AVVERTENZA

Questo testo è in regime di COPYLEFT. Pubblicazioni e riproduzioni sono libere purchè il testo sia riprodotto in versione integrale, con lo stesso titolo, citando il nome dell'autore e riportando questa scritta.

(Il testo è di Alateus, link a fondo pagina)

domenica 11 ottobre 2009

PARTE II - I Miti e le Credenze del Passato

 
Questa prima parte della nostra cronologia intende ricordare, e dare il dovuto rilievo, ai numerosi culti e alle credenze che si sono sviluppate, nel corso dei millenni, a partire dalle primordiali manifestazioni di "fede" derivate dal culto naturale e primigenio del "sole" e da quello della "dea madre" (i cosidetti culti della fertilità).

PERIODO: Preistorico

"Qualche decina di migliaia di anni or sono, un primate della famiglia delle grandi scimmie, l'Homo Sapiens Sapiens, prese coscienza di sè e cominciò ad utilizzare la straordinaria capacità di poter "opporre il pollice alle altre dita della mano"; questo gli consentì di costruirsi strumenti ed utensili, più sofisticati del semplice primitivo randello, atti a rendere più agevole e meno precaria la sua esistenza.
Quasi contemporaneamente, sempre in questo periodo, l'uomo sviluppò la capacità di comunicare, articolando un certo numero di fonemi in sequenze logiche e coordinate.
La possibilità di poter trasmettere messaggi e di riceverli permise all'uomo di sviluppare la cooperazione con i suoi simili, rendendo più efficaci le sue azioni, costruendo oggetti sempre più complessi, grazie allo scambio di reciproche esperienze.


Il linguaggio articolato permise, ben presto, di andare oltre la comunicazione delle banali e quotidiane esperienze, ma consentì di esprimere anche quelle fantasie, quei fantasmi e quelle angosce che animavano la mente di questi primi uomini.
Ben presto gli uomini cominciarono a chiedersi il perchè della loro esistenza e come intervenire contro le forze di una natura sovente ostile ed, infine, la maggior parte di essi si convinse della esistenza di cose impossibili da spiegare e con le quali era necessario convivere.

La maggior parte ma non tutti.

Alcuni continuarono, quasi inconsciamente, a riproporsi domande di natura esistenziale ed infine ai tanti perchè qualcuno riuscì a dare una risposta che pareva plausibile: "potenze misteriose ed esseri sovranaturali dovevano governare ed influenzare le forze della natura."
(Rif. ***)

E' stata una delle idee più nefaste del genere umano: erano nati gli spiriti, gli dei, ma era anche nata la convinzione di poterli in qualche modo influenzare con implorazioni, doni e sacrifici.
L'invenzione degli dei e la convinzione di poterli ammansire con regalie di cibi e di animali sacrificali suggerì a qualcuno, più scaltro degli altri, di porsi come intermediario tra gli uomini e gli dei, vantando qualità e poteri che esistevano solo nella sua fantasia ma che gli altri, per ignoranza o per oscuri timori, non erano comunque in grado di contestare.
Questo diede luogo alla seconda e più funesta invenzione dell'umanità: lo sciamano, lo stregone, il sacerdote, il prete, o altro che dir si voglia.


All'inizio gli sciamani-stregoni si limitarono ad esercitare forme di magia primitiva atte ad esorcizzare la cattiva sorte nella caccia, nella malattia (prime forme di medicina che davano credibilità a chi le praticava), nella disgrazia ma, in particolare combattere quel senso di stupefatto terrore che colpiva i nostri antenati quando sognavano apparizioni di persone, a loro care, già defunte. Stava nascendo il concetto di "anima".

Successivamente lo sciamano-prete, in cambio di riti propiziatori, sempre più complessi e di sua invenzione, cominciò ad accaparrarsi i doni destinati agli dei, attribuendo a se stesso il merito di ciò che andava bene ed era normale e scaricando, con subdole motivazioni, le colpe di ciò che non andava affatto bene, malgrado i riti, su quelli che lo mantenevano, accusandoli magari di "poca fede".
Poco alla volta il sacerdote divenne sempre più esoso e prepotente, pretendendo sacrifici sempre più onerosi, sino a giungere ai sacrifici umani di vergini e di giovinetti, scannati o bruciati vivi, per soddisfare l'ambizione di un potere disumano e la sete di ricchezza della classe sacerdotale.
Studi recenti lasciano intuire il sospetto che questi sacerdoti si nutrissero, durante i loro riti, della carne delle loro vittime. D'altro canto il cannibalismo, rituale o meno, è stato un fenomeno esteso e non ancora del tutto estinto, e presente presso certe etnie dell'Oceania.
In seguito, una lenta ma inarrestabile evoluzione, convinse infine gli uomini della inutilità di certi barbari sacrifici, costringendo allo stesso tempo il prete a difendere le sue posizioni di potere con motivazioni sempre più sottili, ambigue ed incomprensibili.
Si sostituirono così alle vecchie paure ancestrali, ormai in parte sopite,

le nuove frottole sull'anima, su chi governa il mondo, sull'aldilà, sul dopo la morte, sulla vita eterna, ecc.

Il concetto di "magia" si stava lentamente evolvendo in quello più complesso di "religione". Religione che, a detta di Spinosa, per la maggior parte della gente significa solamente professare il massimo rispetto per il prete ingannatore e profittatore che si vanta di avere rapporti con un dio misterioso e incomprensibile che solo lui conosce.
Occorreranno millenni prima che il concetto di religione venga a sua volta purificato e ricondotto a quello di "scienza", destinata ad estirparlo.
(Rif.710,752,***)


PERIODO: Protostorico

Nascono in questo periodo (alcuni sostengono tra il 15000 ed il 13000 a.C.) i "culti solari", diffusi praticamente in tutto il mondo, con gerarchie sacerdotali e riti ben organizzati.


Secondo alcuni autori anche la Massoneria risalirebbe a questo primitivo e indefinibile periodo, ma si tratta evidentemente di un mito. Sempre secondo questo mito, la rete sovrannazionale delle confraternite massoniche sarebbe il più antico e mai interrotto culto/credenza del mondo, risalente a migliaia di anni or sono, al tempo in cui gli uomini cominciarono a costruire i primi edifici in pietra.
La religione cristiana e la massoneria avrebbero, in fondo, una origine comune: entrambe derivano, direttamente o indirettamente, dagli antichissimi culti solari. La differenza sostanziale tra i due culti è che la religione cristiana è una parodia del culto del Sole, dove al posto del Sole stesso è stato messo un uomo chiamato il "Cristo".
Nella Massoneria, invece il Sole è rimasto tale e la sua immagine è, ancora e sempre, il grande emblema ornamentale delle Logge massoniche e dei relativi costumi da cerimonia.
(Rif.710,374)

Nel corso dei millenni, numerose credenze sono apparse e scomparse per soddisfare a determinate esigenze sociali, economiche, e politiche. In certe circostanze l'essere unamo è stato costretto a credere, come a respirare, per poter soppravvivere.
L'esistenza terrena, è stata posta come una forma di passaggio, che invita ad adeguarsi alla realtà e all'accettazione del destino e delle norme della tribù, predicando che la ricompensa, che si trova sempre nell'aldilà, promette un paradiso ricolmo di delizie e di rivalse. La dottrina diventa così un un elemento di controllo e di battaglia politica.

