove si troverebbe questo cielo?

446 - RITARDATARIO ED INCREDULO
Mentre il corpo di Maria sale in cielo incrocia con una nube che sta trasportando Tommaso. Alle sue implorazioni Maria gli getta, come ricordo, una fascia che le cingeva il corpo. Comunque, sceso a terra, Tommaso vuole esaminare la tomba per togliersi i soliti dubbi.
(Rif. 110)

447 - RITORNO
Terminate le onoranze funebri tutti gli apostoli vengono riportati alle rispettive residenze mediante l'uso delle solite nubi.
(Rif. 110)

ANNO 50 (e.v.) - 803(a.u.c.)

Riferimento Storico:
UNA TRAGICA PROVOCAZIONE
Durante lo svolgimento della Pasqua, uno dei soldati romani di guardia sul tetto del portico, improvvisamente si denuda e comincia a far gesti osceni ai devoti pellegrini.
Lo scandalo è enorme; nasce una grande agitazione durante la quale decine di ebrei vengono calpestati a morte nel cortile.
(Rif. 172)

448 - CONCILIO DI GERUSALEMME
In seno alle diverse correnti facenti capo alla Nuova Chiesa di Gerusalemme si ripropone il solito problema. Si tratta di decidere, per conto di YHWH, se anche i pagani convertiti ma non circoncisi, sono meritevoli o meno della salvezza eterna. Prevale la corrente del si.
(Rif. 140)

Così, come Luca lo pone negli Atti, sembra un problema di lana caprina. La circoncisione è l'atto fondamentale di adesione all'ebraismo come il battesimo lo è per il cristianesimo. Non si è cristiani senza il battesimo come non si è ebrei senza la circoncisione.
Ciò premesso, il far dipendere la salvezza, che un eventuale dio puo' decidere di elargire, dallo stato di conservazione del pene, sembra un'idea quanto meno .....stravagante!

Si avverte una certa aria di scisma nella Nuova Chiesa di Gerusalemme.

449 - SECONDO VIAGGIO DI PAOLO - INIZIO
Dopo una furiosa litigata con Barnaba, in merito alla scelta dei compagni di viaggio, Paolo parte in compagnia di Sila. Giunti a Listra si aggrega un terzo compagno, Timoteo, previa circoncisione dello stesso.
(Rif. 140)

450 - SECONDO VIAGGIO DI PAOLO - FILIPPI
Qui Paolo, Sila e Timoteo se la vedono brutta. Per aver tolto i "poteri divinatori" ad una indovina del luogo, i magistrati li fanno caricare di legnate e li sbattono in prigione.
Durante la notte un terremoto spalanca le porte del carcere e scioglie i ceppi dei prigionieri.
Paolo fa pesare sui magistrati la sua cittadinanza romana e questi, dopo essersi scusati, li fanno accompagnare fuori città.
(Rif. 140)

ANNO 51 (e.v.) - 804 (a.u.c.)

451 - SECONDO VIAGGIO DI PAOLO - TESSALONICA
Anche qui una sollevazione popolare costringe Paolo, Sila e Timoteo a lasciare la città, di notte, diretti a Berea. Costretti a fuggire anche da Berea, Paolo si separa dai suoi compagni e prosegue per Atene.
(Rif. 140)

452 - SECONDO VIAGGIO DI PAOLO - ATENE
Ad Atene Paolo predica dall'Aeropago con modesti risultati e qualche commento canzonatorio.
(Rif. 140)

453 - SECONDO VIAGGIO DI PAOLO - CORINTO
Paolo si trattiene a Corinto per 18 mesi, ospite di una famiglia di ebrei, cacciati da Roma per ordine dell'imperatore Claudio I; si trattava di un certo Agullo, (Agullo-Aquila(?) e della moglie Priscilla). Paolo collabora all'attività di questa famiglia (fabbricanti di tende).
Poi le cose si guastano, a causa delle solite predicazioni e Paolo viene trascinato davanti a Gallione Giunio, procuratore dell'Acaia.
Gallione rifiuta di occuparsi di squallide beghe inerenti a problemi di fede ebraica e lo rimanda libero. Paolo parte per Antiochia (Siria).
(Rif. 140)

ANNO 52 (e.v.) - 805 (a.u.c.)

454 - SECONDO VIAGGIO DI PAOLO - TERMINE
Il secondo viaggio di Paolo termina praticamente a Corinto. Durante il viaggio, oltre alle predicazioni, Paolo avrebbe scritto la prima e la seconda lettera ai Tessalonicesi.
(Rif. 140)

ANNO 53 (e.v.) - 806 (a.u.c.)