CULTI SOLARI E DELLA FERTILITA'
Questo è un breve accenno alle caratteristiche dei miti che risalgono alla notte dei tempi. Vengono qui elencati solo alcuni concetti elementari che erano alla base dei primi culti solari apparsi sulla Terra.

Il motivo per cui tutti i racconti mitici sono così simili tra di loro come, ad esempio, l'uomo-dio crocifisso e risorto, che opera miracoli e che ha 12 apostoli, dipende dal fatto che tutte queste narrazioni sono ispirate al moto del sole attraverso il cielo, e quindi su uno sviluppo millenario di idee astro-teologiche, avvenute in ogni parte del mondo, in quanto i 12 segni dello zodiaco possono essere osservati ovunque.

In altre parole, Gesù e tutti gli altri miti di analoga struttura, sono soltanto personificazioni dell'entità solare e, tra questi, la favola evangelica è soltanto una piatta ripetizione di una comune ricetta mitologica, basata sul creduto movimento del sole intorno alla terra.
Molti degli uomini-dio crocifissi, in ogni parte del mondo, hanno in comune la data di nascita fissata al 25 Dicembre. Questo è dovuto al fatto che i nostri antenati, attenti osservatori del cielo, avevano notato (da una prospettiva geocentrica) che il sole si abbassa annualmente verso l'orizzonte, sino alle date del 21/22 Dicembre, solstizio d'inverno, dove sembra restare fermo per circa tre giorni, per poi riprendere nuovamente il suo percorso ascendente sino allo zenit del solstizio d'estate. Durante questo periodo gli antenati credevano che il sole morisse (allegoricamente), per tre giorni, per poi risuscitare il 25 Dicembre.

In sintesi:

    * Il sole muore per tre giorni a partire dal 22 Dicembre, solstizio d'inverno, quando arresta il suo movimento discendente, per poi tornare a nascere, o risuscitare, il 25 Dicembre, riprendendo il suo movimento ascendente.
    * In alcune zone della terra, il calendario, in origine, iniziava nella costellazione della Vergine e quindi il sole risulterebbe partorito da una Vergine. (N.B.: La precessione degli equinozi ha modificato questo concetto).
    * Il sole è la "Luce del Mondo".
    * Il sole cammina sopra le nubi e tutti lo possono osservare.
    * Il sole che sorge al mattino è il "salvatore" del genere umano.
    * Il sole porta una corona o aureola: la "corona di spine".
    * Il sole cammina sulle acque (come riflesso).
    * I seguaci del sole, "apostoli o discepoli" sono i 12 mesi dell'anno, o anche i 12 segni delle costellazioni (zodiaco) attraverso i quali il sole stesso dovrà passare.
    * Il sole a mezzogiorno, quando raggiunge lo zenit, si trova nella casa, o tempio dell'Altissimo.
    * Il sole entra in ciascun segno dello zodiaco ogni 30 gradi sull'orizzonte; quindi il sole (figlio di dio) inizia il suo ministero al trentesimo anno.
    * Il sole è appeso ad una croce (crocifisso) e questo simboleggia il suo passaggio attraverso gli equinozi e, cadendo a Pasqua l'equinozio di primavera, a quel tempo risorge.
      (Rif.710)



Secondo alcuni gruppi di archeologi e di antropologi, in periodo preistorico, si sarebbero anche sviluppati culti dedicati alla "DEA MADRE", simbolo della fertilità. In questo periodo si sarebbe costituita una civiltà a carattere tipicamente matriarcale (isola di Malta?).
Si tratta per ora di tesi piuttosto incerte che attendono ulteriori conferme.

In effetti il culto della Dea Madre si potrebbe far risalire almeno al 35.000 (a.e.v.), pertanto si potrebbe affermare che costituisca la religione più antica del mondo, la cui storia e la cui eredità si perdono nelle nebbie del tempo.
Con la comparsa dell'uomo di Cro-Magnon, la prima specie riconoscibile come umana, intorno al 35.000 (a.e.v.) si cominciano a vedere immagini e materiale iconografico che sembrano rappresentare la figura della dea.
(Rif. 725)

Quello che invece appare certo è che:

Le religioni dell'Egitto e della Babilonia, come le altre religioni antiche, erano in origine culti della fertilità.
La terra era femmina, il sole maschio. Il toro era normalmente considerato come una personificazione della fertilità mascolina e comuni erano gli dei-tori. (A volte anche il gallo assumeva questa caratteristica.)
In Babilonia, Ishtar (nota anche col nome grecizzato "Astarte"), la dea della terra, era la suprema divinità femminile. In tutta l'Asia occidentale la Gran Madre era adorata sotto vari nomi. Quando i coloni greci dell'Asia Minore trovarono i templi ad essa dedicati la chiamarono Artemide e ne adottarono il culto.
Questa e' l'origine della "Diana di Efeso". Il cristianesimo la trasformò nella Vergine Maria e fu un concilio tenuto ad Efeso (430-431 d.c.) che legittimò il titolo di "Madre di Dio", attribuito a quella che viene chiamata "Nostra Signora".
(Rif. 382)

Uno o più furbastri, non si sa bene chi, come, dove e quando (probabilmente nell'antichissima India), hanno inventato i concetti di "primo uomo", di "peccato originale" e ne hanno derivato il "bisogno di redenzione", ponendo le basi per lo sviluppo dei primitivi culti di stampo cristiano, che si sono susseguiti nel tempo sino ai nostri giorni, consentendo a noi di godere della versione più aggiornata, o almeno quella più sfacciatamente perversa. n Nei tempi andati la chiesa è sempre stata allata del potere, sino a diventare essa stessa un potere dal ventre sempre più insaziabile.

A proposito di peccato originale un autore ha dato una interpretazione un po' scanzonata di come sono andate le cose; d'altro canto riesce difficile mantenere una parvenza di serietà su di un argomento del genere. E poi, scusatelo, si è dimenticato del serpente!!

In uno di quei caldi e pigri pomeriggi d'estate, durante i quali la gente sonnecchia, si tedia e si fa venire strane idee, due sbrindellati primitivi, (lui si chiamava Adamo, lei Eva), rubano una mela nell'orto del loro Grande Vicino e se la mangiano.
L'avessero mai fatto!!
Il Grande Vicino si chiamava Dio, un tipo estremamente bizzoso, permaloso e vendicativo.
Seduta stante il Grande Vicino chiama il funzionario addetto agli sfratti, un certo Arcangelo Michele, il quale, senza tanti complimenti, caccia i due ladruncoli dalla loro comoda sistemazione in località Eden. Ma non basta: il Grande Vicino è talmente offeso che condanna anche alla eterna dannazione tutti i discendenti a venire dei due poveri bamba.
Tutto per una mela! E' vero che, come è stato poi detto, si trattava di una mela che aveva lo strano potere di infondere, per via gastro-intestinale, particolari conoscenze sulla natura del bene e del male, ma la reazione del Grande Vicino è stata, ad ogni modo, estremamente esagerata. E poi se ci teneva tanto, e conoscendo bene i suoi vicini (li aveva creati lui), non poteva recintare il suo orto?
Comunque inutile piangere sul latte versato; sta di fatto che le due disgraziatissime creature vengono così costrette a vivacchiare al meglio pascolando pecore. E tra un pascolo e l'altro fanno figli.
Considerati i genitori, anche i figli non potevano essere granchè. Infatti il primo, l'Abele, era un piccolo leccapiedi, un ruffianello che non perdeva mai occasione di insaponare il Grande Vicino, forse nella segreta speranza di indurlo a far rientrare la famiglia nell'Eden. Il secondo, Caino, era invece di tutt'altra pasta; molto irascibile e sempre pronto a farsi saltare la mosca al naso, tanto che un giorno, in cui gli zebedei gli giravano più del solito, stende secco il mite Abele con una randellata sul cranio.
Beh! Cosa credete sia successo? Niente di niente. Il Grande Vicino, con uno strano senso della giustizia, che per una mela aveva condannato all'eterna dannazione miriadi di nuove generazioni, di fronte ad un omicidio (anzi un fratricidio) si limita a dare un gran cicchettone al Caino e poi lo abbandona al suo destino.
Del terzo figlio, Set, non c'è molto da dire: non era nè carne nè pesce.
. . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . .
(Rif.***)


Le figure di Caino e Abele sono una piatta ripetizione dell'analoga vicenda avestica di Manu e Yima mentre l'evento del diluvio ha il suo preciso riscontro nei fatti narrati nel "Poema di Gilgamesh".
Anche Noe fa bella mostra di sé nel mito babilonese di Ut-Napishtim.

A proposito del frutto proibito, chi ha detto che si trattasse di una mela? Solo i cattolici. Gli ebrei sostengono che fosse un fico, gli ortodossi un'arancia, gli islamici un grappolo d'uva o un calice di vino. In effetti la mela è un frutto nordico, portata in oriente solo a partire da tempi abbastanza recenti.

Secondo alcuni Adamo, creato ad immagine e somiglianza di dio, sarebbe nato già circonciso. Questo crea qualche perplessità perchè, posto che il riscontro di immagine e somiglianza sia in perfetta aderenza con il suo creatore, allora si deve supporre che anche dio sia circonciso. Per quale arcano motivo?

C'è anche chi ha stabilito che Eva si sia tolta lo sfizio all'età di 80 anni, due mesi e 17 giorni.
(Rif.755)

Ora, è sulla base di questa colossale stupidaggine (peraltro, in parte, derivata dalla più antica leggenda del "Giardino delle Esperidi" e delle mele d'oro) che una moltitudine di furfanti, scansafatiche, autoproclamatosi ministri di Dio ed operando nel contesto di molteplici religioni e culture, hanno per millenni assurdamente terrorizzati, colpevolizzati ed asserviti al loro bieco potere miliardi di individui.


Le figure di Adamo ed Eva appartengono e derivano da numerose altre culture.
Nella versione induista ADIMA ed HEVA, precedono di migliaia d'anni la corrispondente versione ebraica.
Nelle versioni sumerica e babilonese del mito del Giardino dell'Eden, la coppia originale era stata creata attribuendo ai personaggi la stessa ed uguale importanza allora attribuita alla grande dea Aruru. La versione sumerica è nata 2000 anni prima che la Bibbia fosse compilata ed è contenuta in un documento (Cilindro della tentazione) oggi conservato presso il British Museum di Londra.

Nella versione ebraica la donna diviene inferiore ed assoggettata all'uomo e considerata come la maggior colpevole del peccato originale.

Origene, 1700 anni fa, a proposito del mito del Giardino dell'Eden scriveva: "Nessuno può essere "tanto folle" da ritenere questa allegoria come la descrizione di un fatto reale.". Dichiarazione incauta; infatti Origene venne in seguito scomunicato e milioni di persone si dimostrarono esattamente "tanto folli".

Benchè assurdo questo mito ha ancora molto potere su di un gran numero di individui di mente ristretta, deliberatamente mantenuti nella ignoranza da obsoleti fondamentalismi. Anche adulti educati, a volte insistono sul fatto che un Dio onnisciente, onnipotente e inconsistente abbia creato il mondo (dal nulla!!!) per scopi suoi propri, incomprensibili e imperscrutabili.
In barba a Pitagora il quale, già ai suoi tempi, affermava che la religione è la cultura dei poveri di spirito.
(Rif.520)


#1 - ANNI: 4000-3500 (a.e.v.)(?)

In questo periodo nasce e si sviluppa in Egitto il culto di Iside, di Osiride e successivamente quello di Horo.


Le leggende di Iside e di Osiride e Horo risalgono a migliaia di anni addietro e molti popoli, per millenni, hanno creduto che Osiride fosse una persona reale, vissuta fisicamente, secondo alcuni, ben 22.000 anni or sono(!)
Il culto di Iside di Osiride e di Horo era comunque largamente diffuso in tutto il mondo antico, compresa Roma.
Secondo le più comuni credenze egiziane Osiride ed il suo figlio Horo erano personaggi fondamentalmente intercambiabili: Io e mio Padre siamo Uno.
Tra tutti gli dei "salvatori" adorati all'inizio dell'era cristiana, Osiride ha contribuito con molti particolari alla definizione della figura del Cristo. Già molto vecchio in Egitto, Osiride fu poi identificato con altri dei egiziani a lui vicini e, poco alla volta, finì per assorbirli tutti; gli sono state attribuite oltre 200 definizioni divine ereditate dagli altri dei.

Il culto di Osiride contribuì con numerose idee e concetti alla stesura della prima Bibbia ebraica. Il Salmo 23 è la copia di un testo egiziano che nomina Osiride come il "Buon Pastore" che conduce i defunti verso i verdi pascoli e le fresche acque della terra di Nefer-Nefer, che ristora i corpi e le anime e dà loro protezione nella valle delle Ombre della Morte.
Anche la nota preghiera del Padre Nostro ha le sue ancestrali origini in un inno dedicato ad Osiride/Amon: Oh Amon, Amon che sei nei cieli...
Alcuni autori hanno notato strabilianti somiglianze tra gli insegnamenti di Osiride e quelli dei Vangeli; alcune frasi sono simili parola per parola. Esistono somiglianze anche nei riti come, per esempio, l'elevazione dell'ostensorio.
Osiride, nella sua veste di Karast (KRST=Cristo) egiziano, esprimerebbe il concetto primo del Cristo, ripreso successivamente dai movimenti gnostici e poi adottato a Roma.
Osiride era anche considerato il Dio del Vino e un maestro itinerante che portò la civiltà nel mondo.
Nella sua passione Osiride fu vittima delle trame del fratello Set e dei suoi 72 accoliti. Come per Gesù, la resurrezione di Osiride serviva a dare speranza a tutti quelli che credono nella vita eterna.

La creazione del mondo, secondo quanto concepito dalla teologia egizia, ha dei risvolti quanto meno singolari. Sentite questa: all'inizio c'era il caos; poi sul caos comparve RA (il dio sole) il quale "tenendo il fallo in mano ed eiaculando sul caos" diede origine a due gemelli: l'aria e l'acqua. Questi due gemelli successivamente diedero origine a Osiride e Iside ed infine questi generarono Horo e Set.


A Luxor, nella Valle dei Templi, su alcuni edifici risalenti a circa il 1500 a.C., si possono vedere immagini relative all'Annuciazione, all'Immacolata Concezione di Iside ed ai Magi che offrono doni ad Horo. Nelle catacombe di Roma ci sono invece dei dipinti che rappresentano la vergine Iside con in braccio Horo bambino. Questi prototipi della Madonna col Bambino sarebbero opera di seguaci gnostici.
Nelle chiese cattoliche più antiche è facile vedere sopra l'altare maggiore un triangolo equilatero che racchiude un occhio; è un simbolo del culto egiziano che simboleggia l'onnipresenza dell'occhio di Osiride.
(Rif. 710,761,520,***)

#2 - ANNI 2500-2000 (a.e.v.)