455 - TERZO VIAGGIO DI PAOLO - INIZIO
Lasciata Corinto, Paolo inizia un terzo viaggio, toccando numerose località della Galizia e della Frigia. Si ferma ad Efeso per circa due anni, sino a quando scoppia un tumulto, provocato dagli artigiani argentieri del luogo, contrari, per motivi economici, alle predicazioni di Paolo.
(Rif. 140)

456 - TERZO VIAGGIO DI PAOLO
Continuano i viaggi di Paolo. E' il viaggio più lungo e del quale si sa poco. Durerà sei anni, durante i quali Paolo continuerà a diffondere la sua nuova teologia provocando reazioni a volte violente.
(Rif. 140)

ANNO 54 (e.v.) - 807 (a.u.c.)

Riferimento Storico:
NERONE IMPERATORE
Il 13 Ottobre Nerone diventa imperatore con il titolo di Pater Patriae.

ANNO 58 (e.v.) - 811 (a.u.c.)

457 - TERZO VIAGGIO DI PAOLO - TERMINE
Dopo aver lasciato Efeso nell'anno 808(a.u.c.), Paolo passa per la Macedonia e la Grecia e sosta qualche tempo a Troade, dove risuscita un ragazzo (Eutico) che, addormentato su una finestra(!!), era caduto dal terzo piano. Poi si dirige a Mileto ed alla fine a Cesarea.
Durante questo viaggio Paolo avrebbe scritto quattro lettere:

* prima e seconda lettera ai Corinzi
* lettera ai Galati
* lettera ai Romani
(Rif. 140)

Strani costumi quelli di Troade! Di solito sulle finestre ci dormono i gatti.

458 - PAOLO A GERUSALEMME
Malgrado fosse stato vivamente sconsigliato da amici e discepoli, Paolo parte per Gerusalemme dove si incontra con Giacomo il Giusto ed altri apostoli e relaziona in merito ai precedenti viaggi.
(Rif. 140)

459 - RIMPROVERI E PURIFICAZIONE
La chiesa di Gerusalemme, retta da Giacomo il Giusto, rimprovera Paolo perchè nelle sue predicazioni sostiene la non necessità della circoncisione e non sempre si dimostra ligio alla Legge di Mosè. Gli viene chiesto di assogettarsi ad un rito di purificazione di sette giorni.
(Rif. 140)

460 - ARRESTO DI PAOLO
Nel Tempio, mentre si purifica, Paolo viene riconosciuto da alcuni rigidi osservanti della Legge i quali aizzano i presenti contro di lui provocando una vera e propria sommossa.
Mentre stanno per ucciderlo, viene salvato da un tribuno (Claudio Lisia) e da alcuni soldati romani, che lo prendono in consegna, in stato d'arresto.
(Rif. 140)

461 - DISCORSO DI PAOLO
Prima di essere condotto in carcere dai soldati romani, Paolo chiede il permesso di tenere un discorso, in propria difesa, alla folla tumultuante.
Il discorso non convince, il tumulto aumenta ed il tribuno lo mette in salvo in caserma.
(Rif. 140)

I romani erano sempre molto guardinghi e pronti ad usare le armi di fronte a qualsiasi tumulto o atteggiamento contrario all'autorità dell'impero.
Come mai il tribuno Lisia si assume la responsabilità di far parlare Paolo di fronte ad una folla palesemente ostile e tumultuante?

462 - CITTADINO ROMANO
In caserma, per evitare maltrattamenti e pesanti interrogatori, Paolo si dichiara cittadino romano.
(Rif. 140)

463 - DAVANTI AL SINEDRIO
Comunque il tribuno vuole vederci chiaro e capire cosa stia veramente succedendo; conduce Paolo davanti al Sinedrio per sentire quali esatte accuse gli vengono mosse.
Altro discorso di autodifesa che non convince nessuno e provoca una altro tumulto.
Paolo viene ricondotto in caserma sotto la protezione dei romani.
(Rif. 140)

464 - LA CONGIURA DEI QUARANTA
Quaranta giudei decidono di uccidere Paolo e si impegnano a tale proposito con un giuramento solenne. Si mettono d'accordo con i sacerdoti e gli anziani al fine di escogitare uno stratagemma per avere Paolo a portata di pugnale.
(Rif. 140)

Sarebbe interessante sapere su cosa hanno giurato i 40 congiurati. Certo non sulla testa di YHWH perchè, oltre che blasfemo, sarebbe stato poco pratico. Infatti, secondo l'apostolo Bartolomeo (sempre ben informato) YHWH ha ...12 teste.
(Rif. 995)

465 - IL NIPOTE
Un nipote (figlio di una sorella di Paolo) venuto a conoscenza della congiura, si reca in caserma e mette in guardia Paolo ed il tribuno romano.
(Rif. 140)

466 - TRASFERIMENTO A CESAREA
Il tribuno si preoccupa e decide di trasferire, nottetempo, il prigioniero a Cesarea, sotto buona scorta, 470(!) uomini:

* n. 200 soldati
* n. 70 cavalieri
* n. 200 lancieri

Il tribuno scrive una lettera di accompagnamento al Governatore Felice, spiegando le circostanze dell'arresto, della congiura e della inconsistenza delle accuse a carico del prigioniero.
(Rif. 140)

Un sesto dell'esercito romano di occupazione per scortare Paolo? Praticamente tutto il presidio di Gerusalemme sarebbe restato sguarnito.

467 - PROCESSO
Il governatore Felice imbastisce un processo chiamando, come accusatori, il sacerdote Anania ed alcuni anziani, assistiti dall'avvocato Tertullo.
Autodifesa di Paolo ed il processo si conclude con un nulla di fatto. Paolo resta prigioniero a Cesarea (per evitare altri tumulti da parte ebraica), godendo di una certa libertà di movimento. La prigionia durerà due anni.
(Rif. 140)

ANNO 60 (e.v.) - 813 (a.u.c.)

Riferimento Storico:
PORCIO FESTO
Il nuovo governatore Porcio Festo giunge a Cesarea in sostituzione di Antonio Felice.

468 - NUOVO PROCESSO A PAOLO
Il governatore Festo, giunto in Palestina in sostituzione di Felice, viene sollecitato dai giudei affinchè Paolo venga consegnato a loro.
Festo organizza un nuovo processo ma Paolo se la cava, in quanto cittadino romano, appellandosi al giudizio di Cesare. Festo consente che Paolo venga condotto a Roma per appellarsi all'imperatore.
(Rif. 140)

469 - PAOLO ED ERODE AGRIPPA II
Il re Erode Agrippa II e la sorella Berenice, informati da Festo sullo "strano" caso di Paolo, chiedono di poterlo conoscere ed ascoltarlo.
Paolo si difende alla grande raccontando ad Agrippa II ed agli altri convenuti, la storia delle sue vicende e della sua "conversione". Agrippa II si convince della sua innocenza.
(Rif. 140)

Berenice, vedova, diverrà la concubina di Tito, durante la sua presenza in Palestina, nel corso della guerra giudaica.
(Rif. 140,995)

470 - IN VIAGGIO PER ROMA
Paolo ed alcuni altri prigionieri vengono affidati al centurione Giulio affinchè li scorti a Roma.
Nel corso del viaggio la nave naufraga nei pressi di Malta; tutti salvi.
Durante la permanenza di tre mesi a Malta, Paolo guarisce il padre di un certo Publio, che lo ospitava, mediante la imposizione delle mani.
(Rif.140)

ANNO 61 (e.v.) - 814 (a.u.c.)

471 - PAOLO A ROMA
Giunto a Roma, vengono concessi a Paolo gli arresti domiciliari, con un soldato di guardia.
Paolo approfitta della relativa libertà per fare opera di proselitismo. La prigionia durerà due anni.
(Rif. 140)

ANNO 62 (e.v.) - 815 (a.u.c.)

Riferimenti Storici:
NOMINA DI ALBINO
Muore il procuratore Porcio Festo e Albino viene nominato prefetto della Giudea.

UN ALTRO GESU'(?)
Nel corso di una festa, arriva a Gerusalemme un altro Gesu', pazzo da legare, urlando come un ossesso contro tutto e tutti, contro il Tempio, i sacerdoti, ecc.
Arrestato e bastonato come si conviene, viene poi tradotto davanti al Governatore che, dopo un interrogatorio, lo rimette in libertà: troppo matto per essere preso sul serio!
(Rif. 855)

MORTE DI GIACOMO IL MINORE - PRIMA VERSIONE.
L'apostolo Giacomo Il Giusto (il Minore) viene lapidato su istigazione dei sacerdoti del Tempio.
(Rif. 140,147)

LA VENDETTA
La reazione del gruppo esseno-zelota alla uccisione di Giacomo è immediata. Un commando vendica la morte dell'apostolo ammazzando il sommo sacerdote Anano.