A Babilonia nasce e si sviluppa il culto di Adonis / Tammuz.


Gerolamo, uno dei primi padri della chiesa, sosteneva che Betlemme era stata, in origine un luogo sacro dedicato al dio-salvatore Adonis, divinità solare della fertilità.
Adonis sarebbe nato centinaia di anni prima dell'era cristiana nella stessa grotta che, più tardi, si suppose fosse il luogo di nascita di Gesù.
Adonis è stato uno degli dei favoriti dei semiti e degli ebrei ed ogni anno, durante la sua "passione", nel Tempio di Gerusalemme, le donne lamentavano la morte del "salvatore" rappresentato con una corona di spine in capo e sacrificato nelle sembianze di un agnello. Nello stesso Tempio la dea Ishtar era adorata nelle sembianze di Maria, Regina del Cielo (Ezec.8:14). Adonis/Tammuz fu importato da Babilonia dagli ebrei tornati dall'esilio ma questa divinità pare fosse molto più antica. Il culto era stato derivato da quello del dio-salvatore dei sumeri Dumusi, (Dumu-si-absu) il "figlio del sangue", il "signore dell'abisso". Tammuz conduceva al pascolo le greggi celesti che si riteneva fossero le anime dei morti salite in cielo.

Il culto di Tammuz occupava una posizione centrale tra i sacri miti di Gerusalemme; il Nuovo Testamento lo ha ridotto di rango e lo ha trasformato in un semplice apostolo di nome Tommaso.
Nella sua veste di dio della fertilità, Adonis era rappresentativo dello "spirito del grano". Betlemme significava Casa del Pane, Casa del Grano o anche Casa del Pane di Grano. Questi significati si sono persi nel mito cristiano facendo dire a Gesù, come al suo predecessore Horo, "Io sono il pane della vita".(Gv 6:48)
(Rif.710,520)

#3 - ANNO: 2000 (a.e.v.) (circa)

Il culto di Baal nasce e si diffonde in Fenicia


Baal era un dio di origine fenicia il cui culto era molto seguito anche in Palestina, sino ai tempi della distruzione di Gerusalemme. La "passione" di Baal è ben descritta su tavolette vecchie di 4000 anni, oggi conservate al British Museum di Londra.
(Rif.710)

Per la precisione Baal non è il nome di un dio. In cananeo significa "signore" e veniva usato come attributo ricorrente, o titolo, per le divinità ed infatti Yahve era anche chiamato Baal.
Il Baal qui menzionato ha un suo nome specifico: ALEIAN-BAAL.
Nella demonologia medievale esso divenne un diavolo, re dell'inferno, insegnante di ogni genere di conoscenza e comandante di 66 legioni demoniache. Cristianesimo ed ebraismo, infatti, hanno sempre assimilato gli dei altrui a demoni inviati dall'inferno per essere adorati dagli altri popoli (sulla scia dei ragionamenti del Deuteronomio); niente da stupirsi quindi che le divinità cananee venissero considerate esseri demoniaci dai rabbini e che i Crociati e, più tardi, i Padri Pellegrini, per naturale rivalsa, considerassero i musulmani e gli indiani "adoratori del diavolo".
(Rif.725)

#4 - ANNI: 2000-1000 (a.e.v.)

E' assodato che in questo periodo il culto di Mitra sia nato in India e si sia diffuso rapidamente anche in Persia.


Mitra è una divinità molto antica, (sicuramente attestata nel 1400 a.e.v.), il cui culto era diffuso sia in Persia che in India (Mitra-Varuna), ed ha anticipato il "salvatore" cristiano di parecchi secoli. Il mitraismo è uno dei sistemi religiosi più vecchi della terra e le sue origini risalgono all'epoca storica delle primitive razze persiane. Resta comunque difficile dire quando questo culto sia nato; si hanno testimonianze di un culto similare su uno dei libri induisti R_gveda: Il Libro Della Lode, dove viene individuato come Mitra-Varuna; unitamente ad Ahura-Mazda e ad Anahita avrebbe fatto parte di una "Trinità Solare".
In effetti il culto di Mitra era, nei decenni che precedettero l'era cristiana, il più popolare ed il più diffuso dei culti pagani.

Nel 65-63 (a.e.v.) le armate di Pompeo si convertirono in massa a questa fede e la introdussero in tutto l'Impero Romano dando origine ai Misteri Mitraici di Roma. Il mitraismo si sviluppò con grande rapidità attraverso tutto l'Impero e fu adottato, sostenuto e protetto dai numerosi imperatori che precedettero Costantino.
Il mitraismo ha rappresentato il più grande ostacolo alla diffusione del nuovo cristianesimo e quest'ultimo ebbe la meglio, di stretta misura e per motivazioni del tutto politiche.

Alcuni dei sotterranei del Vaticano risalgono a prima del 376 (e.v.) e sono quelli del precedente tempio di Mitra. In quell'anno, il 25 Dicembre, il prefetto di Roma, su ordine dell'Imperatore, soppresse il culto di Mitra e consegnò il santuario al nuovo culto rivale. L'attuale complesso del Vaticano è costruito sopra l'antico papato di Mitra e la gerarchia della chiesa è oggi del tutto identica a quella mitraica originale; esistevano infatti dei "padri" che guidavano i fedeli; il capo dei padri, una specie di papa, che era sempre vissuto a Roma, era chiamato "Pater Patratus" o anche Papa o Pontefice Massimo.

La collina del Vaticano a Roma, considerata come sacra a Pietro, la "roccia" del cristianesimo, in origine era consacrata a Mitra e a questo proposito sono stati rinvenuti parecchi reperti. Alcuni autori sostengono che anche la improbabile casa di Paolo a Roma fosse anch'essa un sito di culto mitraico.
I cristiani copiarono molti particolari della religione misterica di Mitra, come ad esempio:
- la struttura dell'altare
- l'ostia
- l'uso dell'acqua santa
- il segnarsi in fronte con le dita
- ecc.
A chi faceva notare queste coincidenze, i primi cristiani rispondevano che era stato il Diavolo a creare questo stato di cose per confondere i fedeli!
Nei primi secoli dell'era cristiana, la mescolanza delle credenze di Attis con quelle di Mitra e, più tardi, con quelle di Gesù avvenne lentamente nel tempo e senza soluzione di continuità.
Inoltre la sua influenza nella formulazione del credo zoroastriano è innegabile.

Il culto di Mitra era diffuso anche in Cina dove era conosciuto come "L'Amico" e rappresentato nelle vesti di un Generale difensore dell'uomo in questa vita e protettore dal male nella vita post-mortem.
I resti e le rovine dei templi mitraici sono reperibili ovunque: dalla Palestina al Nord Africa, dai territori dell'ex impero romano sino all'Europa centro/settentrionale ed in Inghilterra.
(Rif.710,520,530,***)

#5 - ANNI: 1400-1200 (a.e.v.)
Nasce in India e si diffonde velocemente il culto del "messia" indiano Krishna.