472 - LETTERA DI GIACOMO IL MINORE
Giacomo "fratello del signore" scrive una lettera, di natura teologica, alle 12 tribù d'Israele.
(Rif. 140)

473 - MORTE DI GIACOMO IL MINORE - ALTRA VERSIONE
L'apostolo Giacomo "fratello del signore", mentre si trova nel Tempio, viene assalito da scribi e farisei, gettato fuori, lapidato e finito con una bastonata in testa.
(Rif. 147)

Durante il periodo in cui Giacomo il Giusto (il Minore) fu a capo della comunità esseno-zelota (Nuova Chiesa di Gerusalemme), fu costretto a combattere su due fronti:
- contro Paolo che, allontanandosi sempre più dalla Legge Mosaica, crea una propria immagine di Gesù ed una propria dottrina;
- contro i sacerdoti del Tempio, collaboratori dei romani, in combutta con i regnanti erodiani.
Alla fine Giacomo fa uno sbaglio. Si attribuisce le funzioni di sacerdote, si reca al Tempio, vestito con la tunica di lino bianco ed attacca violentemente il sommo sacerdote Anano (figlio di Annas), nominato da Erode Agrippa II. La reazione dei sadducei, sostenitori di Anano, è scontata ed immediata, con esito tragico.
(Rif. 185,995)

474 - MORTE DI GIACOMO IL MINORE - ULTERIORE VERSIONE.
Il prefetto della Giudea Albino ordina l'esecuzione, mediante lapidazione, dell'apostolo Giacomo il Giusto (il Minore) per istigazione alla guerra santa.
(Rif. 995)

Ipotesi poco probabile. Se giudicato sovversivo Giacomo, secondo la legge di Roma, avrebbe dovuto essere crocifisso.

ANNO 63 (e.v.) - 816 (a.u.c.)

475 - PAOLO LIBERATO
Trascorsi i termini di due anni di arresto domiciliare Paolo viene liberato. Durante il periodo della prigionia avrebbe scritto parecchie lettere:

* ai Colossesi
* a Filemone
* agli Efesini
* ai Filippesi
(Rif. 140)

ANNO 64 (e.v.) - 817 (a.u.c.)

Riferimenti Storici:
INCENDIO DI ROMA
Mentre Nerone si trova ad Anzio un violento incendio, provocato dalla calura, dalla siccità e dalle precarie condizioni edili dell'Urbe, distrugge una buona parte della città, gremita di baracche e di tuguri abitativi.
Le autorità identificano alcuni responsabili tra gli appartenenti ad impopolari gruppi settari giudeo/messianici e Nerone li fa mettere a morte.
SVETONIO:....furono puniti i cristiani, un gruppo di persone dedite ad una superstizione nuova e malefica....
TACITO:....mise avanti come rei dell'incendio gente odiata per i suoi mali costumi, che il volgo chiama cristiani....


ALBINO
Il prefetto ALBINO lascia la Giudea.

475.1 - I MARTIRI
Il mito dei primi martiri cristiani parte da un supposto passaggio di Tacito in cui lo storico attribuisce a Nerone di aver fatto uccidere una grande moltitudine di cristiani, nel 64 d.C. a Roma.

Questo passaggio è un falso, uno dei tanti compiuti dagli antichi padri. In effetti si tratta di un passaggio interpolato da Melito, vescovo di Sardi, intorno al 170 d.C.
(Rif.525)

Lo stesso Tacito (55-120 d.C.) ebbe a chiedersi se le vicende di Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone non fossero state falsificate, nel raccontarle, dai suoi stessi colleghi che lo avevano preceduto.
(Rif.799)

Nel 240 d.C. Origene affermò, con raro candore, che pochissimi cristiani sono morti per la loro fede e che essi sono facilmente enumerabili.
(Rif.705)

Le storie sui martiri cristiani, imputate a Nerone e ad altri Imperatori, sono state inventate molto più tardi, nel nono secolo (e.v.); prima di allora non si conoscono documenti che parlino di questi martiri. In realtà i nomi dei presunti martiri sono stati presi a caso da antiche pietre tombali e la storia è stata scritta, su ordinazione della chiesa di Roma, riprendendo in parte il contenuto da uno dei Libri dei Maccabei, libro successivamente espuntato dal canone per evitare imbarazzanti riferimenti.
(Rif.510)

A parte poi la banale considerazione che all'epoca il movimento neo-cristiano non era ancora nato e quindi, se esecuzioni ci furono, si poteva al più trattare di soggetti turbolenti appartenenti a sette giudeo-messianiche o giudeo-cristiane e perciò eretici dal punto di vista della futura ortodossia; in realtà si è trattato di qualche fanatico e intollerante mestatore giudeo che cercava di imporre le sue idee revansciste. Letteratura asservita, cinema e televisione hanno fatto il resto.

Sul deprecato incendio di Roma la chiesa, nei secoli successivi, ha avuto buon gioco per diffondere le più stupide menzogne.
L'incendio è scoppiato tra il 18 ed il 19 di un mese di Luglio particolarmente torrido, preceduto da un periodo di persistente siccità. L'acqua era scarsa ed i rifornimenti idrici precari.
Nerone, che si trovava ad Anzio, torna immediatamente a Roma per controllare la situazione ed organizzare l'assistenza per la massa di cittadini rimasti senza tetto. Molti vengono ospitati in edifici pubblici ed altri sistemati in baracche provvisorie, erette su suolo pubblico con materiali distribuiti gratuitamente. Nerone ordina anche la distribuzione a prezzi contenuti e a volte gratuita del grano, molto abbondante, stoccato negli edifici dell'annona.
L'incendio viene domato dopo sei giorni e sei notti. Viste le proporzioni dei danni, la città verrà ricostruita sulla base di un nuovo piano regolatore e con materiali incombustibili, compreso il nuovo palazzo imperiale (Domus Aurea), in quanto il precedente è stato anch'esso distrutto dalle fiamme.

[Per inciso bisognerebbe rammentare, ma pochi lo fanno, che a questo primo incendio ne seguirono parecchi altri (almeno 6?), alcuni più devastanti del primo].(Rif. 855)

Come in tanti casi del genere, il popolo chiede un capro espiatorio e Nerone, su suggerimento di Poppea Sabina, manda a morte un gruppo di settari giudeo-messianici, invisi alla maggior parte della popolazione per i loro tumultuosi scostanti atteggiamenti e odio dichiarato verso una società che pure li ospitava.
(Rif. 155,799,***)

Il parlare male di Nerone, da parte degli storici "ufficiali" conniventi con il potere clericale, è un fatto largamente scontato. Quanti si ricordano che Nerone è stato per anni educato da Seneca e che tutta la sua educazione era permeata dalle idee di questo grande filosofo stoico?

Nessuno vuole quì negare le sue incredibili dissolutezze, i suoi vizi, le sue stranezze, le orge e i costosissimi festeggiamenti pubblici che misero in ginocchio le finanze romane. Stravizi e festeggiamenri a cui comunque tutto il patriziato romano ed il popolo partecipavano (non dimentichiamolo) più che volentieri.
Tutto sommato, Nerone era un figlio dei suoi tempi e dava a Roma quel che Roma allora voleva!

In questi ultimi tempi però si nota una timida inversione di tendenza. Pubblicazioni e documentari televisivi tendono a rivalutare il personaggio e a dargli una nuova collocazione storica, meno servilmente clericale.

ANNO 65 (e.v.) - 818 (a.u.c.)

476 - MORTE DI PIETRO (???)
Secondo alcuni autori in questo anno Pietro sarebbe stato giustiziato a Roma. Si tratta di una notizia palesemente falsa. Pietro (Simone) è stato giustiziato, sotto Tiberio Alessandro, nell'anno 44 o 46 (e.v.), in Palestina.

ANNO 66 (e.v.) - 819 (a.u.c.)

Riferimenti Storici:
PRIMI MOTI DI RIBELLIONE
L'insofferenza verso l'occupazione romana e verso la connivenza con Roma da parte delle autorità civili e religiose, ha superato i limiti di guardia. Da Gamla (citta' di Giuda il Galileo) vengono organizzate le prime azioni militari in tutta la Palestina.

PROVVEDIMENTI DI GRESSIO FLORIO
Il procuratore Gressio Florio fa giustiziare 2000(!) ebrei rivoltosi nell'anfiteatro di Cesarea (Cifra del tutto improbabile).

LE GESTA DI MENAHEM: Masada
Altro figlio di Yoseph (?), all'inizio della rivolta, si distingue subito come uno dei capi rivoltosi più audaci. Con uno straordinario colpo di mano entra nella fortezza di Masada, saccheggia l'arsenale e la trasforma in una roccaforte ribelle.
(Rif. 185)

ANNO 67 (e.v.) - 820 (a.u.c.)