Le analogie tra il personaggio cristiano ed il messia indiano Krishna sono centinaia soprattutto se si prendono in considerazione i primi testi cristiani che attualmente sono considerati apocrifi. Ma non è il caso di spingersi tanto oltre.
Il culto di Krishna era ben noto ai soldati greci al seguito di Alessandro Magno.
E' interessante notare che, come accaduto per Gesù, Budda ed Osiride, molti popoli hanno creduto e credono ancora che Krishna sia stato un personaggio storico, anche se niente lo può dimostrare.

La storia di Krishna, come è ricordata nelle antiche leggende e nei testi indiani, pervenne in Occidente in parecchie occasioni e in tempi diversi.
Una teoria sostiene che il culto di Krishna prese la via per l'Europa all'inizio dell'800(a.e.v.), probabilmente portato dai fenici. Altri sostengono che questo culto fosse presente in Irlanda molto prima di questa data esibendo prove etimologiche, linguistiche ed archeologiche a sostegno di questa primitiva migrazione. Resta comunque il fatto che il mito di Krishna fu reintrodotto nella cultura occidentale in parecchie e diverse circostanze, non ultima quella fornita da Alessandro Magno dopo l'espansione del suo impero ed il suo soggiorno in India.

Si sostiene anche che questo culto sia stato nuovamente riportato in Occidente durante il I secolo (a.e.v.) da Apollonio di Tiana il quale, al ritorno da uno dei suoi viaggi, avrebbe recato con sè una copia della storia di Krishna (il Diegesis) depositandola ad Alessandria. Quella che segue è una versione di come si sarebbero svolti i fatti:

Era vissuto, nella antica India, un grande saggio, chiamato Deva Bodhisattva (= "divino destinato all'illuminazione"), di datazione incerta, il quale tra le altre cose ebbe a scrivere un racconto mitologico su Krishna, a volte chiamato Chrishna: il DIEGESIS. Nel 38-40(e.v.) Apollonio, mentre viaggiava in Oriente, trovo' tale storia a Singapore. Egli la considerò tanto importante da tradurla immediatamente nella propria lingua madre. Nel fare questo egli apportò al testo parecchi mutamenti, secondo la propria personale comprensione e la propria percezione filosofica della cosa. Al suo ritorno lasciò il manoscritto originale ad Alessandria e condusse con se la traduzione ad Antiochia.

Circa 30 anni più tardi un altro teologo, Marcione, ritrovò la traduzione; a sua volta egli ne fece una copia, introducendo inevitabilmente altri cambiamenti. Questa copia fu portata a Roma, intorno al 139-142(e.v.), dove venne ancora tradotta in greco ed in latino dando una presumibile origine a quello che divenne il Vangelo del Signore di Marcione, successivamente attribuito, impropriamente, all'apostolo Paolo e, in seguito a Luca.

Non tutte le opinioni dei ricercatori concordano.

Secondo Taylor, (Rif.712) "Il primo abbozzo delle mistiche avventure di Krishna fu portato dall'India in Egitto e fu il Diegesis; la prima versione del Diegesis fu il Vangelo secondo gli Egizi (i Terapeuti); la prima traduzione dalla lingua egizia a quella greca, allo scopo di diffonderlo alla nazioni d'Europa, furono i Vangeli Apocrifi; infine le versioni corrette, castigate ed autorizzate di queste compilazioni apocrife, furono i Vangeli dei quattro evangelisti.
(Rif.710, 711, 230, 712, ***)

#6 - ANNI: 800-701 (a.e.v.)


Appaiono in questo periodo i primi libri che verranno successivamente raccolti, in varia misura, nel corpo letterario noto come Bibbia. Sono libri (39+7) di composizione non omogenea che rivelano generi letterari molto diversi e che presentano, a volte, delle marcate somiglianze con altri testi e testimonianze culturali di quel pentolone di ideologie e di divinità che era il Vicino Oriente, nella stessa epoca. Sono stati redatti in momenti e da autori diversi con il supposto scopo di fornire una base storica alle vicende del popolo ebraico e della sua alleanza con il suo Dio (YHWH = Io Sono).

Tutte le opere ed i loro autori rappresentano differenti scuole di pensiero e di intendimenti atti a dimostrare come tutti i culti del passato, sorti nel Levante, fossero falliti per volontà e a favore del Dio unico degli ebrei: EL (= "dio"), Eloah o Yhwh; in seguito: Adonai (= "signore").
E' possibile individuare nell'insieme quattro fonti, o provenienze narrative, quali:

    * Jahvista(J)
    * Elohista(E)
    * Sacerdotale(P)
    * Deuteronomista(D)

Si sostiene che i primi cinque libri, la TORAH, (Pentateuco, Profeti, Scritti) siano stati scritti, in parte, da Mosè, personaggio di dubbia esistenza e collocazione storica; gli originali sarebbero andati perduti e ritrovati dopo 600 anni(!) nel 622 a.e.v. Gli ultimi due libri (Maccabei I e II) sono stati aggiunti molto tardi, tra il 100 e il 200 e.v.; naturalmente non fanno altro che aggiungere bugie alle tante altre sciocchezze già in circolazione.

In effetti la Bibbia è una raccolta di tradizioni orali, trasmesse nei secoli, accorpate in una caotica miscela di ingenuità, di crudeltà, di perversioni e di stupidaggini destinate a suscitare nei lettori istinti sadici e morbosi.

E' il racconto mitizzato delle gesta di alcune bande di protervi beduini ebrei (da Eber (Ibrim) = Errante) della protostoria.
I primitivi ebrei appartenevano al gruppo etnico degli Hapiru (Abiru), un coacervo di predoni e di mercenari dei quali si ha notizia per la prima volta nella Lettera di Shulgi (papiro di Brooklin e di Leida) e nelle Lettere di Tell el Amarna.
Cacciati dell'Egitto (secondo Tacito, Diodoro ed altri) per le loro malattie contagiose e costretti a vagare nel deserto per innumerevoli secoli, cacciati e combattuti da tutti i popoli per la loro brutale natura di ladri, predatori, assassini, razziatori e portatori di paurose epidemie a causa della loro incredibile sporcizia; tant'è vero che il loro onnipotente YHWH, ad un certo punto, sente il bisogno di insegnare loro alcuni elementari comportamenti su come "defecare" (comportamenti istintivi persino per i cani). Dal Deuteronomio 23/13:

Avrai un luogo fuori dall'accampamento e uscirai la fuori. Avrai un piolo nel tuo bagaglio e con esso scaverai quando ti accovaccerai fuori, quindi ti volgerai a ricoprire i tuoi escrementi. Poichè il Signore tuo Dio si muove in mezzo al tuo accampamento.........ed egli non deve vedere presso di te alcuna indecenza;

Quanto alla circoncisione sembra sia stata più volte imposta secondo una tradizione cultuale adottata dai popoli semitici. Stando al marchese di Sade (Le 120 giornate di Sodoma) la circoncisione aumenterebbe il piacere dell'atto sessuale.

Non esiste il minimo riscontro storico sulla esistenza di personaggi come Abramo, Isacco, Mosè, Davide o su eventi quali l'Esodo o il crollo delle mura di Gerico. Il Corano (Sura xxxvii) ignora la figura di Isacco e indica, come sacrificando Ismaele.
La versione ufficiale adottata dalla chiesa è la Vulgata, tradotta da S. Gerolamo, tra il 390 e il 405(e.v.) e successivamente "riscritta" dal papa Sisto V nel 1590. Edizione che avrebbe dovuto essere ritenuta come vera, legittima, autentica, inquestionabile e approvata "con l'autorità conferitaci da Dio". Però, appena morto Sisto V, l'edizione venne ritirata e sostituita con l'altra, sempre ispirata da Dio, di Clemente VIII (1592-1605).