Riferimenti Storici:
CONQUISTA DI GAMLA
22 Novembre: i romani penetrano nella città di Gamla e ne distruggono la torre di guardia.

DISTRUZIONE DI GAMLA
24 Novembre: i romani completano la distruzione di Gamla e uccidono 4000(!) ribelli che difendevano la città. Altri 5000(!) si suicidano in massa per non arrendersi.
(Rif. 185)

N.B. - Le cifre sono palesemente irreali. Come si potevano stipare nella rocca di Gamla 9000 persone?

LE GESTA DI MENAHEM: Il Messia
Approfittando di una situazione di sbandamento e di generale incertezza, Menahem, affiancato da Eleazar Ben-Jair, conquista facilmente Gerusalemme, uccide il Sommo Sacerdote Anania e si autoproclama messia/re dei giudei.
(Rif. 185)

LE GESTA DI MENAHEM: La Contestazione
Le fazioni conservatrici e filo romane di Gerusalemme non apprezzano il gesto di Menahem. Si organizzano e dopo qualche giorno riescono a sopraffare gli uomini di Menahem e a "detronizzarlo"
(Rif. 185)

LE GESTA DI MENAHEM: Fine del Sogno
La reazione dei conservatori esplode furibonda:
- fanno strage di tutti gli uomini di Menahem che non riescono a fuggire in tempo
- Menahem si nasconde a Gerusalemme nel quartiere di Ofel; viene scoperto ed ucciso dopo molti supplizi.
(Rif. 185)

ELEAZAR A MASADA
Sfuggito al massacro di cui al punto precedente, Eleazar Ben- Jair si rifugia nella fortezza di Masada, ne prende il comando e difendera' la rocca, contro i romani, per ben due anni.
(Rif. 185)

Eleazar Ben-Jair (Lazzaro) era fortemente coinvolto nella politica di rivendicazione esseno-zelota messa in atto da Giuda il Galileo.
Se le ipotesi sono attendibili egli era cognato di Jeshu e di Menahem (fratello di Jeshu). Eleazar era figlio di Giairo (Jair) e dovrebbe corrispondere a quanto riferito da Giuseppe Flavio in merito a questo personaggio.
(Rif. 185)

477 - ULTIMI ANNI DI PAOLO
Dopo la liberazione avenuta nell'816(a.u.c.), Paolo si reca ad Efeso, dove prosegue la sua attività apostolica. Nuovamente arrestato, viene rispedito a Roma. Durante questi anni avrebbe scritto le seguenti lettere:
- prima lettera a Timoteo
- lettera a Tito
- seconda lettera a Timoteo
- lettera agli ebrei
(Rif. 130)

478 - PRIMA LETTERA DI PIETRO
Da Roma Pietro avrebbe scritto una lettera indirizzata ai gruppi di pseudo-cristiani dislocati nell'Asia Minore
(Rif. 130)

479 - MORTE DI PIETRO
Pietro viene condannato a morte ed ucciso a Roma il 29 Giugno.
(Rif. 130)


La crocifissione di Pietro, a Roma ed a testa in giù, ha tutta l'aria di essere la solita "pia" favola.
E certamente lo è considerato che manca qualsiasi, serio, riferimento storico.
In primo luogo la giustizia romana non prevedeva certe fantasie nelle esecuzioni capitali: al contrario, gli esecutori erano sempre molto pragmatici. In secondo luogo la presunta lettera, citata al punto 478, sarebbe stata scritta e spedita da Babilonia.
Se Pietro si trovava a Roma quale interesse poteva avere per i gruppi pseudo-cristiani dell'Asia Minore?
A parte la banale constatazione che era stato giustiziato in Palestina da almeno 24 anni!
(Rif. 410)

480 - MORTE DI PAOLO
Tradotto a Roma Paolo viene condannato a morte. L'esecuzione sarebbe avvenuta il 26 Giugno in località Tre Fontane. Sarebbe stato sepolto in una tomba della via Ostiense dove oggi esiste la basilica eretta in suo onore da Costantino I.
(Rif. 130)

E' una delle più spudorate "bufale" del nascente movimento cristiano.
481 - PRIMI VANGELI (?)
In questo anno sarebbero nati il vangelo di Marco, il vangelo di Matteo, quello di Luca e gli Atti degli Apostoli.
(Rif. 130)

ANNO 69 (e.v.) - 822 (a.u.c.)

Riferimenti Storici:
DISTRUZIONE DI QUMRAN
Vespasiano distrugge definitivamente l'insediamento esseno di Qumran.