Malgrado le varie interpretazioni "divine" la chiesa ha osteggiato per secoli la lettura autonoma e libera della Bibbia, senza la mistificante interpretazione di un prete. Questo atteggiamento si è protratto, in misura più o meno severa, sino all'inizio del XIX secolo. Leggere liberamente la Bibbia era una cosa considerata alla stregua di una eresia.

Davide e Salomone forse sono esistiti veramente, ma le loro figure bibliche sono quelle di due re-eroi mitici (come Agamennone o re Artù) che non hanno ormai quasi più niente dei personaggi originari.
Questa tesi è stata sostenuta, sin dal'antichità, dal filosofo greco Evemero (IV-III sec. a.e.v.), il quale affermava che il mito è, nella sua essenza, un personaggio/evento storico che la fantasia della gente ha successivamente idealizzato/dilatato e trasformato in leggenda (evemerismo).

Dobbiamo comunque liberarci dall'idea che il dio delle parti più vecchie dell'Antico Testamento fosse un dio buono ed onnipotente.
Non era buono se non con chi fra gli ebrei l'adorava come suo nume tutelare; non era onnipotente in quanto il suo potere era limitato alla Palestina (la sua "giurisdizione") mentre quando se ne usciva si doveva sacrificare agli dei stranieri (a proposito vedasi II RE, cap.29,9 sgg. dove un re pagano salva il suo paese sacrificando il figlio a Moloch, dio locale. (Vulgata-Ante 1545))
In effetti, agli inizi, gli dei delle religioni naturali non sono onnipotenti, perchè nascono come personificazioni di determinate forze naturali: il dio del cielo ha quindi un potere su fulmini e pioggia, ma non certo sulla terra o sul mare.
(Rif.725)

Resta comunque il fatto che quest'opera sarà la base per lo sviluppo delle tre grandi religioni monoteistiche ("religioni del libro") del Mediterraneo e del Vicino-Medio Oriente. La qual cosa non depone certo a favore di questi culti.

Esiste infine un'altro libro, importante per gli ebrei: si tratta del TALMUD. Diviso in due parti: Mishnah e Ghemara: è una raccolta di materiale giuridico e di rituali che regolano ogni aspetto della vita del fedele ebraico.


#7 - ANNI: 700-600 (a.e.v.)
In Persia Zoroastro codifica (o ricodifica) nell'Avesta i concetti fondamentali del suo culto.
Più tardi molti di questi concetti verranno integrati nel corpo letterario della Bibbia.


Come è avvenuto per i fondatori di altre antiche religioni, molta gente ha creduto che Zoroastro (nome grecizzato per Zarathushtra ovvero "il Vecchio Cammelliere") fosse una reale persona fisica che diede origine alla religione persiana nel corso del 600 (a.e.v.) Al contrario, alcuni studiosi asseriscono che il culto di Zoroastro sia esistito da almeno 10.000 anni prima (!) e che in questo periodo si siano avvicendati almeno sette Zoroastri prima di giungere all'ultimo che prendiamo in considerazione.
(Rif. 190, 761)

E' ovvio che Zoroastro non è mai esistito e che si attribuisce a questo nome una summa di concetti, di credenze e di miti provenienti da differenti etnie e per ciò si ipotizza che questo nuovo credo (mazdeismo) sia stato imposto in Iran dal mitico Istaspe (per gli zoroastriani d'India il padre del re Dario il Grande, quello di Maratona, per intenderci, e per la tradizione il mecenate di Zoroastro) nel tentativo di ricondurre sotto "un solo dio" tutta una congerie di credenze e di idolatrie presenti nel regno persiano. (E' quello che poi farà in seguito anche Costantino I con il cristianesimo).
(Rif. 850)
Alcuni autori, che invece sostengono la reale esistenza di Zoroastro, hanno ipotizzato che fosse un appartenente al casato di Deioce, antico re della dinasia di Media e che abbia avuto notevole influenza sulle decisioni politiche dell'imperatore persiano Ciro.

Il nome Zoroastro viene generalmente inteso anche come "Figlio della Stella" o anche "Figlio dell'Astro", una attribuzione mitica assai comune e che deriverebbe dal nome di un antico saggio indiano, Zuryastara, un legislatore politico-religioso, ricordato per aver introdotto in India il culto del sole.
E' noto che il culto di Zoroastro ha permeato tutto il Medio Oriente, assai prima dell'era cristiana e la sua influenza sul giudaismo e sul cristianesimo è stata rilevante. Similmente alla prima forma del giudaismo, Zoroastro predicava il monoteismo dualista (se così si può definire) ed aveva proibito il culto delle immagini degli dei.

E' opinione diffusa che il culto di Zoroastro sia un rifacimento del precedente culto mitraico e che la divinità di Mitra sia stata conferita al nuovo dio Ahura-Mazda, continuando a ritenere però Mitra come "figlio solare" dello stesso Ahura-Mazda, figlio destinato ad incarnarsi e ad essere sacrificato per la salvezza dell'umanità.
Nella sua essenza la teologia di Zoroastro è di tipo dualista e poggia sull'eterno conflitto tra il dio del bene (AHURA-MAZDA, in medio persiano Ormuzd) e il dio del male (Angra Mainyu, in medio persiano AHRIMAN).
Questa dottrina non è esente da pesanti intolleranze di natura religiosa verso altri culti.
Gli appartenenti alla classe sacerdotale di questa religione erano chiamati MAGI.

La leggenda narra che Zoroastro abbia vissuto per qualche tempo, come un eremita, in una grotta in cima ad un monte. Durante questo soggiorno ricevette, in stato di trance, dal dio Mitra, i fondamenti del suo culto e li avrebbe trascritti dando origine ai cinque libri fondamentali del suo credo, denominati AVESTA ("Ciò che è stabilito"):
- Yasna
- Visprat
- Yasht
- Vendidad
- Xorda Avesta.
(L'Avesta è poi integrata con libri scritti in medio persiano fra i quali il più importante è il Bundahishn).
I 5 libri originali dell'Avesta sarebbero stati da lui stesso stampigliati a fuoco su 21 pelli di bue che, per qualche tempo, vennero conservate dalle parti di Persepoli, sino a quando, nel 329(a.e.v.), caddero nelle mani di Alessandro Magno che, secondo discordi opinioni:

    * dopo averli letti, sdegnato da ciò che contenevano, ordinò di bruciarli (??)
    * dopo averli letti, entusiasta del loro contenuto, promosse la diffusione della nuova dottrina nei territori ellenici. (??)

In realtà Zoroastro, dopo essersene servito, ha spogliato la figura di Mitra ed ha conferito la sua sovranità ed i suoi poteri al dio che gli faceva più comodo: Aura-Mazda.
I concetti contenuti nell'Avesta furono tramandati, per via orale, per quasi 900 anni, e poi, nel 600 (a.e.v.), vennero ritrascritti assumendo il nome di ZEND-AVESTA ("Commento a ciò che è stabilito").