VESPASIANO IMPERATORE
Il Primo di Luglio Vespasiano viene eletto imperatore.

ANNO 70 (e.v.) - 823 (a.u.c.)

Riferimenti Storici:
DISTRUZIONE DI GERUSALEMME
A Settembre Tito, figlio di Vespasiano, porta a termine l'assedio di Gerusalemme e distrugge la città. Nello sfacelo generale la Nuova Chiesa di Gerusalemme ed i suoi ultimi dirigenti svaniscono nel nulla.
(Rif. 185)

DISTRUZIONE DEL TEMPIO
L'ultima roccaforte di Gerusalemme, il Tempio, difeso da militanti esseno-zeloti, dopo giorni di assedio, capitola, viene conquistato e distrutto completamente.
(Rif. 185)

LA DIASPORA
Dopo la caduta di Gerusalemme alcune decine di migliaia di ebrei lasciano il territorio palestinese cercando salvezza e migliori condizioni di vita nei paesi circostanti (peraltro tutti territori romani!).

Sugli ultimi due eventi si sono scritte molte esagerazioni:

* l'uccisione di 1.100.000 (!) giudei, cosa palesemente assurda, visto che la popolazione dell'intera Palestina si aggirava intorno alle 240.000 unità
* durante gli ultimi giorni di assedio al Tempio, Tito (secondo G. Flavio) avrebbe fatto crocifiggere almeno 500 giudei al giorno. Se ciò fosse vero i problemi organizzativi non devono essere stati indifferenti in quanto occorreva provvedere:
1. uno spazio di almeno 6000 mq.
2. una quantità enorme di legname, chiodi e funi
3. l'impegno di almeno 150-200 soldati a tempo pieno, distratti dalla loro primaria funzione di combattenti
4. un efficiente sistema di smaltimento dei cadaveri per evitare il diffondersi di paurose epidemie.

Si presune invece, da documenti storici, che alla fine della guerra giudaica, Tito abbia organizzato festeggiamenti, presso le arene di Cesarea, Beirut ed altre località, dove gli ebrei furono costretti a combattere e a uccidersi tra di loro.

La guerra di repressione della rivolta palestinese è stata condotta con tre legioni, fatte affluire in Palestina dai territori limitrofi Siria, Egitto e Cilicia. Ogni legione era composta da poco più di 5000/6000 uomini (6000 fanti e 120 tra cavalieri, ausiliari, ecc.) quindi un totale di circa 18000 uomini dislocati in tutti i punti più "caldi" del territorio; l'assedio di Gerusalemme dovrebbe aver comportato l'impiego di 5000-6000 uomini della Decima Legione Fretensis.

Le altre legioni interessate a domare la rivolta erano la:
- Quinta Macedonica
- Quindicesima Apollinaris

Durante l'assedio di Gerusalemme, una certa Maria di Betezuba, impazzita per la fame, ammazza il suo figliolo e ne mangia una parte, offrendo il resto ad alcuni miliziani zeloti, entrati in casa, che fuggono inorriditi. Giuseppe Flavio riporta l'episodio aggiungendo il commento di Tito il quale, irritato dalla determinazione e dalla ostinazione dei giudei nella ribellione, li dichiara "degni di tanto cibo".
(Rif.185)

Anzitempo ed in previsione della distruzione del Tempio, i sacerdoti hanno avuto cura di nascondere, in decine di nascondigli diversi, le notevoli ricchezze sino ad allora accumulate. Il Rotolo di Rame (MANOSCRITTI DI QUMRAN) ci fornisce un inventario dettagliato e criptato sia delle ricchezze che dei luoghi segreti scelti per occultarle. Tra le varie ricchezze nascoste ed elencate nel rotolo si calcola esistessero anche 65 tonnellate di argento e 26 tonnellate d'oro. Dopo la distruzione del Tempio questo tesoro non venne ritrovato e Tito se ne tornò a Roma con un bottino piuttosto deludente.
(Rif. 772)

Su questa vicenda sarebbe poi nata la (?)leggenda-storia(?) della immensa ricchezza ritrovata dai Cavalieri Templari, durante lunghi anni di scavi tra le rovine del Tempio (c.1119-1130 e.v.). Una ricchezza che nel 1307-1313 e.v. sarebbe poi stata causa del loro massacro e della loro estinzione.

ANNO 71 (e.v.) - 824 (a.u.c.)

Riferimenti Storici:
PAGARE LE TASSE
Vespasiano decreta che ogni ebreo, ovunque residente nei territori dell'Impero, deve pagare una tassa pro-capite di due dracme a favore del Tempio di Giove Capitolino in Roma. Dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme il pagamento dei relativi tributi, da parte degli ebrei, era venuto meno. Vespasiano vuole riattivare questo flusso di denaro a favore dell'amministrazione di Roma.
(Rif. 185)

MOTI AD ALESSANDRIA
Dopo la sconfitta molti rivoltosi, zeloti e sicari, si erano rifugiati in Egitto, con le rispettive famiglie. Ad Alessandria molti di essi cominciano ad istigare gli ebrei della comunità locale alla rivolta contro Roma e la nuova tassazione. Arrestati in 600 (compresi donne e bambini) vengono torturati dai romani per costringerli a riconoscere Cesare come loro imperatore e dio; nessuno cede.
(Rif. 185)

ANNO 73 (e.v.) - 826 (a.u.c.)

Riferimento Storico:
LA CADUTA DI MASADA
In Aprile cade Masada, assediata per oltre due anni da Vespasiano, da Tito ed infine da Flavio Silla. Comandava la fortezza Eleazar Ben-Jair, il quale, resosi conto dell'impossibilità di resistere ancora, convince i superstiti al suicidio collettivo. Muoiono in questo modo 955(!) persone. Dolo due donne e tre bambini, che si erano prudentemente nascosti, scampano al massacro.
(Rif. 185)

ANNO 81 (e.v.) - 834 (a.u.c.)

Riferimento Storico:
DOMIZIANO
Domiziano diventa imperatore. Fa perseguitare i discendenti di Davide e quindi imprigionare i nipoti di Giuda Il Galileo. Gli arrestati erano considerati rivoltosi e combattenti messianici per il ristabilimento sul trono della "vera" stirpe regale d'Israele.
Giuda il Galileo era fratello carnale di Gesù, secondo quanto sostenuto da Eusebio di Cesarea nella sua "Storia Ecclesiastica".
Questi presunti discendenti di Davide (pronipoti di Gesù) vengono tradotti a Roma al cospetto dell'Imperatore per essere giudicati. Constatato trattarsi di un branco di illusi, morti di fame. Domiziano li libera.

ANNO 90 (e.v.) - 843 (a.u.c.)

482 - SECONDA LETTERA DI PIETRO
E' uno scritto apocrifo ad opera di un discepolo di Pietro che avrebbe cercato di interpretare il pensiero dell'apostolo.
(Rif. 130)

ANNO 95 (e.v.) - 848 (a.u.c.)

483 - GIOVANNI A PATMOS
L'apostolo Giovanni viene confinato nell'isola di Patmos a causa delle sue manifestazioni di natura messianica. Durante questo soggiorno avrebbe redatto il testo dell' Apocalisse.
(Rif. 130)

ANNO 98 (e.v.) - 851 (a.u.c.)

Riferimento Storico:
TRAIANO IMPERATORE
Il 27 Gennaio Traiano viene eletto imperatore.

ANNO 100 (e.v.) - 853 (a.u.c.)

Attorno a questo anno la comunità rabbinica di IAMMIA stabilisce quali devono essere i libri canonici della Bibbia ebraica. A questo proposito occorre notare:

1. come solo la fazione moderata dei farisei sia sopravvissuta alla caduta di Gerusalemme; cioè quella corrente riformatrice vicina al popolo e lontana dalla templocrazia sadducea e dai zeloti (corrente vicina ai farisei ma usa all'azione violenta). I farisei trasformeranno la figura del rabbino (rabbi = padre) da semplice uomo di prestigio a prete, quale punto di riferimento religioso della società, ed in pratica segneranno, come una loro matrice, la cultura ebraica dalla guerra giudaica sino ad oggi;
2. come solo allora si sia deciso quali dovessero essere "i libri della Bibbia", oltre ai primi cinque già noti. Quindi Gesù, Paolo, Davide, Salomone, Esdra, Giuda Maccabeo ed Erode non sapevano - e non potevano sapere - quali fossero i loro "libri santi", al di fuori del Pentateuco.
(Rif.725)

484 - MORTE DI GIOVANNI - OPERE
L'apostolo Giovanni muore a Patmo (o a Efeso?). Durante gli ultimi anni di vita avrebbe redatto il suo vangelo. Gli sono attribuite anche tre lettere, probabilmente risalenti al periodo che va dall'848 all'853 (a.u.c.).
(Rif. 130)

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