E' probabile che l'idea del Messia giudaico, quale evento futuro, sia stata mutuata da quella di Saoshyant ed introdotta in Palestina dopo il ritorno degli ebrei dall'esilio di Babilonia.
(Rif.710,***)

Oggi i seguaci di Zoroastro ( detti Parsi) ammontano a circa 100.000, di cui 25.000 dislocati in Iran e gli altri sparsi tra India e Pakistan. (Le torri del silenzio)

#8 - ANNI: 600-500 (a.e.v.)
Nasce in India una "particolare espressione" del buddismo destinata a diffondersi anche nel bacino del Mediterraneo.


Al termine Buddismo si attribuiscono, oggi, molte specificazioni, come d'altra parte succede anche per il cristianesimo. In realtà esistono vari livelli di esperienze mistiche classificate come Buddismo.

Quì interessa prendere in considerazione le caratteristiche
di quel Buddismo (dottrina Mahayana=Grande Veicolo) largamente diffuso nel Vicino Oriente,
nel bacino del Mediterraneo, e forse anche a Roma,
nei secoli che hanno visto la nascita del cristianesimo.

(N.B.- Questa versione del buddismo oggi può essere ritenuta apocrifa/eretica da alcuni gruppi di buddisti aderenti a numerose sette di culto moderne.)

Budda è il nome italianizzato del sanscrito "Buddha" che vuol dire "illuminato".
La maggior parte della gente pensa che il Budda sia stato un personaggio nato intorno al 550-566 a.e.v. a Kapilavastu (India) e morto nel 486 a.e.v., ma il personaggio comunemente raffigurato come tale è, in realtà, una compilazione di leggende di uomini-dei e di pensieri di diversi santoni che hanno preceduto e seguito il periodo attribuito al Budda generalmente inteso e cioè:

SIDDHARTHA GAUTAMA / GOTAMA.

Gotama fu soltanto uno di una lunga serie di Budda, nati ad intervalli di tempo diversi, e che tutti predicavano la stessa dottrina. Si conoscono i nomi di almeno 24 di tali Budda apparsi prima che l'attuale Gotama fosse conosciuto.

Era comunemente ritenuto che, dopo la morte di ciascun Budda, la sua predicazione fiorisse per un certo tempo per poi decadere. Dopo che ciò era accaduto un nuovo Budda rinasceva e ricominciava a predicare la verità perduta (Dharma). Sembra molto probabile, alla luce di questi concetti, che gli insegnamenti attribuiti all'ultimo Budda fossero già esistiti prima del tempo in cui si crede che Gotama abbia vissuto.
E' generalmente ammesso che un altro Gotama, conosciuto come il primo dei buddisti, abbia fondato un ordine antichissimo. Se questa circostanza fosse dimostrata vera, i detti e le azioni dei differenti Gotama non potrebbero essere attribuiti a nessuna particolare persona.
A causa di questa mancanza di storicità e delle seguenti caratteristiche del mito buddista, che non sono generalmente note, ma che hanno le loro antiche origini nei miti del passato, si può con certezza ritenere che il Budda è un'altra personificazione di antiche ed universali leggende.

In aggiunta alle caratteristiche di "maestro e salvatore", come sopra riportato, l'influenza del buddismo sul cristianesimo comprende:
- la rinuncia (cristiani: solo come idea!) al mondo ed alle sue ricchezze, incluso il sesso e la famiglia;
- la fratellanza tra gli uomini; (cristiani: si fa solo per dire)
- la virtù della carità e della sopportazione; (cristiani: imposta agli altri)
- la conversione (cristiani: imposta a tutti).
Che il buddismo abbia preceduto la cristianità è innegabile come lo è anche la sua influenza sul mondo prima dell'era cristiana. Affermatosi 500 anni prima del cristianesimo e largamente diffuso nel Medio Oriente, il buddismo ha esercitato la sua influenza sul primitivo giudeo-cristianesimo più di quanto i padri della chiesa vogliano ammettere. Storie sul Budda e sulle sue molte reincarnazioni circolavano incessantemente nel mondo antico ad opera dei monaci buddisti che viaggiavano in Egitto, in Grecia, in Asia Minore e nel Secondo Impero Persiano, quattro secoli prima di Gesù, per diffondere le loro dottrine. La Palestina deve essere stata permeata dalla ideologia buddista durante il primo secolo (e.v.).

A ben vedere è anche vero che le cerimonie e gli ornamenti delle religioni buddista e cristiana sono più simili di quanto generalmente si ritenga.
Sembra che un certo numero delle parabole attribuite a Gesù siano state tratte direttamente dal buddismo; per esempio quella del "figliol prodigo".
L'esistenza del buddismo nel Medio Oriente è stata confermata dagli stessi apologisti cristiani quali Cirillo e Clemente di Alessandria i quali si riferivano ai buddisti come ai "preti di Persia".
Infine, alcuni studiosi insistono sul fatto che il primitivo buddismo sia molto più antico della stessa leggenda del Budda; in alcuni templi indiani, molto antichi e di molto precedenti l'era del Gotama, ci sono delle pitture di un Budda rappresentato come appartenente alla razza negra, sia per il colore della pelle che per i tratti somatici del viso.
(Rif.710, 761, 770, 785, 230, 280, 781, 790, 520)

Marco Polo descrive la figura del Budda nel Cap. CLV del "Milione", chiamandolo SERGAMO e dicendo di lui: "...s'egli fosse istato cristiano battezzato, egli sarebbe istato un gran santo appo Dio".


#9 - ANNO: 500 (a.e.v.)

Nasce e si sviluppa in Grecia il mito di Ercole / Eracle.


Ercole è ben noto per le sue 12 "fatiche" che indicano come questo mito derivi direttamente da precedenti culti solari. Le sue dodici fatiche simboleggiano il passaggio del Sole attraverso le 12 case dello zodiaco. E' in fondo lo stesso Sole salutato giornalmente dai persiani e dagli esseni con la frase rituale Egli è risorto; la stessa formula che annuncia il ritorno di Gesù dall'oltre tomba in Marco 16:6.
Ercole è nato nel solstizio d'inverno quando il sole raggiunge il suo nadir e la costellazione della Vergine sorgeva, a quei tempi, ad oriente; viene sacrificato nell'equinozio di primavera (Pasqua) durante la Festa dell'Anno Nuovo, secondo il computo di antichi calendari, e sale all'Olimpo per sedersi alla destra del padre Zeus.

La madre di Ercole era Alcmena. Il nome, derivato dall'ebraico Almah, significa "forza della luna", secondo il culto di Gerusalemme, generatrice di sacri regnanti; questo titolo fu in seguito attribuito anche alla Vergine Maria (Alma Mater).
Malgrado fosse sposata Alcmena aveva conservato la sua verginità in quanto il di lei marito terrestre si sarebbe astenuto da rapporti sessuali, per volere di Zeus, accettando di buon grado le sacre corna. Qualcosa di analogo al rapporto tra Giuseppe e Maria.

A Tarso (presunta città natale di Paolo) si celebrava regolarmente il dramma sacro della morte sul fuoco di Ercole e si sosteneva essere opera di grande virtù e saggezza l'offrire un corpo sacrificale alle fiamme. Qualcosa di questo traspare anche in Paolo (1 Corinzi 13:3).
Si potrebbe dire che se Gesù non fosse stato inventato, Ercole avrebbe potuto benissimo prendere il suo posto.
(Rif.710,520)

#10 - ANNO: 400 circa (a.e.v.)

In Egitto si sviluppa il culto di Serapide, naturale e scontata evoluzione dei precedenti miti di Osiride/Horo.




E' un'altra divinità la cui storia e' molto simile a quella di Gesù. Era chiamato il "Pastore di Dio" e considerato un grande guaritore.
Serapide venne adorato in Egitto come una divinità suprema a partire dal V secolo(a.e.v.). Il culto di Serapide, molto popolare, usava bardature, ornamenti e rituali che piu' tardi vennero in buona parte assimilati dal cristianesimo: canti, luci, campane, vestiari, processioni e musiche.
Serapide rappresentava la trasformazione finale del salvatore Osiride in una figura monoteistica, virtualmente identica al Dio degli ebrei e dei cristiani. Questo strano dio tolemaico era una combinazione dei caratteri proprii del dio Osiride con quelli del bue Api. Così come Gesù era un agnello sacrificale, Serapide era il "toro" sacrificale ed allo stesso tempo un dio in forma umana. Egli veniva annualmente sacrificato per l'espiazione corale dei peccati d'Egitto.
Come si può intuire l'immagine di Serapide che, a suo tempo si ergeva nel Serapeo di Alessandria, fu poi adottata dai cristiani come immagine di Gesù ed il culto di Serapide fu considerato come quello professato in origine dai cristiani.
Stando ad una lettera inviata dall'Imperatore Adriano a Serviano (134 e.v.) si rileva che:
"Quelli che adorano Serapide sono parimenti cristiani;...e quelli che sono devoti di Serapide chiamano se stessi vicari di Cristo.
(Rif.710,761,520)

Importanti ritrovamenti su questo culto sono dovuti all'egittologo francese Auguste Mariette, fatti a Saqqara (Cairo), il 5/9/1852.

#11 - ANNI: 400-300 (a.e.v.)

In questo periodo ha avuto origine, in Grecia, il culto di Prometeo.

Su questo culto i riferimenti sono piuttosto scarsi. Si ritiene trattarsi di un mito migrato dall'Egitto in Grecia anche se le vicende del dramma di Prometeo si svolgono sulle montagne del Caucaso.

#12 - ANNI: 250-200 (a.e.v.)

Probabilmente in Grecia, nasce e si diffonde il culto di Dioniso / Bacco.

Si ritiene comunemente che il culto di Dioniso sia nato in Grecia, ma recenti studi tendono ad identificare questo culto come un rifacimento tardivo del mito egiziano di Osiride, culto questo che si era diffuso su larga parte del mondo antico, per migliaia di anni. Ci sono comunque molte incertezze nello stabilire il periodo di nascita di questo culto e dei Misteri Eleusini.
La religione di Dioniso avrebbe quindi avuto un revival in Tracia, in Galazia ed anche in Frigia dove convisse, per qualche tempo, con il culto di Attis.
Dioniso viene normalmente ricordato per le licenziose celebrazioni in suo nome (baccanali), ma egli ebbe molte altre funzioni e contribuì parecchio alla definizione del personaggio di Gesù. A Roma il suo nome fu latinizzato in Bacchus.
Nel 186 (a.e.v.) il senato romano condannò i Baccanali definendoli: prava religio.

Dioniso, come prototipo di Gesù, ebbe un centro di culto anche a Gerusalemme dove, durante tutto il primo secolo (a.e.v.), fu adorato dai Giudei.
Le lettere simboliche di Dioniso erano IHS o anche IES, ancora oggi presenti nella liturgia e nella iconografia cattolica; successivamente vennero trasformate in IESUS o JESUS. All'inizio IES era il nome fenicio del Bacco o del Sole personificato e la sua etimologia dice che "I" va intesa come l'UNO ed "ES" come FUOCO o LUCE ed in definitiva il significato è: l'Unica Luce; qualcosa che si ritrova poi nel Vangelo di Giovanni.
A Creta Dioniso era chiamato Iasius, un altro nome equivalente a Iesus.

Durante le sacre funzioni dionisiache il sangue di Bacco era rappresentato dal vino ed il suo corpo dal pane; questa iconografia (Eucaristia), proveniente dal paganesimo è stata, in seguito adottata dal primo cristianesimo.
In tempi pre-cristiani, i preti trasformavano correntemente l'acqua in vino per indurre le masse più sprovvedute a credere che essi possedessero dei poteri miracolosi.
A Corinto, dove si suppone che Paolo abbia predicato, esisteva un marchingegno nel quale si versava acqua, che poi veniva nascostamente incanalata in altra direzione e sostituita da vino che veniva fatto entrare da un altro condotto ben nascosto. Un altro apparecchio del genere era in uso anche ad Alessandria.
(Rif.710, 280, 771, 510, 520)

#13 - ANNI: 223-187 (a.e.v.)

Antioco III, il Grande, si impossessa della Palestina; il suo successore, Antioco IV Epifane, provocherà una rottura con il potere sacerdotale di Gerusalemme (voleva carpirne il tesoro) ed inizierà una persecuzione antigiudaica. Secondo lo studioso A. Caquot, sarà da questo episodio che inizieranno a manifestarsi le prime attese messianiche di un liberatore di Israele. Sopite durante la dinastia Asmonea, tali attese ritorneranno prepotentemente alla ribalta sotto il dominio romano.
(Rif.725)


#14 - ANNO: 200 (a.e.v.)

Ha origine in Frigia il culto di Attis.


La storia di ATTIS, il figlio di un dio frigio, crocifisso e resuscitato, anticipa di secoli la storia del salvatore cristiano e si è praticamente sviluppata nella stessa area che vedrà poi la nascita della favola evangelica.
Venerato dai Frigi (una delle più antiche genti dell'Asia Minore) veniva rappresentato come un uomo legato ad un albero (o inchiodato ad un palo) ai piedi del quale giaceva un agnello.
Lattanzio dice che "egli era un dio fattosi uomo, dedito a miracolosi interventi; ma in seguito venne arrestato dalle guardie, per ordine dei giudici caldei, ed egli soffrì e morì amaramente con chiodi e pali".

Il culto di Attis si affermò anche in quella regione nota come Galazia, e furono i seguaci di Attis quelli ai quali Paolo "avrebbe" indirizzato la sua Epistola ai Galati.
Attis fu popolare non solo in Frigia e nella Galazia ma anche a Roma dove egli e la dea Cibele, la grande madre degli dei, ebbero per secoli un tempio dedicato e condiviso, che sorgeva sulla collina del Vaticano.

Il dramma di Attis, celebrato ogni anno in primavera, era inteso come una ricorrente espiazione di sangue per redimere i peccati del mondo. In questa ricorrenza, il 22 marzo, veniva abbattuto un albero di pino ed una immagine del dio era affissa ad esso, come quella di un morto inchiodato ad un albero. Nel corso della cerimonia i sacerdoti si recavano ad una tomba illuminata, contenente solo un lenzuolo mortuario (sindone!), perchè il terzo giorno dalla morte Attis era risorto dal sepolcro.
La somiglianza tra il mito di Attis e la favola cristiana è tale che i primi cristiani, per giustificarsi, furono costretti a ragionamenti speciosi come quello di sostenere, anche in questo caso, che era stato il Diavolo a creare il mito di Attis per sviare i cristiani più beoti dalla vera fede.
(Rif.710,190,240)

Nessun commento: